Sovente i modi di dire, di cui probabilmente nessuno conosce l'origine, si tramandano al di la' del corso di ogni generazione, divenendo verita' acquisite e spesso questa e' la causa del protrarsi di dogmi che possono essere manifestamente opposti alla umana consapevolezza della attuale realta' della vita. La help on line team di concerto di sogni e' convinta che uno degli scopi della sua improbabile esistenza sia sfatare le convinzioni che rallentano il progresso umano e oggi ci impegnamo a dimostrare che la storica tesi che la frutta faccia bene sia obsoleta, quanto meno in certe circostanze.
Prima di tutto la frutta a primavera puo' sconvolgere la psiche, la mia psiche, me ne sono accorto oggi appena dopo aver raccolto dalla cesta posta sul tavolo del pranzo una manciata di appetitosissime e succose ciliege e un attimo prima che le inghiottissi la sacra famiglia si e' levata in un sol grido :"Fermo li'! Hai detto la benedizione?".
Tradizione vuole infatti che quando si mangia per la prima volta durante la stagione un frutto degli alberi o della terra, si pronunci il ringraziamento al Signore. Fu a quel punto che la libera scelta tra alternative che i nostri maestri affermano sia consentita all'essere umano si manifesto' in tutta la sua evidenza. Un'ora prima infatti avevo sottratto non visto una ciliegia da un sacchetto che aveva portato in ufficio la mia segretaria, ma la benedizione l'avevo detta sotto voce, pur commettendo il reato.
Cosi' mi sono trovato nel seguente dilemma:
- Rispondere alla sacra famiglia che la benedizione l'avevo gia' detta, confessando cosi' alla mia segretaria che quella ciliegia mancante l'avevo presa io
- Rinunciare a mangiare le ciliege a tavola insistendo su un improvviso mal di pancia per non dover ripetere la benedizione, atto che avrebbe notevolmente fatto calare le mie quotazioni oltre le nuvole.
Mentre vi scrivo sono sempre seduto a tavola cercando una via d'uscita.
La frutta ed io eravamo stati protagonisti di un episiodio avvenuto l'estate precedente e che aveva lasciato in me profonde cicatrici fisiche.
Ero stato incaricato di raccogliere le pere che stavano maturando. Non e' un compito difficile, basta infatti avere un po' di pazienza, fare le cose con calma, e di solito i calabroni e i merli si mangiano i tre quarti della frutta, evitandomi la fatica.
Pero' era rimasta intatta la pera piu' bella, proprio in cima all'albero e mio padre seguiva la sua lenta maturazione da molti giorni.
Seguendo gli ordini, con un lungo bastone attaccato ad un cestino di stoffa, mi sono avvicianto alla vittima, l'ho staccata dal ramo e... mi e' caduta da cinque metri direttamente sopra l'occhio sinistro. Pesava almeno due chili e non vi dico il bernoccolo. Mio padre si e' precipitato verso di me, estremamente preoccupato, mi ha raggiunto e si e' abbassato a raccogliere la pera ammaccata e ormai da buttare, commentando :"La piu' bella, la piu' succosa e la piu' grossa....sigh!"
Mentre premevo una mano sull'occhio, cercando di trovare sollievo per il lancinante dolore e grato per tanta attenzione nei confronti di chi lo meritava, ho anch'io pensato :"Spero che la pera non abbia sofferto troppo..."
A cura della Help on Line team - sezione di scienza dell'alimentazione - Dossier: "influenza del cibo sul corpo e sulla mente" - Concerto di Sogni - @2003