Il giardiniere semina, l'albero cresce, finché ci nutriamo dei suoi frutti o finché qualcuno appicca il fuoco all'albero. Il fuoco che si levava dalle città tedesche negli anni trenta, bruciavano i libri di autori che oggi consideriamo fondamentali in innumerevoli discipline, cancellarne la memoria per non voler comprendere il loro messaggio. Come i roghi medievali, di persone, di donne.
Il vecchio che proteggeva i Sacri rotoli della Bibbia, calpestati dal soldato nazista e poi la risata di scherno :"non esisti, tu non esisti e non esiste il tuo libro".
Le donne violate in ogni tempo, la sconvolgente regola di alcuni uomini di impossessarsi di quello che non si è capaci di comprendere, di accettare. Poi la seconda violenza, quando invece di una carezza si sentono dire che non è poi cosi' grave, oppure quando vengono messe sul banco degli imputati. Poi la terza violenza perché si devono nascondere.
Le incisioni che narrano della fine dei tempi, dell'albero della vita e della conoscenza che si erge dalle menti delle donne, mentre l'uomo osserva. La psicologia moderna insegna delle due parti della mente, del percorso più veloce della donna nell'abitudine ad usarle entrambe e del ritardo dell'uomo, in ritardo verso la meta universale. Talvolta in ritardo perché non accetta di comprendere quale sia la strada e usa violenza al corpo la cui mente è avanti alla sua. E poi alla mente stessa, quando la deride, quando quel corpo si deve nascondere, come se fosse colpevole.
La cronaca ci narra che accade che ci siano persone tra cui anche donne che non comprendono lo sdegno particolare degli uomini quando sono proprio le donne ad essere violate, dicono che lo stesso sdegno deve essere riservato ad ogni violenza. Io non lo credo, credo che lo sdegno verso la violenza sulle donne debba essere particolare e che sia insito nell'animo di molti uomini considerarlo particolare, magari non ci chiediamo il perché, lo sentiamo e basta e non siamo disposti a metterlo in discussione, come qualche cosa che proviene dal profondo, come fosse scritto nei geni.
Perché è una violenza morale a tutti gli uomini quando un uomo commette violenza, perché la donna violata avrà negli occhi quell'uomo come fosse tutti gli uomini.
Perché la donna è l'albero della vita, è colei da cui nasce ogni nostra vita, è l'albero della conoscenza, la meta della mente, è la portatrice del frutto dell'albero, la carezza della sua mano sul capo del neonato.
La violenza su di lei è la violenza su ogni istante della vita di tutti.
"Non mi interessa capire i tuoi scritti vecchio", e il soldato schiaccia i sacri rotoli.
"Non mi interessa capirti donna", e l'uomo la viola.
"Ve la siete cercata" e poi ridono, il soldato, l'uomo.
E devono difendersi per quello che sono, per quello che la loro mente e il loro corpo offrono all'umanità, il vecchio, la donna.
E poi il loro animo si accorge di sparire, si rinchiude, nel silenzio.
Quante volte accade, ogni giorno, che qualcuno denigri, cancelli, derubi ciò che non vuole prendersi la pena di conoscere, capire, comprendere, studiare, accettare, ripetere, prendere ad esempio, seguire in strada parallela.
Come se possedere qualche cosa con la forza, fosse possederlo veramente, quando quello che resta è solamente il nulla.
Appiccare il fuoco a quell'albero, significa, nel tempo, bruciare sé stessi.
E' un albero senza mai più frutti per l'umanità.
Roberto Mahlab