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 Arte del fuoco e della terra: i vetri di Murano
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olivia
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Italy
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Inserito - 20/06/2003 :  23:55:50  Mostra Profilo  Visita la Homepage di olivia  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a olivia
Nella Sala del Bramante, presso la Chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma, fino al 22 giugno sarà presente la mostra "Arte del fuoco e della terra", sulla produzione di porcellane e vetri di Murano, a carattere internazionale, che ospita opere di numerosi e qualificati artisti italiani e stranieri. Per chi vuole visitare questa interessante mostra, l’orario è 10 – 18,30, con ingresso in via Gabriele D’Annunzio.

Molti di voi certamente conoscono le splendide creazioni muranesi, ma la loro storia?

L'uomo, fin dall'antichità, ha sempre attribuito al vetro dei poteri magici e soprannaturali per la sua trasparenza. Antiche leggende narrano, infatti, di maghi che esploravano il futuro attraverso sfere di cristallo. Nell'isola di Murano sono state conservate tutte le tradizioni di molti anni fa: la struttura delle fornaci è la stessa e la tecnologia è quasi inesistente, infatti si usano ancora gli strumenti del tempo. La realizzazione del vetro veneziano è iniziata prima del millennio e ne è testimonianza un antico documento che rivela la produzione di fiale per uso domestico.

Il vetro era lavorato con la tecnica della soffiatura eseguita con gli strumenti tramandati dalle attività vetrarie tardo-romane. I veneziani avevano molti contatti commerciali con il vicino Oriente, in particolare con i Fenici che avevano un'antica tradizione del vetro, con gli Egiziani e i Siriani. Proprio in virtù di questo, il vetro veneziano è stato trattato con tecniche orientali e occidentali, assumendo così una rara particolarità a Venezia più che altrove.

Per questi motivi, fino ai giorni d'oggi, la produzione del vetro muranese è mondiale sia per la qualità, sia per l'originalità e il rinnovamento delle sue forme.

L'isola cresceva di prestigio grazie alle sue fornaci e per l'importanza economica che Murano aveva nella struttura sociale della Serenissima. Nel 1291 fu promulgato l'editto dogale in base al quale Murano era un'area industriale e presto sarebbe divenuta capitale della produzione mondiale del vetro. Tra Venezia e Murano ci sono molte affinità. Anche la morfologia delle due città è molto simile con i stessi campi, i rii interni, le calli e il Canal Grande che le attraversa. La lavorazione del vetro diventò molto importante per Murano e il suo ciclo produttivo era ben preciso: si partiva con l'acquisto delle materie prime, si programmava la manodopera e si finiva con il "custodire" il prodotto.

Queste affermazioni sono testimoniate da alcune stesure del tempo (prima della metà del '400) che sono ancora oggi conservate nel museo veneziano.

La produzione vetraria prosperava continuamente: non ci si dedicava soltanto ai vetri soffiati o cavi, ma iniziarono a prosperare anche i fabbricanti di lastre da specchio e da finestre. Con l'arte del vetro iniziò a svilupparsi il vero e proprio commercio dei prodotti.

Nei pressi delle fornaci nascevano le gerarchie che governavano tutta l'attività produttiva. Il maestro del vetro godeva di un doveroso rispetto sia per essere un ottimo insegnante, sia per essere visto come un maestro di vita.

Il vetro ha come caratteristica la sua solidificazione. Esso, con una temperatura di circa 500° C, passa dallo stato liquido alla rigidità. Durante questo intervallo il maestro forma l'oggetto che poi terrà la rigidezza dei corpi solidi e la trasparenza dei liquidi. Il vetro è composto per il 70% da sabbia e silice che si trasforma in liquido ad una temperatura di 1700° C. Questi composti sono la base per le caratteristiche del vetro di Murano. La soda allunga i tempi di solidificazione per facilitarne la lavorazione e occorre rispettare equilibri ben precisi. Se, ad esempio, si eccede con la soda, il prodotto finito sarà opacizzato. Non sono solo le materie prime a rendere nitido il vetro, dipende anche dal modo di fusione e dalla facilità o meno di raggiungere alte temperature.

I muranesi sono ostili alle nuove tecniche di lavorazione, infatti, continuano a mantenere le antiche usanze. A Murano c'è un Centro Sperimentale del Vetro, a livello internazionale, ma sono pochissimi i maestri che si rivolgono a tale centro per accettare consigli e nuove tecniche di lavorazione. Oltre a mantenere inalterate le tecniche di produzione, si mantengono anche gli stessi strumenti che si ritrovano nelle storiche scalfitture. Nelle fornaci si utilizza ancora il gas metano perché non inquina, consente di fare una fusione al giorno e offre una maggior possibilità di produzione.

Con i secoli cambiano molte cose ma a Murano è rimasta la lavorazione manuale degli oggetti in vetro e questa tradizione viene continuamente tramandata grazie alle esperienze dei maestri dell'arte vetraria.


Olivia Z.

   
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