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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 giada
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enea
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Inserito - 25/06/2003 :  01:57:42  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a enea
Giada si era svegliata presto quella mattina… aveva aperto gli occhi come suo solito non appena il sole era entrato nella stanza… -“Buongiorno piccolina”- sembrava sussurrargli un raggio di luce, mentre un altro la baciava sulla guancia… già, perché a lei piaceva dormire così, con la tapparella appena appoggiata sul davanzale, dimodochè potesse svegliarsi tra mille raggi danzanti… e si svegliava felice… ogni mattina riconoscendo i raggi di sole ormai suoi amici… li sapeva riconoscere sì, uno ad uno, ad ogni foro sulla serranda ne corrispondeva uno… ed eccoli scivolare dolcemente dentro quei fori, ad illuminare, un poco alla volta, la piccola stanza, e Giada, e disegnarle un sorriso, come ogni mattina di sole. Pochi minuti, due, tre al massimo per salutare i suoi amici mattutini, per cercare con la mano il suo amico orsacchiotto, un po’ spelacchiato, ma sempre sorridente… e poi uaaaaaaa, che sbadiglio!… giù dal letto e di corsa giù, a salutare mamma.

-“Buongiorno tesoro, hai visto che sole?”-
-“Mamma mamma, dove vanno i sogni?”-
-“I sogni??…… vanno nel paese delle favole…”- aveva risposto la mamma di Giada, ormai abituata alla tempestosità con cui la piccolina cominciava la giornata.
-“E dov’è il paese delle favole?”-
…-“Ah, è lontano da qui… e nessuno ha mai trovato la strada per arrivarci… in tanti ne parlano, ma nessuno sa di preciso dove sia…”-
Giada ascoltava sognante, com’era suo solito fare quando mamma rispondeva alle sue domande di bimba spensierata… come sospesa nel tempo, tutta l’attenzione era laggiù, da qualche parte, a rincorrere tra le parole della mamma quel luogo che doveva essere davvero speciale…
-“E com’è fatto mamma?… ci sono le strade?… e le montagne?… e…”-
-“C’è tutto quello che vuoi… ma non è proprio un paese… è più un posto magico, e se lo trovi sei la persona più felice del mondo… e senti i rintocchi del campanile qui di fronte come non li hai mai sentiti prima, la pioggia si trasforma in spruzzi di poesia, e l’aria, anche l’aria, che di solito non vedi mai, qui ti sorride…Per non parlare poi del tempo… lì ne hai quanto ne vuoi, o meglio, ti sembra che si fermi e che si metta a danzare con te…”-
-“A ballare??… ballare col tempo??… Ma non si può!…”-
-“Se è per questo non si può neanche parlare al vento, o piangere di gioia… ma lì si può, lì ogni cosa è possibile”-
-“Anche volare?”-
-“Soprattutto volare… basta che chiami il vento, e lui sa già cosa fare… ti gira intorno, ti avvolge dolcemente e ti solleva nel cielo, cullandoti tra le amiche nuvole”-
… -“ci voglio andare, ci voglio andare!! dimmi come si fa!”-
-“Calma Giada, devi avere pazienza… è un posto bellissimo, ma ha delle regole per entrarci…”-
-“E quali sono!?”-
…-“Innanzitutto, è lui che ti viene a prendere”-
-“Lui chi?”-
…-“Un angelo… bello, bellissimo… ti prende la mano, ti guarda negli occhi… e il tuo cuore si ferma per un attimo, fa un giro strano… e poi comincia a battere… pompom… pompom… e allora quell’angelo ti soffia sul viso, e in un batter d’occhio sei sospesa nell’aria, trascinata da un vento dolcissimo… e intorno solo felicità…”-
-“E come si fa a chiamarlo l’angelo??”-
-“Te l’ho detto, viene lui… arriverà anche da te, e allora ti verrà tutto spontaneo… farai un giro col vento e quando tornerai sarà tutto diverso… te l’ho detto, le campane, l’aria, il tempo… devi solo aver pazienza… ne vale proprio la pena.”-…
…-“E tu ci sei stata?”-
-“Certo, tutti ci vanno almeno una volta nella vita…”-
-“E com’è, com’è, racconta!!”-
-“Te l’ho detto… è magico… è un attimo, scende l’angelo e sei subito là… e ti senti piena di felicità che vorresti gridarlo a tutti… e ridi… anche da sola sai? Non ti interessa di esser presa per matta… ti senti al settimo cielo, e ringrazi Dio per averti mandato il suo soffio d’argento… e ti ridono gli occhi, ti ride anche il corpo… e fai le cose più strane, perché laggiù tutto è possibile…”-…
-“E quando ci sei andata?”-
-“Ci vado spesso, anche ieri ci sono stata”-
-“Ieriii??! Ma ieri eri qui in casa!”-
-“Già, qui in casa… non importa dove sei, ti viene a prendere dovunque… tu rimani sempre lì, fisicamente intendo, ma c’è una parte di te che si stacca e vola via… te l’ho detto, è questione di attimi, attimi magici che sembrano un’eternità… a volte può durare un giorno, un mese… ma raramente dura così tanto… dopo torni come prima, nel solito mondo… e aspetti che torni a prenderti…”-…
-“E papà… lo sa?”-
-“Papà era con me… vedi, a volte ti concedono di andarci con qualcuno… ed è la cosa più bella… avere lo stesso sogno, avvolti dallo stesso angelo e coccolati dallo stesso vento…… La prima volta che ci siamo stati insieme è stato tanto tempo fa… tu non c’eri ancora, era sera e faceva caldo… eravamo vicini e ci guardavamo negli occhi… mi ha detto qualcosa di dolce, di stupendo, che ricordo ancora come fosse in questo momento… ed è stato allora che ho sentito dentro di me che lo amavo…che era l’uomo della mia vita… e lui deve aver provato la stessa identica cosa… perché è bastato un attimo… e qualcuno ci ha solleticato il cuore e ci ha trasportato in quel mondo stupendo… Quella volta è stato bellissimo… ma altre volte, altri sogni bellissimi mi hanno portato laggiù… altri mille attimi magici che nonostante i momenti difficili, mi hanno dato la spinta per lottare… perché non tutti i giorni arriva l’angelo a prenderti la mano… alle volte si fa aspettare… e in quei momenti devi farti forza, e creare le situazioni perché possa tornare il prima possibile…-”…

Giada era rimasta incantata, sospesa come suo solito nei suoi sogni di bambina… chissà cosa stava sognando così, bella, innocente, con gli occhi spalancati e la bocca rimasta aperta… forse stava immaginando un angelo… lei non lo aveva mai visto un angelo… le avevano detto che era vestito di bianco, con la veste lunga che gli scopriva appena i piedi, nudi… o forse vedeva la mamma e il papà volteggiare sorridenti nel vento, fin sopra la collina oltre il vetro della cucina e fin su nel sole… o forse, pensava che una cosa così l’aveva provata anche lei, più volte, quando si dondolava sull’altalena, e pareva che il tempo si fosse fermato, e quando tornava in sé il sole era già sceso nel suo giro attorno alla collina… Ma di angeli non ne aveva visto nemmeno l’ombra… forse, pensava, sono ancora troppo piccola per vederli…
… E così, sospesa, rimase fino a che non sentì i rumori delle stoviglie, la mamma che le stava preparando la colazione… e vide sul viso di lei un’espressione felice, dolce, quasi assente… gli occhi le brillavano, e le sembrava strana… e così pensò che forse in quel preciso istante, la sua mamma stava volteggiando nel cielo, accompagnata da un angelo vestito di bianco…

…Sognidoro…

ENEA

   
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