Anche questa notte
sono affacciato alla stessa finestra di una notte passata.Anche questa notte nessun rumore,
sempre il solito lontano sferragliare del treno
che appena lasciato la stazione, si allontana
lanciando nella notte un urlo come di un'anima in pena.
Questa notte
notte strana,
non si vedono le stelle
non la luna alta in cielo,
ascolto e respiro quella strana immobilità dell'aria,
passata la sua rabbia
calmo il vento,
come in attesa di un ritorno.
Ecco dei suoni e da sotto un lampione
si vede un ubriaco
è Nemo
che barcollando avanza
seguendo la via che lo porta a casa.
A casa.
Chissà nel mondo quante persone non hanno una casa,
una casa che li accolga come il grembo materno al calar della notte.
All'improvviso ritorna
il signore della giornata,
eccolo di nuovo rabbioso a sputare la sua collera,
e quel poveretto per via, che barcolla come una nave in tempesta,
combattendo una inutile battaglia con il vento, più forte di lui.
Si ripara in un androne levando al cielo notturno
una sequenza di imprecazioni,
chiede al cielo di lasciarlo arrivare a casa,
"a casa"
ma questa notte,
il cielo non ascolta e il vento continua rabbioso a soffiare.
Ho chiuso infreddolito la finestra
e una domanda sgorga dal cuore
"a che vale lottare quando le forze della natura
(il tuo destino, il tuo vento)
ti sono contrarie?"
Meglio lasciarle sfogare o combattere (e se è il caso, anche contro sè stessi)?
Non lo so
ma strani e malati sono i pensieri che a volte
di notte
ci assalgono.