Mircalla
Curatore
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Inserito - 12/07/2003 : 18:00:24
Mi svegliai di scatto con la netta impressione di avere qualcosa di importante da fare, "ma cosa?". Il cervello ancora annebbiato dal sonno, cercai gli occhiali, a tentoni sul comodino; la sveglia urlava a squarciagola segnando le 9,30, "Zitta!" le dissi ammollandole una sberla sul pulsante off. "Ma che giorno e’?... venerdi...13." Nicolas era gia andato a lavoro, mi sembrava di ricordare di averlo salutato nel dormiveglia. "N’oublier pas..." mi aveva detto prima di andare. "Non ti scordare, si man non ti scor...". Un altro spezzone di ricordo, questa volta la voce del mio tutor "...And, Antonella, this time, please DO try not to be late...." "OMMIODIO! La tesi, dovevo andare a discutere la tesi!" Balzai giu dal letto direttamente dentro un paio di jeans ed una camicia che penzolavano dall’attaccapanni dietro la porta inveendo furiosamente contro me stessa in tutte le lingue che conosco. "Ma come si fa a dimenticarsi una cosa cosi?..." urlava una voce arrabbiatissima dritta nel centro del mio cervello; "9,45" lampeggiava allegramente la sveglia.Sentii l’autobus arrancare su per Whitefield terrace e afferrando lo zaino al volo mi catapultai fuori casa. Sentii la porta sbattere dietro di me e contemporaneamente una voce nel cervello urlo "LE CHIAVI!..." "Vabbe troppo tardi..." le risposi. Mi buttai praticamente sotto l’autobus per farlo fermare e stavo per tirare un sospiro di sollievo, quando l’autista mi apostrofo con un sorriso timido "Sorry miss...le dispiacerebbe indicarmi la strada, e' la prima volta che faccio questo percorso...". Repressi il sospiro di sollievo e lo sostituii con un ghigno disperato che pero voleva essere un sorriso di incoraggiamento e gli indicai la strada. L’autobus andava a 2 all’ora, al contrario del mio cuore si era improvvisamente convinto di essere una ferrari impegnata in una gara di formula 1. Dopo quello che sembro un secolo arrivai finalmente alla mia fermata, coprii la breve distanza che mi separava dall’universita ad una velocita' degna di un centometrista; quando varcai la soglia dell’ufficio del mio dipartimento l’orologio diceva: "10:19:56". Ero arrivata 4 secondi in anticipo, arruffata sudata e senza fiato ma ce l’avevo fatta e cosa piu importante il mio tutor non era ancora arrivato. segue... antonella
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