Il disagio giovanile, e potremmo aggiungere anche infantile lo troviamo esplicitamente citato su qualunque giornale o telegiornale. Ad esempio <Tv violenta, un rischio per i bimbi> (il corriere della sera 26/11/2002) parla di bambini che devono curarsi perchè in "bilico tra normalità e disturbo".
Bambini che elaborano fantasie di aggressione dei genitori nei loro confronti per continuo ossessionante "delitto Cogne" non sono poi un caso così sconvolgente se pensiamo che ormai la violenza sta arrivando sempre ai più giovani ed in loro si manifesta sempre più frequentemente.
Ragazzini di tredici anni che rapinano (il corriere della sera 07/01/2003), ragazzi assassini a vent'anni (il corriere della sera 03/12/2002).
Questi sono esempi che non devono solo turbarci per la loro stessa
gravità, ma anche farci riflettere.
Cosa si nasconde dietro atti di violenza adolescenziale ormai così
frequente?
Le cause sono tante e diverse per ognuno, ma alcuni punti comuni
dovrebbero darci spunto per una riflessione più completa e approfondita.
- Oggi si deve parlare di egocentrismo. L'individualismo non è volto al bene della collettività, ma è una competizione in cui uno deve arrivare più alto dell'altro. Leggevo un articolo di una famosa cantante americana che nel nuovo cd voleva mostrare la sua vera identità con un nuovo look smaliziato.
Se essere smaliziata significa riempire i propri video di persone
omosessuali e drogate non sta a me giudicarlo, ma bisogna essere
consapevoli che questi modelli di comportamento entrano quotidianamente nelle nostre case ed i ragazzi adorano le persone trasgressive come fossero dei.
- Inoltre la vulnerabilità ai fallimenti e la ricerca del divertimeno con una gratificazione immediata. Ragazze che si uccidono a diciassette anni per essere state lasciate è la dimostrazione chiara che la nostra società offre come "modello di vita ideale" un'esistenza senza problemi e non insegna che il superamento delle difficoltà ci rende persone più forti e magari migliori.
C'è un vuoto di fondo, un bisogno collettivo non soddisfatto.
Il bullismo, la depressione, gli atti vandalici o di aggressione
presentano una forte insicurezza emotiva. Abbiamo dimenticato che essere liberi non significa necessariamente infrangere le regole e tutti quei valori che le famiglie non hanno tempo di insegnare o i figli non sanno più percepire come propri.
Qui sorge spontanea una domanda: Cos'è la libertà?
Esiste davvero quel valore, quell'ideale che l'uomo va ricercando in tutta l'esistenza? La libertà di essere anche diverso e che porta
inevitabilmente un adolescente a ricercare un modello trasgressivo, esiste, o è una moda anch'essa? Cercare di stravolgere i valori non porta a stravolgere anche un equilibrio interiore che si manifesta in varie sottoforme di depressione o di insoddisfazione adolescenziale generale?
Non parlo solo di una diciassettenne che si uccide o di un tredicenne
rapinatore, ma mi riferisco a quel peso, quella porta chiusa che intravedo negli occhi di molti miei amici. Perchè se vi si affacciano devono trovare l'onnipotenza, il sogno (o l'incubo??) di dominare gli altri, anche con atti di violenza, di aggressività o vittimismo esasperato.
Forse nell'età adolescenziale è più semplice essere superiori e farsi
logorare dalla propria fragilità, che esserne consapevoli che cercare di migliorarla.
Ecco i ragazzi depressi, i ragazzi violenti o troppo introversi.
Ora non si possono sparare buoni consigli per la famiglia, la scuola, gli amici.
In una società in cui l'insuccesso è visto come malessere e non come
accrescimento personale non si può chidere di trovare una soluzione unica o definitiva.
E' un'ottiva sbagliata, una moda in cui essere contro la società è la moda migliore per non rompere una catena, un sistema: la massificazione del viso perfetto e delle tette sode. L'immagine in cambio della propria sensibilità.
E questa è un'accusa. Un'accusa a tutti quei ragazzi che infrangono i
sogni dei giganti del passato. Perchè la "libertà di esistere" potrebbe esserci se non ci credessimo re tra i re.

Shirin