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 record della vacanza più breve...
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Elena Fiorentini
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Inserito - 01/09/2003 :  10:17:46  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
L'unica mia vacanza quest'anno è stata un viaggio a Venezia, un viaggio improvvisato e del tutto particolare.
Da anni, da quando mio figlio sta lavorando,circa sei anni, le varie agenzie interinali gli pagano i pochi giorni maturati man mano e non gli concedeno nemmeno un giorno di riposo.Sono le gioie tanto decantate del lavoro flessibile...

...diciamo che con i due giorni maturati quest'anno, avvicinati a quelli di ferragosto, poteva uscire una vacanza discreta,se non che un balordo si infilò nella nostra auto, tentò di rubarla devastando la centralina d'accensione e parti del volante facendo un danno di milleduecento euro...addio vacanza a Lorenzago e all'hotel Trieste, il vecchio albergo dove si mangia molto bene,anche se antiquato e senza ascensore.
In seguito vidi che vi si recarono alcuni membri del nostro parlamento....gli albergatori si rifecero perciò dei nostri giorni...

Lorenzago di Cadore anni '90

Era anni che non tornavamo a Lorenzago. Rinunciammo fin da quando il Papa Giovanni Paolo decise di venire a passare alcuni giorni di riposo di riposo nella casetta del custode del grande castello trasformato in seminario....la località è fantastica, m.800 sul livello del mare, una vegetazione di abeti, un'aria pulita, non ci sono auto, benchè ci sia il passaggio della statale, che va dal bivio del Ponte Nuovo nella valle del Piave dopo Calalzo, al passo del Mauria che collega la valle cadorina con la Carnia.

Da una parte le rocce della Cridola , più in fondo l'Antelao e i monti del bellunese. Da ogni parte si è circondati da vette.
E' un posto da fiaba, con un clima sempre fresco in estate.

Il Papa condusse con sè inevitabilmente servizi di sicurezza, elicotteri, la stampa internazionale, curiosi e pellegrini.
La nostra tranquillità andò a farsi benedire... sostituita da Papali Benedizioni....
...per vario tempo gite di pellegrini che venivano a visitare la casetta abitata dal Papa.
..quando udii la notizia al giornale radio delle otto del mattino ne rimasi molto stupita, non ci credevo, ma l'aveva udita contemporaneamente anche il vecchio parroco, Don Sesto da Prà, che alle 08,01, colpito da mistica furia e da irrefrenabile gioia, si attaccò alle campane e non smise di suonare che quando a mezzanotte esausto, fu facile convincerlo a staccarsi...ricominciando il giorno dopo con la stessa intensità...
...stavamo impazzendo tutti, soprattutto quelli che avevano alloggio in piazza e avevano già un problema durante i normali giorni di festa...

La riviera del Brenta

Quest'anno accordarono a mio figlio i giorni maturati: due! Verso le 11.00 del 16 agosto uscimmo di casa con l'intenzione di visitare un grande magazzino.

Ebbi però l'avvertenza di chiudere tutte le finestre e il gas. Presi anche una giacchina ed una borsa con dell'acqua fresca. Nemmeno un bar aperto in giro e la calura seccava la gola, toglieva il respiro...del caldo di questa lunga estate ci si è abbastanza dilungati...
...mio figlio, viste le strade sgombre, pensò di raggiungere il lago del Garda, non avendolo mai visto.
A un certo punto vide il cartello per Venezia ...perchè no?
A Venezia si mancava da anni, forse 15 o 20.
...pensammo di fermarci davanti ad uno dei tanti piccoli uffici informazioni lungo l'autostrada, prima di arrivare in piazza Roma e facemmo bene....acquistammo i biglietti per i vaporetti ...e prenotammo un albergo per la notte.

Scegliemmo un delizioso alberghetto situato tra Dolo e Mira, sulla Riviera del Brenta in località Cesare Musatti a Dolo, vicino a Villa Fini.

Non c'erano granchè zanzare, però la camera era fornita di aria condizionata e aveva in dotazione il fornelletto e le pastiglie... questo la dice lunga...

Dopo il giro turistico di rito a Murano,un tentativo fallito di entrare nella Basilica di S.Marco, una sosta in un bel caffè sulla riva degli Schiavoni, l'acquisto di un ombrellino di pizzo bianco da sole,la sosta in un supermercato in piazza Roma per gli acquisti per la notte... rientrammo a Dolo, dove cenammo.
Il nostro albergo di sole otto camere è in realtà un accreditato ristorante.
Cenammo infatti molto bene,con porzioni un tantino...giganti...però a pranzo ci eravamo dovuto accontentare di un panino surgelato e riscaldato nel bar dei Pulmann in Piazza Roma...

A Dolo c'era Festa Grande e ballo in piazza, la mattina dopo rientrammo a Milano.
Seduti a riposare in ammirazione dei volteggi dei ballerini, un abitante del luogo ci raccontò della festa di San Rocco, degli usi e costumi dei Navigli, dei canali, del fiume e delle chiuse.
Parlammo anche della pulitura dei Murazzi dalla sabbia che causa allagamenti e inondazioni.
Ci raccontò anche della Vacca Mora, che io credevo che fosse il nomignolo del treno che da Venezia va a Calalzo e che ci portava a Lorenzago di Cadore( la nostra vacanza negata) gli umori dei campielli veneziani, il profumo delle alghe del Canal Grande, la simpatia degli abitanti di Mestre e di Marghera e di Venezia.
In realtà la Vacca Mora, che sta ferma a brucare, così diceva la Signora Norma, era il nome dato al treno che girava per le contrade al mattino presto e portava gli operai al lavoro.

Da anni ho in programma la gita con il Burchiello e per le ville venete... chissà...un giorno o l'altro...

Sono assolutamenta incantata da questi che considero i più affascinanti luoghi che abbia mai visto...


E. F.
Elena
Milano

Edited by - elenafior on Sep 01 2003 16:22:45

leda cossu
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Cara Elena, nella villa Magnaghi, prospiciente la provinciale, contigua a Villa Musatti, ho abitato da piccolissima. Ricordo una stanza grande con due altissime finestre che danno anche oggi sulla provinciale, un caminetto fra le due, una piccola sedia ed un grande nonno silenzioso del quale ho una visione prospettica dal basso che non voglio correggere con gli occhi di adesso. Il nonno era in realtà il giardiniere della villa.
Uscendo, poco più in là verso Mira, oltre il fiume si intravede la ciminiera di una fornace dove si cuocevano i mattoni. Ci lavorava mio nonno Gustavo. Sua moglia Virginia, la mia nonna, fin da piccola aveva la barca attraccata sull'argine per traghettare fra le rive. Abitavano l'argine su un filare di casette che ci sono ancora adesso.
A Dolo ho abitato dopo la villa, su un altro argine vicino al Ponte del Vaso, ancora su casette, una siepe sulla quale raccoglievamo le chioccioline per qualche cena estiva con l'insalata. Da un albero di gelso raccoglievamo le foglie per i bachi da seta della vicina: l'inizio di una piccola catena di lavoro. Era dopo la guerra, erano casette di legno, a schiera, costruite come abitazioni per i soldati inglesi. Un po' rialzate da terra, sotto ci si nascondevano Milady e Minou le nostre gatte. Abbattute negli anni 60, al loro posto ci sono sgraziati caseggiati popolari. Nei primi anni '50 c'erano le macerie della guerra. Le casette formavano dal lato interno un ampio cortile che ora non c'è più (l'urbanizzazione ha cancellato molti luoghi di comunità). Le sere d'estate ci raccoglievano in cortile con le musiche della vicina sala da ballo "Da Moron" e i ballabili americani. Gli uomini appendevano gli specchi alle finestre per farsi la barba. Ero affascinata, ho respirato lì i primi odori maschili. Ci pesavamo sulla bilancia del piccolo mercato settimanale. Nell'aria, di casa in casa, volavano canzoni d'Opera, le cantavano in molti e noi ci accostavamo così alle prime immagini dell'amore, della tragedia, dell'abbandono. Lungo l'argine, d'estate arrivavo all'Ospedale di Dolo, passando per il Mercato dei Cavalli (una fiera mensile dove si comprava "sulla parola") e dove sostavano accampati gli zingari. L'Ospedale allora aveva lì l'ingresso, dall'altro lato della Provinciale. Avevo l'ombrello aperto perchè mia mamma non prendesse troppo sole. Ho ancora una viva percezione delle loro risa alla vista dell'ombrello, il sedersi accasciate delle ragazze, i loro bellissimi e brillanti occhi scuri e il mio timore per i terribili racconti serali che facevano su di loro gli adulti in filò nel cortile. Camminavo dritta fra gli zingari sentendomdi una specie inferiore. Li avvertivo come una comunità coesa, complice e forte... ma era più forte la voglia di raggiungere mia mamma. Vicino all'argine del Nuovo Macello mi sono trasferita qualche anno dopo. C'è ancora ed ospita un Teatro. Allora ci facevamo regalare il letame per gli orti. Io e le mie sorelle avevamo un orto minuscolo ciascuna in quello più grande della nonna. Ho passato l'infanzia fra un argine e l'altro e su quello, fra raccolte primaverili di carletti e bruscandoli per il risotto, passeggiate serali per il rosario di maggio con un grappolo di bimbe e bimbi. Mia mamma, unica adulta, ci insegnava canzoni e raccontava storie e salivamo su, rasente il Ponte del Vaso, arrivavamo in Centro attraversando il Ponte dei Mulini che c'è ancora e ci si può mangiare la pizza. Il disegno dell'antico ingranaggio del mulino ancora esistente e visibile è di Leonardo da Vinci. A settembre l'odore di mosto profumava l'aria, stendevamo le mele per l'inverno su fogli di giornali sotto gli armadi....Cara Elena hai aperto un fiume...
A Lorengazo, all'Hotel Trieste, la dolcissima proprietaria mi lasciava cucinare le pappe di mio figlio, mi raccontava di sua madre che era stata la governante ad Asolo di Eleonora Duse ed altro ancora. Sono certa che se chiedi di me se ne ricordi ancora. Il papa l'ha conosciuto anche Re Artù, quel carogna irriducibile-indomito e libero esploratore di Mestre che era il nostro cane prima di Stella. Conosciuto da tutti anche a Lorenzago. Abbaiava furioso al passaggio dell'Aereo papale, mio figlio più coinvolto si inginocchiava ed io avevo il mio daffare per togliere entrambi dal centro della strada. Un giorno non lo trovavo più, è riapparso improvvisamente nello spiazzo prospiciente la chiesetta alla fine del Paese dove il Papa aveva detto messa. All'uscita si sono guardati di fronte: Papa-Re Artù, il Papa ha sorriso, ero salva. Ed altro ancora...
Cara Elena, se prosegui la Provinciale per Caorle, dopo Eraclea mare, cammini per bei canneti, spiazzi ancora aperti e arrivi a Duna Verde, dove ci sono ancora tracce dell'antico lungomare Adriatico con bellissime dune, vicino alla Laguna, così com'era, più o meno, ma non attendere troppo, poco dopo in direzione Caorle stanno costruendo un ml di metri cubi. E forse non finisce quì, fintanto che le persone non vivono il loro territorio come Bene Comune, che vuol dire di tutti e non di nessuno. Un caro saluto

Leda

Edited by - ledacossu on Oct 08 2003 13:58:31Vai a Inizio Pagina

Elena Fiorentini
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...marina di Eraclea...eccolo...un altro fiume in piena.....

...una lontana vacanza in un villaggio turistico a Marina di Santa Croce, il grande mare Adriatico selvaggio, l'inondazione dei bungalow dopo il violento temporale e la vista delle Dolomiti bellunesi da me sognate ...

... le colazioni a base di pesce di fiume, fritto, servito con l'accompagnamento dello squisito Merlot, nei caldissimi capanni con il tetto di paglia lungo il Piave... le serate in grande semplicità in piccoli ritrovi...poi giorni dedicati alla esplorazione dei dintorni...
arrivammo in auto fino a Grado, fantastica striscia di terra nella laguna e delizioso luogo di villeggiatura, ma pieno di gente all'inverosimile...
..ricordo il viaggio a Venezia con la nave su cui ci eravamo imbarcati alla Punta del Cavallino, o Punta Sabbioni, non so bene, sono passati molti anni...ci sentivamo eroici e importanti...

...una volta in una strada costeggiata da canali ci imbattemmo in un branco di grosse oche bianche che stavano attraversando ...quando videro arrivare l'auto si bloccarono, fecero dietro front, poi, parendo tutto tranquillo, ritentarono l'attraversamento, con la loro andatura dondolante e goffa.
Giunte al centro della strada, mio padre fece rombare di nuovo il motore, le oche fecero dietro front un'altra volta, senza porsi problemi, disciplinatissime,finchè mio padre si decise: non si mosse più finchè non riuscirono a passare tutte , salve e contente....ridemmo per anni...

...tornerò,oh se tornerò.... tornerò in questi luoghi di serenità: la costa veneta, una puntatina a Sistiana, Lorenzago di Cadore,luoghi della mia serenità... pazienza se avranno costruito casermoni....a Lorenzago, che mi dissero che è rimasta tale e quale come vent'anni fa...la stradina nel bosco, la passeggiata a Villa Piccola,la strada per il lago che non potei mai fare... gli acquisti alla privativa dove si acquistavano giornali, libri, tabacchi e abiti , pullover di lana e loden che duravano anni.....
...tornerò e vi manderò freschi saluti ...
per ora son saluti milanesi....

E.F.
Elena

E. F.

Edited by - elenafior on Sep 01 2003 16:24:46Vai a Inizio Pagina

Elena Fiorentini
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Inserito - 02/09/2003 :  15:03:26  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
Stavo cercando delle foto di Lorenzago invece ho trovato una divertente poesia,un ricordo di Don Sesto, il parroco campanaro.

Don Sesto


In quel paese detto Lorenzago
nascosto fra i monti su in collina
con sottostante di Domegge il lago
c’è un prete che ci sveglia la mattina
con i rintocchi delle sue campane
dall’alto campanil forti e squillanti
che fan le genti diventar insane
sian esse paesani o villeggianti.

Queste, svegliate sempre soprassalto,
mandano a quel prete imprecazioni
e balzano giù dal letto con un salto
invece di fermarsi all’orazioni.
Un giorno anche il Papa glielo disse
di non suonar più tanto le campanee,
più tardi, ancora glielo ridisse
ma lui le suona ancor da sera a mane.

Ma, a parte il suo difetto, è un prete onesto
che, nonostante i suoi ottantott’anni,
si alza sempre la mattina presto
per non fare alla perpetua altri danni
e corre a legger gratis il giornale,
con passo svelto, alla bersagliera,
lo legge tutto sempre senz’occhiale;
... poi passa a far la spesa per la sera.

Pochi anni fa aveva un motorino
e vi balzava in sella con uno scatto
da fare invidia a un ragazzino
per andarsene in giro ratto ratto,
a far la visita alle parrocchiane
dando un santino e una benedizione,
poi tornava alle sue campane...
e le suonava ancora a profusione.

Or s’è fermato un poco e le montagne
le pensa da alpinista com’è stato
come fossero ancor le sue compagne
e di esse ne parla, innamorato.
Quando, al fin delle ferie,ti saluta,
ringraziando Dio, dice “speriamo
di rivederci ancora alla venuta
del prossim’anno, se non tramontiamo”

E, l’anno dopo, lo trovi sempre uguale
anzi, ancor più pimpante del passato,
a lui certo non han fatto male
le visite del Papa consacrato (1).
Nel salutar gli dissi “Quasi eterno”;
qui mi sorrise che pareva un santo
“Speriamo di non finir presto all’inferno
perché suono le campane così tanto”.

Or che invece (2) in Cielo è stato accolto
Pietro l’ha messo a le campan suonare
e il sorriso illumina il suo volto
perché... le può suonar quanto gli pare.

Goffredo Talluri------

(1) Da che il Papa l’ha fatto monsignore
in canonica si è ritirato
e passa a salutare le signore,
da queste gentilmente salutato.
Or che da tutti quanti è riverito
un desiderio ancora gli rimane,
ma voi questo l’avete già capito,
quello di suonar ancor le sue campane.

2) Ma quest’anno purtroppo se n’è andato
per un banale incidente occasionale
(su una lastra di ghiaccio è scivolato).
Subito è stato portato all’ospedale
dove nulla hanno potuto fare.
Son sicuro che in cielo è stato accolto
perché tutti egli sapeva amare
né io potrò mai scordar quel volto.

Addio Don Sesto caro amico mio
lasciami un posto là dove tu stai
così che possa anch’io vedere Iddio
e credi che non ti scorderò più mai.

Edited by - elenafior on Sep 02 2003 15:07:14Vai a Inizio Pagina

leda cossu
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Inserito - 06/10/2003 :  23:57:08  Mostra Profilo  Visita la Homepage di leda cossu  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a leda cossu
Pochi giorni fa, la notte di San Michele, non riuscivo a dormire. Ho girovagato per i canali con lo zapping soffermandomi sul bel volto sereno di Amos Luzzatto. Era intervistato da Marzullo per “Mezzanotte e dintorni”. Di se stesso dice: “sono un medico-studioso di cultura ebraica”. Ma è anche un ricercatore, è stato chirurgo e primario presso vari ospedali, si è dedicato alle applicazioni dei metodi matematici alle ricerche medico-cliniche, docente del Master Europeo Socrates sull’Archeologia e la dinamica della scrittura…..
E’ oggi Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, conferenziere.
Ha scelto Fabrizio D’Andrè come cantante e durante la canzone gli si illuminavano gli occhi. A cosa sta pensando? A Dolo, ad una casa piena di sole, e piena di bambini piccoli. Dal sorriso sembrava pensare ad una donna. Non ha detto altro di Dolo. Ho cercato di ricordare, ho chiesto a mia mamma…un medico mi ha detto, era un medico. Dove abitava mamma? Non me lo ricordo.
Io lo leggevo spesso nella cronaca di Venezia perché consigliere comunale, sensibile al buon governo della città.
Marzullo gli ha chiesto quale fosse secondo lui il pericolo più grande per la convivenza dei popoli. L’oblio dell’odio verso un popolo.
E la cosa più importante per la convivenza fra le persone? Ed Amos Luzzatto ha risposto con un sorriso arguto da nonno saggio e un piglio da ragazzo: Chiedersi cosa desidera la persona che hai di fronte, di cosa ha bisogno.
Chissà dove abitava a Dolo…..

LedaVai a Inizio Pagina

Elena Fiorentini
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Inserito - 07/10/2003 :  21:49:32  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
La riviera del Brenta

Il mio insegnante di pianoforte borbottava perchè andavo sempre in giro invece di studiare, ma quando gli dissi che avrei voluto fare un a passeggiata con il Burchiello per le ville venete, si illuminò tutto e mi disse: ....ah per una cosa di questo genere,non ho nulla da ridire ( io amavo andare a sciare..)anzi, avvisami, perchè verrò anch'io.

In realtà passarono molti anni e molta acqua sotto i ponti.
Solo quest'anno ebbi occasione di andarci per una fugace visita.
Nell'antica carta vediamo la partenza a Padova e l'arrivo in Piazza S. Marco.
Trovo questo canale molto intrigante, con le sue ville malinconiche e sfarzose nello stesso tempo dove i Signori Veneziani andavano a passare i giorni più caldi dell'estate.
Le chiuse mi ricordano quelle di Leonardo a Milano, alquanto degradate, ma fatte con lo stesso sistema, a occhio e croce.

Vaporetti in navigazione


E. F.
Elena

Edited by - elenafior on Oct 08 2003 14:08:57Vai a Inizio Pagina

massimo
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Inserito - 08/10/2003 :  20:10:18  Mostra Profilo  Visita la Homepage di massimo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a massimo
fantastica la gita col burchiello...l'ho fatta qualche anno fa con moglie, figlio, ed imei genitori
una giornata splendida..
la navigazione sul fiume, lo scorrere lento che ti permette di apprezzare il paesaggio, poco piu' di una camminata veloce..
ogni tanto una sosta e la visita ad una villa, una piu' bella dell'altra..
ognuna con la sua storia, le sue ricchezze, mai uguali
poi esci dal fiume ed entri in mare...
venzia, affascinante l'entrata dal mare..improvvisa, senza progressione, quasi come entrare direttamente nelle sue viscere senza avere visto il corpo...
una sensazione indimenticabile
merita, se potete fatela..
saluti massi

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leda cossu
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Inserito - 23/03/2004 :  21:01:07  Mostra Profilo  Visita la Homepage di leda cossu  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a leda cossu
In via Comunetto, a Dolo.
Amos Luzzatto (di cui parlavo nel mio post precedente in questo thread, girovagando per Dolo e dintorni del fiume Brenta) abitava lì negli anni fra il '60 e il '70. Forse per questo il suo volto mi è sempre apparso famigliare.

Via Comunetto è una laterale di via Cairoli, la sinuosa strada che passa davanti alla Chiesa in Centro. Quella del passeggio serale. Attraversa a Dolo, come un braccio orizzontale perpendicolare, la Brentana che costeggia il fiume fra Venezia e Padova.
I primi anni del '60 li ho vissuti nel collegio Piccola Opera delle Suore Dorotee, proprio in quella viuzza. Accanto al Cinema Italia, ne ascoltavamo sognanti le voci dei film delle proiezioni estive... dal cortile del collegio accanto.
In due anni lessi 126 classici per ragazzi. Ero la dannazione delle suore, sempre a leggere in tutti gli angoli. Avevo "le chiavi del cuore" della seriosa bibliotecaria della scuola di avviamento di Dolo, appena arrivavano i libri, prima ancora di registrarli... me li prestava in gran segreto. Ero la sua aiutante... a leggere.

Amos Luzzatto era chirurgo a Dolo. Lo è stato per molti anni. Aperto, cordiale, alla mano, ho scoperto che a Dolo se lo ricordano in molti. I pazienti con gratitudine, come un amico.
Il suo nome è balzato alla cronaca odierna locale per una sua caduta al Lido, che gli ha procurato un ricovero ospedaliero a Venezia. Avventuroso per la carenza di posti letto provocata dai tagli "razionalizzanti".
Si parlava di Sanità appunto all'albergo Danieli, in Riva degli Schiavoni in Piazza San Marco.
Un tavolo rotondo, belle cartelline per gli appunti, penne con inciso il nome Danieli, in un'atmosfera da fiaba. Arredamento orientale mescolato a belli affreschi veneti.
Un tavolo di medici che si ritrova periodicamente, fra loro il dr. Bassi, dermatologo, cugino di Luzzatto. E' stato lui a parlarne, poi altri veneziani che amano la loro città e la vogliono "vitale", anche qualche mestrino, pochi, anch'io.
Mi sembra surreale parlare di problemi concreti in questo clima da fiaba ed allo stesso tempo mi illudo che tutto questo amore per Venezia potrebbe diventare una bacchetta magica e cambiarne le sorti in positivo.

Venezia spopola, Venezia costa... anche ai Veneziani ed Amos Luzzatto per molti anni consigliere comunale a Venezia ha partecipato anche lui in modo amorevole a questa trasformazione ed in questo caso anche subìto.

Venezia è una vecchia signora, mi sembra lo cantasse Guccini.
Ai tempi in cui era una "Serenissima signora" di lei si diceva:
"Venezia... la Malcontenta, Mira con Dolo... Padova", oppure all'incontrario: "Padova con Dolo (dolore), Mira (guarda) la malcontenta (famosa villa sul Brenta dove viveva una contessa... mai contenta) Venezia.
Un'immagine che parla di mire, sguardi espansionistici della Serenissima Venezia verso la Terraferma, che ancora oggi la ama, ma vecchia e bisognosa di cure com'è Venezia... non abbastanza.

LedaVai a Inizio Pagina

   
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