Cara Luisa ci sono persone così gradevoli, morbide e di bell'aspetto che di per sè rappresentano l'immagine dell'accoglienza (basta guardare il tuo profilo). Per fortuna!Poi l'interlocutore è sempre diverso, anche nella sua intenzione.. oltre il dialogo. Oltre che una questione di comunicazione lo vivo come un problema di maturità maschile, di esperienze da maturare.
Più che modi di comunicare, tecniche penso siano importanti i pensieri che abbiamo dentro e che trapelano.
Ho lavorato in realtà tutte femminili e tutte maschili. Non tutti gli uomini sono maturi per interagire con le donne al di là di stereotipi.
Sono atteggiamenti che tutti conosciamo.
Ci sono uomini abituati a parlare di donne ed altri a parlare con le donne.
Appunto, proprio avendo una vasta gamma di tipologie maschili in fabbrica mi divertivo ad indovinare quale vissuto ci fosse dietro un modo o l'altro di porsi. Ed avevo imparato a riconoscere gli uomini che avevano sorelle, figlie..la presenza di donne nella loro vita. Sono più pronti a relazioni umane mature con le donne, in cui sorriso, postura del corpo non significhi automaticamente invito ad altri scambi.
Il disagio c'è, ma non è un problema femminile, anche se molte donne ci giocano su questo, a fini magari innocenti, o per avere conferme su se stesse e la loro capacità di attrarre.
Ma l'istinto, l'attrazione sono forze eccezionali, meravigliose che possono trovare forme di espressione di grande ricchezza, creatività nelle persone.
Io penso che siano risorse umane da accogliere così come sono, nella loro differente maturità.
Penso che solo se le accogliamo come normali, senza farci bloccare dal turbamento riusciamo a migliorare le nostre relazioni con gli uomini.
Alcuni è vero hanno la testa dura, ma per quanto mi riguarda quando mi accorgo che c'è fraintendimento non chiudo tutto, non cancello nulla, cerco solo un atteggiamento interiore di accoglienza da una parte e distanza dall'altra. Usando anche toni fermi, ma non scostanti, una postura diversa.
Quasi sempre vedo che è come se parlassi, è come se tenessi le mani in avanti per tenere la distanza.
Con i malati maschi poi è bellissimo questo interagire uomo-donna nel rispetto, ma anche dell'accoglienza della mascolinità, dell'istinto in modo positivo. Diventano slanci per il movimento, per la vita, per la socialità. Assisto ad atteggiamenti di mortificazione degli uomini da parte di donne che curano, anche di uomini che "non hanno tutte le luci accese" e ci soffro ed in qualche modo se posso cerco sempre di recuperare.
Quello che tu dici è verissimo, lo sperimentiamo da ragazze ed in modo anche più offensivo in età adulta, ma io non voglio avere paura, anche se ci sto male, se il cuore a volte batte forte, non voglio negarmi la piacevolezza di interagire liberamente, anche con gli uomini.
Non voglio spegnere forze che secondo me sono positive e bisognerebbe imparare ad esprimere, a guidare, a trasformare.
Gli uomini possono impararlo da soli? E come fanno se non si relazionano? Diventa quindi inevitabile volenti o nolenti mettersi in atteggiamento positivo e dargli una mano...anche per non privarci del piacere delle relazioni umane.
Parecchi anni fa c'è stato un periodo che vicino a casa mia c'era un giro di prostituzione che non potevi uscire di casa la sera.
Era più forte di me, mi sentivo così prigioniera che portavo apposta la spazzatura fuori all'1 di notte. Penso che se qualcuno fosse sceso dalla macchina chiela avrei data in testa. E chi rallentava penso che lo cogliesse da come mi muovevo. Fra moltissimi altri modi, anche la borsa "delle scoasse" era un modo per ottenere rispetto senza dover rinunciare alla mia libertà.
Ciao Luisa, non perdere il sorriso mi raccomando...
Leda
Edited by - ledacossu on Sep 26 2003 12:05:19