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elisabetta
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Inserito - 24/10/2003 :  20:21:53  Mostra Profilo  Visita la Homepage di elisabetta Invia un Messaggio Privato a elisabetta

mi ricordo quando finì quella storia... tanti e tanti anni fa...
mi ricordo di quando ascoltavo una serie di note nell’oscurità della notte. una musica dolcissima. un pianoforte. un sax ed una voce. una voce melodiosa e forte nello stesso tempo. è solo un disco che risuona ancora oggi nella mia mente come risuonava alcuni anni fa nella mia anima e dentro al mio cuore...
tutto era così soffocante e triste attorno a me. le luci erano spente. il buio mi circondava mentre riflettevo distesa sul mio divano chiusa nella casa in riva al mare.
il mare... lo intravedevo appena dalla porta della terrazza. mi era sempre piaciuto il mare... l’acqua aveva sempre avuto su di me un insolito potere. mi stregava... ma io andavo in acqua quando non c’era ormai più nessuno. era così fin da piccola.
non amavo la gente. non amavo la folla. anzi odiavo la folla attorno a me...
io amavo il mare in autunno... in inverno... ma non d’estate...
di quando al mattino il sole aveva in se stesso un chiarore strano e fastidioso. mi faceva male agli occhi osservarlo attraverso i vetri della mia stanza. sentivo ogni tanto i bianchi gabbiani che si avvicinavano alla terrazza e che si chiamavano tra loro quasi festosi... forse almeno loro erano felici. erano sereni. io non ci riuscivo più...
uscire da quel rapporto era stata la cosa migliore che mi fosse accaduta a quel punto della mia vita. ma sentivo dentro un dolore così forte. un dolore insopportabile. ma almeno ora sentivo dolore.
erano alcune settimane che mi ero rifugiata lì... passavo le mie giornate a riprendere il controllo della mia vita... sentivo musica... passeggiavo sulla spiaggia al tramonto...
mi imbottivo di medicine e di antidepressivi.
durante il giorno cercavo di dormire il più possibile. mi dava fastidio la luce del giorno. la sua vivacità. e la gente che affollava la spiaggia nel mese di settembre. e poi... ogni piccola cosa mi ricordava lui. ogni rumore quotidiano mi ricordava lui... anche la musica idiota alla radio mi ricordava lui...
solo alla sera mi distendevo un po’ e ricominciavo a pensare a me. a pensare al bene che dopo tutto mi aveva fatto, scappando via in quel modo...
e poi passavo alcune ore a suonare il mio pianoforte che avevo dimenticato al mare...
per almeno due anni io avevo vissuto dietro la sua ombra. prendendo per vero tutto ciò che mi diceva e che mi raccontava. passando ore ed ore a pulire la sua casa ed a cucinare per lui e per i suoi stupidi amici. e a lavare e stirare i suoi vestiti... non mi rimaneva tempo per altro... non avevo più tempo per me stessa... lui assorbiva tutte le mie energie... anche a letto...
avrei dovuto finire di studiare e forse ora avrei potuto farlo con più serenità.
non con lui accanto. con lui che non leggeva un libro a meno che non parlasse di caccia o di arti marziali... con lui che non ascoltava un disco... che non fosse disco-music... lui che la domenica andava a caccia. lui che mi lasciava sempre a casa...
eppure avevo creduto mi amasse e avevo creduto di amarlo al punto da annullare la mia identità per lui... ma non era così. nel momento in cui avevamo deciso di sposarci lui era sparito dalla mia vita... non lo trovavo più a casa... non rispondeva al telefono... non me lo passavano sul lavoro...
sparito nel nulla. come se non fosse mai esistito.
ed ero rimasta lì al mare con me stessa a tentare di recuperare la mia anima. quell’anima che il suo egocentrismo aveva voluto distruggere. quella mente che lui era quasi riuscito a plagiare. ad annientare. e soprattutto avevo smesso di scrivere in quegli anni. per lui non era importante. io non ero importante. mi aveva solo usata...


elisabetta

   
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