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 Il Quadro
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Adele_langeloblu
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IL…Quadro
11 Novembre 2003
Il vento fresco dell’ultimo autunno le lambiva le guance arrossate,gelando le lacrime scese tranquille, che appena calde, divenivano fredde e immobili come il suo cuore nel tempo dei ricordi.
Seduta, con le gambe piegate al seno e le braccia a raccogliere se stessa,perdeva il suo sguardo lontano all’orizzonte; la’ sulla scogliera altissima,finestra immensa sul mare autunnale, al finire del giorno.
C’era un pittore a guardarla da lontano e vide in lei, una figura di donna, immersa nei suoi pensieri,dall’alta scogliera di un paesaggio,come se fosse stata solo uno splendido quadro dai foschi colori.Con il contorno delle cose e lei… presenza viva al tatto della tela,di un anima qualunque, come testimone. dell’emozione del tutto!
Il pittore la vedeva così,una donna in un quadro ben fatto, come presenza di vita che respira, immersa nella vita delle cose che hanno la stessa vita, ma…senza il respiro dell’anima.Il mare, la scogliera, i gabbiani in volo, le nuvole rosse-dorate,la barca appena visibile,le increspature bianche fra le onde blu e fosche del tramonto nelle acque in movimento.
<Che bel quadro! >Avrebbe detto! Chissà chi lo ha dipinto, non c’è firma!E forse per questa ragione, lo avrebbe rubato, mettendovi la propria firma e spacciare quell’opera di lirica del cuore, che da lei veniva fuori, come sua!Un pittore se ne sarebbe innamorato sicuramente! Lei era la’ a guardare lontano con il vento fresco nei capelli fini e biondi, mossi dal vento.Con lei…prendeva vita il tutto! Non era un quadro immobile;il sentimento che veniva da lei, rendeva la staticità della scena del quadro, un continuo lento movimento di immagini e parole, come un cortometraggio di 15 minuti, che ti racconta tutto,con le immaggini, il suono, i colori e le espressioni di un vivo viso, di dolore e dolcezza al contempo.Un corto senza parole,
che riesce a raccontare la storia di tutti, sia di un uomo , che di una donna.La stessa identica storia di ogni uomo o donna che ha amato e poi ha perso;mentre si ferma un istante nella vita, a ricordare il tutto e a nutrirsene in silenzio.Nel bene e nel male, affinchè rimanga in esso il sentimento strugente che fa accrescere l’anima! Quella specie di dolore quasi gradevole, che si ascolta “dentro”, mentre si ricorda chi ti ha dat o e ha preso,ma…senza rancore!
Lei guardava quella meraviglia che si delineava sotto il suo corpo, seduto e piegato a mo di feto,la meraviglia della forza della vita, in continuo movimento, sotto di lei, da quella grande altezza, e dentro di lei!
Sorrideva melanconica e grata, per quella dolcezza dolorosa che le saliva dal cuore.Respirava a pieni polmoni il calore delle sue lacrime tranquille e il sapore della salsedine che saliva dal mare.
Un docile pianto il suo,come un abbraccio a se stessa, fatto di coccole e bacini, come si fa con i bambini quando cadono e si sbucciano il ginocchio.Lei si voltò e scorse il pittore che la guardava innamorato perso e gli scappò un sorriso splendente, fatto di lacrime rosa e lucide,
come i colori di quel tramonto.Fece un cenno con la mano destra e lo salutò felice di vederlo.Lui si avvicinò allora e le tese la mano per aiutarla ad alzarsi,lei gliela porse e si drizzò in piedi e fu in un secondo difronte a lui…il pittore innamorato perso di lei!
Non ci furono parole, ma solo un lungo abbraccio, che raccontava, con la voce dell’anima di lei …così:
<Cosa fai pittore? Rubi il quadro che ti piace e non ne scorgi neppure la tua stessa firma? Fai le cose più belle e te le scordi? Non vedi che la vita che scorre in esso è opera tua?Non mi riconosci! Sono tua figlia, sono tua sorella.Sei tu che hai dipinto in me quest’amore senza fine.Sei tu che mi hai dato uno schiaffo sul cuore, affinchè non si perdesse, ma divenisse migliore!E’ opera tua questo quadro del quale ti sei innamorato tanto! Lo puoi prendere pittore! Il quadro è tuo!>
Mentre lei sorrideva e gli carezzava il viso, il pittore si vide riflesso negli occhi di lei, e…rimase stupito di ciò che vide!
Vide il suo volto riflesso in lei e si riconobbe!
Lui era il Cristo d’Amore che è in tutti noi,Colui che dipinge la vita di ogni creatura e poi l’ammira e si innamora perdutamente!
Lui era il cristo che diventa uomo per noi, talmente uomo che…dimentica la sua Divinità mentre vive e soffre in noi.
Lui era il Cristo che guarda alla nostra vita dall’alto dei cieli, con il pennello in mano e noi……a porgegli i colori che vogliamo!
Non si era riconosciuto, perché si era fatto,totale parte della storia, di quella creatura che evolveva.
Nella sua gioia e il suo dolore, nel suo peccato e nel suo perdono.Nei suoi sentimenti cantati e poi pianti.
Nei suoi sorrisi melanconici e le sue risate allegre.
Lui era l’autore di quel quadro così ben fatto, che raccontava tutto senza parole.
Lei lo strinse al cuore con dolcezza e lo ringraziò per quel dono così bello.
Un quadro che faceva innamorare tanto, da dimenticare tutto!
Perché Dio quando perdona dimentica il peccato, siamo noi che non sapendo dimenticare, non sappiamo perdonare!
Un perdono più Divino di quel quadro……non c’era!!
Il Cristo la tenne stretta al cuore e le carezzò i capelli, allora lei con voce fievole d’emozione gli disse:
<Gesù, la vedi quella barca appena percettibile, che si vede nel mio quadro? Vedi che su di essa c’è dipinto un uomo?Ti chiedo di predere il largo nel mare e di raggiungerlo.Ti chiedo di abbracciarlo e di innamorarti perdutamente anche di lui, come hai fatto adesso con me!
Perchè il tuo innamoramento è il tuo Perdono!
Ti chiedo di riconoscerti anche in lui, ti chiedo di dirgli che anche lui è parte, del mio risultato d’Amore nella vita!>
Così dicendo lei lo lasciò andare e ritornò nel quadro. Il Cristo pittore prese il suo quadro e scomparve,sfumandosi nell’orizzonte, la dove il mare si confonde con il cielo.
Giunto nella sua Casa Divina, si incamminò per un lunghissimo corridoio e dopo aver superato milioni di porte doro, si fermò alla numero 49 e l’aprì! La stanza era ampia e luminosa, vi erano molti quadri appesi alle pareti immacolate, ma vi erano ancora moltissimi spazi vuoti da riempire. Il Cristo Pittore appese il quadro di lei a fianco di un altro quadro identico a quello che aveva appena agganciato alla parete.


Era il quadro di un uomo…
con il vento fresco dell’ultimo autunno che gli lambiva le guance arrossate. Lacrime che scendevano tranquille, che appena calde, divenivano fredde e immobili come il suo cuore nel tempo dei ricordi.
Seduto, con le gambe piegate al torace e le braccia a raccogliere se stesso,perdeva il suo sguardo lontano all’orizzonte; la’ sulla scogliera altissima,finestra immensa sul mare autunnale, al finire del giorno.
C’era un pittore a guardarlo da lontano e vide in lui, una figura di uomo, immersa nei suoi pensieri,dall’alta scogliera di un paesaggio……….

Il Cristo Pittore sorrise mentre ricordava le parole che gli aveva detto l’uomo di quel quadro, identico all’altro della donna, appena agganciato alla parete immacola.
<Gesù, la vedi quella barca appena percettibile, che si vede nel mio quadro? Vedi che su di essa c’è dipinta una donna?Ti chiedo di predere il largo nel mare e di raggiungerla.Ti chiedo di abbracciarla e di innamorarti perdutamente anche di lei, come hai fatto adesso con me!
Perchè il tuo innamoramento è il tuo Perdono!
Ti chiedo di riconoscerti anche in lei, ti chiedo di dirle che anche lei è parte, del mio risultato d’Amore nella vita!>
Il Cristo Pittore guardò compiaciuto i due quadri e alzò la mano destra per benedirli.

< Ci saranno altri quadri che dovrò agganciare su questa parete immacolata e saranno tutti belli, ma son certo che nessuno sarà identico all’altro come questi due!
Nessuno altro quadro canterà ad una sola voce come questi!
Perché una sola volta nella vita sulla terra,
è dato ad un uomo e una donna, la possibilità,
di far trasformare e divenire…(un peccato che l’uomo crede non abbia perdono)…Amore Puro Che Salva!>

Sentì lo spostamento d’aria dello sportello della macchina, appena chiuso e l’aria fresca della sera invadere il piccolo abitacolo.Sentì il suono quasi lontano della voce del guidatore al suo fianco:< Scusa il ritardo, mi ha trattenuto un pò più del solito, ti sei annoiata?>
Lei sussultò come fa una pesona che viene svegliata da un sogno all’improvviso e si accorge che la realtà si espilca in una chiara voce che ti chiama.Guardò l’uomo al suo fianco e disse:< Stavo pensando.Un panorama così, ti aiuta a pensare e sentire Dio!>
Non disse altro, carezzò la mano del guitatore con tenerezza e disse:<Dai, metti in moto, è tardi e mamma è sola a casa!>
Mentre la vettura procedeva sulla costa, nel ritorno a casa, lei immersa nella sensazione ancora viva di quel sogno fatto ad occhi aperti, nell’ attesa di suo marito, pensò:

< Vorrei che anche lui avesse un quadro identico ad un altro, che ha cantato ad un isono,come l’ho io in Paradiso!Sarebbe giusto Cristo Pittore,non credi? Io sì, e non ne sarei gelosa!>

Suo marito, ignaro dei suoi pensieri, nel ricambiare la carezza della sua mano, la prese fra la sua e la strinse con calore.
Inconsapevole lui…stava ricevendo il risultato dell’Amore che era in lei!
Incosapevole lei, stava ricevendo dal Cristo Pittore, la risposta alla sua supplica.

Mentre come ad uno specchio riflesso, nello stesso istante…
Una moglie, ignara dei suoi pensieri, nel ricambiare la carezza della sua mano, la prese fra la sua e la strinse con calore.
Inconsapevole lei…stava ricevendo il risultato dell’Amore che era in lui!
Incosapevole lui, stava ricevendo dal Cristo Pittore, la risposta alla sua supplica.


Adesso in Paradiso, sulla parete immacolata,vi erano agganciati due quadri identici, di due mani consapevoli, che si donavano amore senza farsi mai più domande

FINE
Lascio al lettore la libera interpretazione, di questa storia,a seconda della sua esperienza di vita. Adele_langeloblu

Adele_langeloblu

   
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