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leda cossu
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Inserito - 27/11/2003 : 18:25:57
Ci sono conoscenze…saperi, culture storiche diffuse, arrivate ai giorni nostri, quasi sempre solamente in modo orale, che ci appartengono e vengono disperse piano piano dalla memoria collettiva. Dimenticate. Conoscenza delle stagioni, del tempo, delle piante, delle piccole cure famigliari… Una di queste è la cultura dei gesti di fede, di protezione, delle parole che li esprimono, in tutte le religioni. A torto viene a volte definita sottocultura, che risponde ad un bisogno dell’uomo di esprimere e tramandare la fiducia nel bene, nei valori positivi assoluti: la bontà, la speranza, un destino finalizzato alla crescita dell’uomo, la fratellanza umana nel nome di un bene più grande, che esiste anche se non è misurabile… C’è un gesto ad esempio: la benedizione, che una volta era vissuto comune delle figure autorevoli o di protezione: le madri, le nonne, i padri, i sacerdoti… Era una forma di saluto, per un breve o lungo allontanamento, prima di un evento importante…. Era un gesto che si esprimeva con le persone e con gli oggetti: la benedizione della casa, dell’auto, degli animali, degli strumenti musicali prima di un concerto, del cibo prima di mangiare….. In questo spazio espressivo in cui c’è interesse e curiosità a conoscere… “oltre” sarebbe bello raccogliere un thread degli amici di Concerto sugli antichi gesti di devozione, sulle parole…. Nel Veneto si fa ancora una croce sulla polenta, in altre regioni sul pane, mia suocera fa una croce sulla fronte di mio figlio ogni volta che la va a trovare… Avevo iniziato con una poesia… https://www.concertodisogni.com/mp/link.asp?TOPIC_ID=6123. ed ora… lancio la palla agli amici di Concerto… Leda
Edited by - Leda Cossu on Nov 27 2003 18:27:48
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leda cossu
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Inserito - 29/11/2003 : 03:25:37
BenedizioniBenedizione alle persone, alla casa, Mi racconta la moglie del signor Gelindo di Mestre…. Quando qualsiasi cosa che fai sembra andar storta, si usa dire: "Ma perché non vai a farti dare una benedizione?", e quando in una famiglia te ne capita una dopo l'altra si usa dire: "Fatti benedire la casa" Benedizione agli animali, a Venezia e in Terraferma Per la Chiesa locale la decisione di benedire gli animali è nella piena autonomia dei parroci.
A Venezia: Monsignor Ermenegildo Fusaro l'anziano rettore della Chiesa di San Rocco di Venezia, ogni anno benediceva gli animali. Conosciutissimo e amato. Alzava la voce, dall'alto della sua statura, in loro difesa. Anche dei colombi. Scomparso nel 2002 ad 87 anni, aveva fondato nel 1972 la Lega di San Francesco in difesa degli animali A Marghera i Frati Minori Francescani benedicono ogni anno gli animali sul sagrato della Chiesa I Santi tradizionalmente considerati protettori degli animali sono San Francesco d'Assisi (festa il 4 ottobre) e Sant'Antonio Abate (festa il 17 gennaio). Le benedizioni avvengono solitamente in occasione di queste festività. Edited by - Leda Cossu on Nov 29 2003 03:34:37
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Elena Fiorentini
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Inserito - 02/12/2003 : 11:28:51
...e a Milano come vengono riproposti gli antichi gesti?A Milano la benedizione degli animali viene impartita dai frati francescani del convento di S. Angelo, situato nell'omonima piazza. Non credo che sia il 4 ottobre, qualche milanese me lo può confermare? Mi sembra invece che sia il giorno di S. Angelo, il lunedì di Pasqua,con una grande festa che vede nella piazza di fronte al convento con S. Francesco che parla agli uccellini posati sulle sue mani e nelle vie adiacenti, bancarelle che mettono in vendita animali. La fiera si allarga sui bastioni di Porta Nuova con una imponente esposizione di fiori che presenta le ultime novità dei floricultori e che ci da la prima possibilità di abbellire i nostri terrazzi e balconi, in concorrenza con la fiera del tredicino, che si tiene il 13 marzo di ogni anno.Sono giorni in cui l'aria è ancora frizzante ma sentiamo tutti un grande bisogno di luce e di primavera e di calore,che per questa data possiamo solo immaginare... Quanto alle benedizioni non impartite dai religiosi, ricordo invece il nonno paterno di mio figlio che in determinate ricorrenze usava , secondo antica consuetudine, impartire la benedizione al figlio e al suo nipotino. S.Antonio, protettore degli animali. Di questo santo, mi ricordo di un grazioso disegnino conservato da mia mamma. Raffigurava Sant'Antonio Abate a cavalcioni di un maiale, bello grasso, tondo e roseo. Le gambe dell'Abate toccavano quasi terra. Sotto, in scrittura minuta ed elegante si potevano leggere queste parole: Sant'Antoni del purscell che andà a pée s'era stracàa l'ha trovàa che l'era bell anca andàa on pòo sulevàa in italiano: Sant'Antonio del porcello che andare a piedi si era stancato ha trovato che era bello anche andare un po' sollevato E. F. Elena Fiorentini Edited by - elenafior on Dec 03 2003 16:56:51
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Grazia
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Inserito - 03/12/2003 : 16:58:02
Mi è venuto in mente un gesto quotidiano, riguardo al pane che si mette in tavola, mia madre mi ha sempre detto di non metterlo mai rovesciato, perchè "porta male".Infatti è un'antica usanza che ha origine all'epoca delle "masche", in campagna, i contadini avevano questo timore: se ponevano il pane rovesciato...di notte arrivavano le "masche" a combinare guai. Mia madre è originaria del Veneto, quindi anche lei fa la croce sulla polenta, però mi dice di non mettere le posate incrociate o non fare la croce quando si serve a tavola, antiche usanze ma non so da dove abbiano origine. Riguardo alle benedizioni: pochi giorni prima di Pasqua, il parroco passava per le case a benedire, una tradizione che sta scomparendo. Grazy
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Mircalla
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Inserito - 04/12/2003 : 16:52:47
Quella del 24 di marzo credo sia la mia tradizione preferita, scrivere queste righe mi riporta alla mente dolci ricordi di infanzia, profumo di casa, nostalgia... La giornata cominciava presto, mio nonno andava nel castagneto a cercare dei bastoncini di castagno n'zuc "in succo" e con la corteccia ci preparava lo zufolo " gl' ciufl" poi si andava tutti insieme alla chiesa di S. Marco per la messa alla fine della quale si scendeva in processione lungo una stradina in mezzo ai campi ed il sacerdote benediceva i campi ed il raccolto in germoglio. Poi le donne preparavano la "jengata" si scalda il latte di mucca nel quale si era messo il caglio qualche ora prima. Poco a poco comincia a formare uno strato di fiocchi di formaggio che subito si raccolgono insieme al siero e si servono su una fetta di pane fresco una delle "pietanze" piu' buone che abbia mai assaggiato. E per finire le nostre mamme ci facevano sedere, noi bambine e loro dopo di noi, nella culla "La cunnra" una grossa pietra incavata nel mezzo "fa passare il mal di pancia" dicevano Un'altra tradizione che ha lasciato grande impressione nella mia mente era la preparazione de "gl' sbbulc" il sepolcro. All'inizio della quaresima preparavamo tante vaschette di terracotta piene di un misto di terra umida e ghiaia sulla quale spargevamo semi di grano, biada, orzo, a volte anche lenticchie e fave (quelle piccoline) e poi le lasciavamo nel granaio al buio a crescere fino al giovedi' santo quando erano usate per decorare le chiese. Noi bambini per qualche strana ragione eravamo elettrizzati, la responsabilita' di innaffiare le piantine, la possibilita' di sbirciare nella vecchia madia nella quale i germogli venivano coltivati perche' crescessero sottilissimi e bianghi, era considerato un grandissimo "onore", segno che i nostri genitori si fidavano di noi. Ad ogni modo il giorno del giovedi' santo il parroco depositava crocifisso coperto con un panno di velluto, generalmente rosso, ai piedi dell'altare. E la sera dopo cena si faceva il giro di tutte le chiese del paese ad onorare il cristo deposto, e noi eravamo impazienti di arrivare alla chiesa di S. Giuseppe al Canale, sempre l'ultima perche' sul percorso di ritorno, quella nella quale i nostri vasi erano stati usati per il decoro. antonella Edited by - mircalla on Dec 04 2003 16:57:07 |
leda cossu
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Inserito - 07/12/2003 : 10:54:34
spero non me ne voglia una cara amica se quì scrivo quanto raccontatomi.. a quattr'occhiGesti di devozione... Anch'io sono cresciuta con gesti simili. Uno in particolare mi piace ricordare: quando mio padre usciva di casa, ho vivo il suono di un "La Madonna ti accompagni" che mia madre gli diceva sempre. Lo ricordo con tenerezza e lo ripeto ai miei spesso. Anche la croce sul pane o la pasta messa a lievitare mi è naturale; ancora oggi, quando passo davanti ad una chiesa mi faccio il segno della Croce e quando mi avanza il pane e devo buttarlo, lo bacio prima. Leda |
Elena Fiorentini
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Inserito - 08/12/2003 : 01:33:13
Gli scotti caldi di Elena FiorentiniA S. Ambrogio fa sempre molto freddo a Milano, o che c'è nebbia, ma quella cattiva, insidiosa, che trapassa ogni abito e penetra nelle ossa, che va giù per i polmoni e fa tossire.. oppure un vento gelido di tramontana con o senza sole e ti riempie il corpo di elettrricità statica... Ogni anno il vero impatto con il freddo avviene durante la nostra visita alla fiera degli "Oh bej, oh bej" che si tiene proprio in questi giorni. In tempi migliori si partiva per il ponte di S. Ambrogio per i campi di neve, preferibilmente per Zermatt, dove si avevano sconti speciali per i Milanesi che inauguravano la stagione in anticipo, oppure si andava all'inaugurazione della Stagione della Scala, passando magari una notte al freddo per acquistare i biglietti. Un'altra alternativa erano le belle cose: oh bej,oh bej, esclamavano i bambini, oh belli Alla fiera di S. Ambrogio le bancarelle espongono oggetti d'antiquariato,libri rari, oggetti vecchi o antichi, stampe, lampadari, giocattoli d'antiquariato o moderni, capi d'abbigliamento...e tutto ciò che si può inmmaginare esposto in quella che è diventata una vera epropria sagra di S. Ambrogio. La visita alla fiera comprende anche la discesa nella cripta per visitare le tre mummie, S. Ambrogio, S. Gervaso e S. Protaso,visita che ritengo di pessimo gusto , soprattutto quando si hanno sei o sette anni..poi ci si lustra ben bene gli occhi con la vista dell'altare d'oro del Volvinio, capolavoro d'oreficeria d'arte Longobarda,raccomando la visita a chi viene a Milano; ci raccontiamo per l'ennesima volta del perchè uno dei due campanili è più piccolo dell'altro,pare sia stato un diavoletto indispettito a tranciarne uno... Non trovo più in vendita le piccole zampogne giocattolo, pochi soldi , due cannucce di bambu, la sacca di gomma ed eccomi trasformata una pastora abruzzese. Non mancano mai i "firoe", le lunghe collane di castagne del cuneese; non mancano i profumi delle frittelle e dei brigidini. Al di sopra di tutto però vanno menzionati gli scotti caldi. Ieri li abbiamo acquistati, un pacchettino per quattro persone, ognuno la sua castagna calda in tasca per scaldare le mani, poi il pensiero. Si china il capo, ci si concentra ,ci si raccomanda che possano accaderci d'ora in poi cose belle, ognuno secondo il proprio modo di sentire. Quattro persone in mezzo alla strada concentrate e dimentiche di ciò che stava loro intorno: ecco ancora una volta ripetuta l'antica preghiera che si ripete ogni volta che si mette in bocca un cibo per la prima volta nell'anno. E. F. Edited by - elenafior on Dec 08 2003 01:36:46 |
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