- seconda parte -
"ANNA NELL'ANTICA ROMA"
La giornata volgeva al tramonto, Anna camminava spedita, lungo il viale che conduceva a casa, il cielo era un incendio, un tripudio di sfumature rosse e gialle, l'aria tiepida e frizzante primaverile la rendeva euforica, era così felice, aveva passato un pomeriggio fantastico con il suo amato.
In lontananza il Colosseo emanava una luce sinistra, quasi un presagio, risuonavano ancora le voci della folla e le urla dei gladiatori.
Roma stupenda e terribile, pensava Anna, suo padre era un senatore, una persona importante e temuta, non avrebbe mai permesso che il marito di sua figlia fosse un semplice artigiano.
In quel periodo le donne svolgevano funzioni importanti nella società, a volte, prendevano parte, indirettamente, agli affari politici della città e gestivano il patrimonio ma non la dote che apparteneva al marito.
Le donne nubili non avevano alcuno statuto giuridico ed erano soggette all'autorità paterna, per Anna non si prospettava un matrimonio d'amore ma di convenienza.
Anna aveva un'amica, la cui madre gestiva un albergo e l'aiutava nella tresca con l'innamorato.
I mesi passavano e diventava sempre più difficile incontrarsi, avevano persino progettato di fuggire, ma le conseguenze sarebbero state tragiche.
Il ragazzo era un semplice apprendista artigiano e per Anna la vita sarebbe stata difficile senza il consenso paterno al matrimonio.
In quella calda mattina estiva, Anna sentiva un brivido, una sensazione strana, come un presentimento.
Le sue sensazioni erano fondate, infatti, in quel momento, nella stanza entrò il padre annunciandole che tra pochi giorni avrebbe conosciuto il futuro marito.
Lacrime amare scesero dalle sue candide gote, un singhiozzo le scosse il petto, la madre le si avvicinò e l'abbracciò, cercando di consolarla.
I suoi due fratelli erano partiti in battaglia, facevano parte dell'esercito dell'Imperatore, Anna si sentiva sola e incompresa, sapeva che il suo destino era già segnato e che doveva seguire la volontà del padre.
Dopo il matrimonio Anna divenne la vestale della propria casa, la custode del focolare e presto avrebbe avuto dei figli per continuare la stirpe, la maternità aveva un ruolo molto importante nella società; se una donna non poteva generare il marito poteva sposare un'altra donna da cui avrebbe avuto dei figli.
Anna si era rassegnata alla sua vita e continuava a pensare al caro ragazzo che amava e che non avrebbe mai dimenticato.
- EPOCA IMPERIALE E PALEOCRISTIANA -
Nei saloni del Palazzo risuonava il vociare degli invitati, ospite d'onore era una donna di cui si parlava molto, era Anna la scrittrice, filosofa e poetessa.
In quel periodo, l'espansione coloniale, favorì le donne nella cultura, quindi, nelle classi più agiate, le romane scrivevano e discutevano di filosofia e di politica.
Anna era circondata da una folla di ammiratori, uomini e donne che volevano discutere con lei, era di una bellezza superba e non le mancavano gli ammiratori anche se era la "mulier" di un commerciante, si erano sposati qualche anno prima, ma Anna non era felice, i loro caratteri erano troppo contrastanti: lui era troppo pratico, lei, invece, sognava da occhi aperti ed amava leggere e scrivere.
Quella sera , incontrò il grande amore della sua vita, un filosofo molto importante, le loro idee erano contrastanti ma c'era una sottile intesa tra di loro.
Anna cercò di stargli lontano, ma inutilmente, passò un anno e il loro amore era sempre lì, a tormentarli.
In quel periodo, si poteva divorziare e risposarsi, così fece Anna, anche se la cosa non fu facile, ma l'amore divenne la loro bandiera e riuscirono a coronare il loro sogno.
L'avvento del cristianesimo fu accolto bene dalle aristocratiche romane che cercarono di diffonderlo, riunendosi per discuterne e formando così i primi "sodalizi femminili cristiani".
Quella sera, la riunione era a casa di Anna, la discussione era un po' accesa, perchè si stava sempre più diffondendo l'idea che la donna fosse impura e incline al peccato e che l'unica cosa che la riscattava era il dono di dare la vita, ma solo con l'unione legittima.
In un primo momento, la donna era vista come una santa, sposa e madre.
Questo volgere delle opinioni, aveva scosso Anna e le sue amiche, in questa riunione cercarono di trovare delle soluzioni, di combattere queste idee, ma non ci fu nulla da fare.
Le riunioni vennero bloccate, la donna non poteva più avere vita pubblica e nemmeno insegnare, perchè incline al peccato (come Eva), quindi facile da sedurre, debole e non adatta a sostenere ruoli pubblici.
Anna cercò di far valere le sue opinioni, ma tutto fu inutile, la supremazia maschile e religiosa ebbe la meglio...tutto volgeva verso...l'oscuro Medioevo.
Grazy