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Elena Fiorentini
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Italy
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Inserito - 04/01/2004 : 22:52:02
Non si può e non si deve rifiutare il progresso, tanto meno in campo medico.Ora si vive più a lungo, ma dove e perchè? La ricerca per gli studi antropologici e sociologici sul Totemismo si allarga anche al modo di curarsi delle popolazioni primitive, o cosiddette tali. Esprimo perciò qui le mie riflessioni sul problema delle cure. Premessaio sono viva grazie alle cure moderne. La ricerca scientifica e popolazioni amazzoniche L'Amazzonia è ricchissima di specie vegetali ancora poco conosciute e studiate, ma gli abitanti delle tribù ne conoscono le proprietà da tempo immemorabile e gli scienziati moderni se ne interessano da tempo. La ricerca farmacologica,perciò, al fine di tutelare anni di studi e di impegni economici, brevetta ciò che la natura dona spontaneamente.La questione dei brevetti delle specie vegetali usate dalle popolazioni primitive è ben conosciuta dagli ambientalisti, che lottano per aiutare queste popalzioni a sopravvivere. Gli interessi economici in gioco sono notevoli. E' doveroso aggiungere che la ricerca farmaceutica provvede a curare un enorme numero di persone: ed ecco perchè si muore meno e non possiamo fare a meno di ringraziare chi ci aiuta a vivere. Gli abitanti delle zone ricche di foreste con piante ancora sconosciute,vengono nel contempo impoveriti e viene persa la memoria sull'uso delle piante da parte dei medici di queste popolazioni,uso tramandato oralmente. Bene, anzi benissimo, gli studi e le ricerche,ma non sembra giusto e morale dimenticare queste comunità, che rischiano di essere travolte e stritolate dai meccanismi della società contemporanea. Sarebbe opportuno, come si suol dire, salvare "capra e cavoli". A che serve il pogresso altrimenti? E. F. Elena Fiorentini
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Daniella
Cittadino
Italy
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Inserito - 04/01/2004 : 23:17:28
Sono d'accordo Elena; purtroppo il progresso ci ha portato molti vantaggi ma con associati molti problemi a cui non siamo in grado di porre una soluzione. Sull'argomento si dovrebbe parlare per ore, ma il tempo è tiranno... Ci sarà il momento in cui l'uomo si troverà davanti ad una scelta unica, se vorrà vivere... dovrà rinunciare a tante comodità. Ho sempre detto che è un progresso-regresso, è vero che abbiamo ottenuto delle cose fantastiche, ma a scapito di altre che forse valevano altrettanto o forse più... E' un argomento molto interessante e di vasto dialogo. Ciao ElenaDaniella P. |
n/a
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Inserito - 04/01/2004 : 23:36:20
Il progresso a che serve? Io aggiungerei: a chi serve? La risposta a tale domanda risolverebbe il mistero per cui il progresso segue una strada anzichè un'altra. L'obiettivo rimane lo stesso: la ricerca del piacere e della felicità.... pare che la razza umana non cerchi altro. Per raggiungere tale status esistono, a mio parere, diverse strade e/o soluzioni. Nel caso specifico: perchè la stessa malattia viene curata da noi per mezzo di farmaci, altrove ricorrendo a prodotti naturali, atrove ricorrendo ad altri mezzi tipo l'agopuntura... ecc...??Solo la famosa domanda dei latini "cui prodest" potrebbe svelarci il mistero della scelta della soluzione che viene poi adottata dai ricercatori. Azar |
Roberto Mahlab
Amministratore
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Inserito - 05/01/2004 : 00:07:08
Io so che oggi la speranza di vita e' il doppio di quanto era solo pochi decenni fa, a me sta bene e dunque il progresso serve, a me serve e mi auguro che presto il progresso dilaghi anche nelle aree che ne sono ancora lontane.Ho incontrato diverse persone che dicono :"si stava meglio quando si stava peggio", nel senso :"i nostri antentati si' che vivevano bene" e cosi' via. Io ribattevo che i nostri antenati, sparsi per il mondo, erano preda di tutto quanto era possibile essere preda e non avevano la possibilita' di dire che magari avrebbero preferito vivere in un'altra epoca. Essere sazi ci da' una responsabilita' che e' diversa da quella di sognare un'eta' dell'oro che non e' mai esistita. Pensiamo solo a svegliarci al mattino e non avere l'acqua calda. Pensate che non e' cosi' automatico che tutti l'abbiano, pensate a quanto dobbiamo tutti fare per allargare quanto per noi pare normale, dovuto. Non e' ne' normale ne' dovuto, lo abbiamo grazie agli sforzi di tanti e al procedere del tempo, siamo fortunati noi, qui. Il progresso di cui beneficiamo ci deve convincere a rimboccarci le maniche e a risolvere le nuove sfide che ci si vengono presentate, non a causa o per colpa del progresso, ma perche' la vita di tutti noi cambia con la crescita della aspettativa di vita stessa e con le sfide, non dobbiamo considerarli problemi, ma sfide che infine sono responsabilita' di tutti perche' non possiamo chiudere gli occhi di fronte a tanti popoli che mancano di tutto quanto noi abbiamo, come normale, ogni giorno. E' il nostro compito, e' nostro compito pretendere che i popoli possano essere liberi e non retti da dittature, e' nostro compito chiedere a chi liberamente eleggiamo a rappresentarci di unirsi agli sforzi di tutti i paesi per portare scuola ai bambini, dove essa non e' ancora un diritto, perche' la' neppure la vita e' un diritto. Il nostro compito, compito che il nostro piccolo concerto si e' assunto nell'arena culturale, e' condividere il progresso di cui beneficiamo, condividere cio' che permette a noi di stare meglio, meglio di qualsiasi generazione ci abbia preceduto. Compresa la possibilita' di utilizzare il linguaggio universale del racconto e della poesia per far comunicare gli animi umani indipendentemente da ogni latitudine. Dai tempi dei graffiti sulle pareti di una caverna, non e' poco. Roberto |
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