La summa di giorni passati
a riempir di dolore i minuti
è una lunga sequela di notti finite alle quattro,
cercando nel buio invisibili appigli
per evitar di cadere.
Ma il buio è rumoroso…
…avvolge ogni cosa alla fine,
mentre nel mezzo si stendono senza posa
messi di grano dorato spazzate dal vento,
e qui e là pozze d’acqua già viste
lucide, profondissime
in cui un giorno fu stupendo affogare,
ma oramai inaccessibili.Dopo l’alba
al di là dell’aurora
resta un ennesimo, tristissimo giorno,
pervaso da un vento foriero di pioggia
che scorrerà simile alla fonte del pianto
finora interrata, ma ancora per poco.
Scorrono gli anni
come calde lacrime amare sul volto,
simili a gocce d’acido
lasciate a scavare la roccia friabile dell’esistenza.
Ed è tremendo pensare
che bastano poche parole a risvegliare una fiera
che si pensava in letargo per sempre,
proprio come millenni fa.
O poche parole non dette.
Risorge di nuovo la pena
s’innalza ancora il dolore
d’una memoria instancabile
incancellabile
non rinnovabile.
L’unica cosa che resti inutile
è seppellire ciò che si è :
un’esistenza contorta o una mente difficile
una vita di sbagli
fatti per troppo amore
o scarso coraggio,
e un pesante bagaglio di rimpianti
rimorsi
ricordi.
E il tutto avviene d’incanto
dopo periodi di calma apparente,
ogni volta peggiori.
Monta la disperazione a cui non si sfugge
e il tempo passa levando altra forza,
aggiungendo altro peso al già greve bagaglio.
Su spalle piagate
nel cuore ferito
giacciono senza pace le spoglie immortali
d’una realtà incontrollabile.
Cadono ormai le lacrime
troppo a lungo tenute.
Che sia in un deserto di arido sole
o in una distesa di sterile ghiaccio
resta di loro il sale d’una vita sprecata,
un fiume di sangue inquinato da troppe illusioni.
Resto a vagare fra due blu pozze d’acqua
e mille e più tetri pozzi lì intorno,
scoperti su abissi di pazzia che m’attendono
insieme ai miei inutili rimpianti
ai colpevoli rimorsi
ed ai tristi ricordi.