Renato Attolini
Senatore
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Inserito - 12/01/2004 : 22:35:46
A due poeti genovesi.Tutti si ricordano di Fabrizio. Come si fa a non conoscerlo? I meno giovani sono cresciuti al suono delle sue poesie in musica, alle sue struggenti parole da “quei giorni perduti a rincorrerci nel vento” recentemente ripresa a “morire di maggio ci vuole tanto, troppo coraggio” inno pacifista non perché lo fosse di moda a quei tempi, ma perché rifletteva il suo animo, la sua coscienza sociale, fuori da qualsiasi schema, da qualsiasi etichetta. Fabrizio non era né di…né di…., Fabrizio era Fabrizio, ma era amato da tutti sia da quelli di…. che da quelli di….E lui chi amava? La sua città, Genova, la sua terra d’adozione, la splendida Sardegna e non ultimo la sua famiglia, certamente, sua moglie, quel figlio Cristiano che quando canta sembra guardare in alto come a cercare un cenno d’approvazione o quantomeno un sorriso da suo padre, quei sorrisi che raramente Fabrizio regalava e che sicuramente non strappava coi suoi versi perché chi li ascoltava ed apprezzava ne restava talmente rapito che sembrava quasi non suscitasse reazione alcuna. Quando voleva esprimere concetti duri non usava mezze frasi, ci andava pesante senza mai cadere nella volgarità: per dire quello che voleva dire non poteva usare altre parole. Chi si fosse scandalizzato sentendo alcune sue canzoni tipo “Il giudice” o “Re Carlo” o il “Gorilla”, ma credo ben pochi, è perché non ha voluto ascoltare profondamente e si è fermato alle apparenze. I meno giovani questo lo hanno sempre saputo, ma anche i più giovani. Ragazzi cresciuti al ritmo della disco music o rap, si sono ritrovati come in un abbraccio generazionale insieme agli altri uniti dalle sue note, dalle sue parole, apprezzandolo ed amandolo come solo si fa ad un poeta che lascerà il segno negli anni da venire come tanti suoi predecessori che si studiano sui libri di scuola, ma che non avevano potuto coniugare le parole col suono della musica. Fabrizio, tutti ti ricorderemo! Ma qualcuno, giovani o meno giovani si ricorda di Luigi? Luigi……Carneade, chi era costui? Per i primi c’è una forte attenuante, ma per i secondi? Era loro compito tramandare ai posteri questo cantante-poeta che seppure non raggiungesse i vertici musicali di Fabrizio toccava le corde dell’animo con le sue canzoni dolce, malinconiche com’era il suo viso. Canzoni d’amore, certo. Ma mai un’amore sdolcinato, affettato che decanta passioni eterne o addii colmi di lacrime. Sempre un sentimento tenue, tranquillo come di chi “si è innamorato di te, perché non aveva niente da fare” o di chi dopo tanti anni di convivenza si sente “disperare dal pensiero di te e di me che non so darti di più.” Affiorava a volte in lui una speranza, ma forse ci credeva poco. “Vedrai che cambierà, forse non sarà domani ma un bel giorno cambierà”. Sembrava avere con l’amore un rapporto strano, quasi di sopportazione; non cantava frasi del tipo <<ti amerò per tutta la vita, senza te morirò>>, ma semplicemente “Uno di questi giorni ti sposerò” quasi come a voler dire <<ok, te l’ho promesso, ma adesso lasciami stare>>. Anche quando le sue canzoni ricalcavano schemi già collaudati, quando per esempio pregava la sua donna di non lasciarlo era perché doveva rimediare ad un comportamento sadico: “Volevo solo vederti piangere, perché mi piace farti soffrire, vedere le tue lacrime, sentire che il tuo cuore è nelle mie mani” ma sapeva regalare momenti di dolcezza infinita con “Lontano, lontano nel tempo, l’espressione di un volto per caso ti farà ricordare i miei occhi, l’aria triste per cui mi prendevi un po’ in giro”. Strano il suo destino, direbbe una cantante dei giorni nostri, non molto famoso e poco apprezzato in vita, ha avuto lo stesso trattamento dopo, a parte un momento di celebrità quando stanco, deluso dalla vita decise di togliersela una sera di trentasette anni fa nel mezzo della kermesse del festival di Sanremo che lo liquidò anonimamente per bocca del suo conduttore famoso per il suo <<Allegria!>>: <<Il festival riprende in un’atmosfera di mestizia per quanto è capitato ad uno dei suoi partecipanti>>. Sì certo, gli hanno dedicato un premio canoro: <<Premio Luigi……per la canzone>>, ma lo fanno ancora, chissà? Ma poi più nulla, caduto nel dimenticatoio. Eppure quanti sanno che Fabrizio gli ha dedicato una delle sue canzoni più belle: “Preghiera in Gennaio”? “Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia se in cielo in mezzo ai santi Dio fra le sue braccia, soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte che all’odio e all’ignoranza preferirono la morte. Meglio di lui nessuno mai ti saprà indicare le colpe di noi tutti che puoi e vuoi salvare: ascolta la sua voce che ormai mormora nel vento, Dio di misericordia vedrai sarai contento.” Ciao Luigi, ciao!
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