Ringrazio Anahiti che mi permette di riprendere il corso di poesia alle vongole iniziato lo scorso luglio e di cui potete leggere in questo stesso forum, e' lo stile descrittivo che consente di tramutare le proprie sensazioni in letteratura. "E perche' dovremmo farlo?", sento domandare una voce dal quarto banco. Per due ragioni, la prima e' il senso del tempo e la seconda e' la cura del nostro animo.
Il senso del tempo e' quella variabile che ci indica quanto desideriamo che una nostra azione abbia vita, una sequenza di frasi rischia di non avere risposte e di rimanere solamente un dialogo tra noi stessi, una poesia che proponga lo stesso tema ha invece risposte immediate nell'identificazione dei lettori e si trasforma dunque da dialogo interiore a trasmissione.
All'improvviso si e' dunque in grado di comunicare, di condividere, ci si accorge che grazie ad una propria capacita' ci si e' riavvicinati al resto del mondo, da cui forse una sofferenza ci aveva allontanato, noi stessi ci eravamo messi all'angolo.
La cura dell'animo e' la parte piu' esaltante, una persona che e' in grado di raccontare esperienze sotto forma letteraria, indica che ha superato le sensazioni negative, i sensi di colpa presunti e li ha trasformati in quella dolce ironia che permette di osservare dall'esterno dipingendo con sguardo d'insieme tutte le ombre e tutte le luci di una vicenda.
Lo stato d'animo diviene arte che si identifica nella crescita personale, impariamo a distinguere quello che va bene per noi e quello che non va bene per noi, le scelte successive saranno volontarie e non traumatiche, saper narrare significa comprendere la fiducia che prima di tutto noi stessi ci dobbiamo.
Come ogni corso di poesia alle vongole, alla teoria segue l'esercizio pratico, vi invito a rileggere il testo precedente di Anahiti che spero sia cosi' gentile da accettare che la sua prosa sia il nostro testo di studio oggi, ti ringrazio Anahiti...........
L'avete riletto? Ok. Ed ecco, proposta, come si potrebbe tramutare lo stesso testo in poesia:
Fantasilandia
Non sono una poetessa
lo son le mie emozioni
vorrei che la mia anima riflessa
da sola le suonasse in mille canzoni
il ricordo di un profumo
non lo vedo, da voi e' lontano
ma il sapore vi racconto
col disegno della mia mano
amo leggere e interpretare
nuove frasi immaginare
parole nuove vorrei trovare
da ritagliare e da conservare
mi piace fantasticare
una favola sognare
che la vita mia racconti
triste o bella eppur reale
forse a volte le esperienze
ci maturan duri in viso
spensierate eran le mie scienze
ora un ironico sorriso
in un mondo di problemi
io raccolgo i miei domani
dove il tempo mi ha portato
e la fiducia in me donato
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Come nota finale vorrei sussurrare che le poesie sono come le ciliege, una volta raccontato con una, non si riesce piu' a smettere di raccontare usando tale tecnica e, a differenza delle ciliege vere, i noccioli della poesia si spargono come semi, sapete, come nei paesi tropicali, avete mai provato a mangiare un frutto su una spiaggia della Malesia? Poi gettate il nocciolo nella sabbia sulla riva del mare e dopo un paio di settimane inizia a crescere un nuovo albero di quel frutto.
Ovviamente ci sono le eccezioni, le cipolle, del resto quelle orribili verdure non hanno il nocciolo, ragione di piu' per evitarle.
Roberto
(Cattedra di poesia alle vongole - facolta' di letteratura del manicomio criminale di concerto city - cella 5764)
La poesia alle vongole fu una forma romantica d'arte minore caratteristica del ventunesimo secolo.
(Dall'enciclopedia galattica - edizione giugno 2623)