Shirin
Senatore
Italy
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Inserito - 23/01/2004 : 16:02:53
Il suo seno non odorava più di niente. Barcollava, nella stanza, barcollava. Proprio un ronzio opaco, lontano, le strideva nelle orecchie in quel momento. Naufragava. La stanza divenne un capannone immenso seppur definito e le luci dei neon traballavano, a intermittenza, tremavano, cadde. Sì, lei cadde, nuda, per terra. Gelava. Stava lì e con gli occhi piangeva e con lo sguardo non guardava nulla che non fosse polvere. E quando persino il ritmo del cuore decelerò fino a fermarsi non volle chiudere gli occhi. E qualcuno, che a me non disse mai nulla, sostenne che anche quando fu completamente senza vita i suoi occhi continuarono a piangere. Ma nessuno era lì, poichè tutto era infinitamente deserto. La gente arrivò, poi. Sì, tutti avevano una gran fretta, ma nessuno volle notare il cadavere. Qualcuno lo pestò. Me ne accorsi perchè li vidi io i segni delle impronte sul corpo. Anche io correvo, correvo perchè oltre il capannone regalavano le anime dei bambini morti ancora prima di nascere. E forse tutti correvano in quella direzione proprio per quel motivo. Una nuova anima in cambio di serenità, basta tormenti, basta essere i figli dispersi degli afflitti. Ma poi vedendo i capelli lunghissimi di quel cadavere mi è venuto in mente che anche io avevo avuto una volta i capelli così belli. Non come ora, come potevo averne se ero semplicemente uno spirito che voleva sostituirsi perchè non aveva più padrone... Allora ho tirato il morto fuori dal capannone per avere almeno i capelli da regalare alla mia nuova vita. Li ho ben tolti dal viso... Ho guardato gli occhi sbarrati che ancora piangevano, ho fissato gli occhi verdi e mi sono ricordata di me stessa... Sì, quel cadavere ero io. Lo dissi piano, e lo sentii ancor più piano, così che non mi facesse troppo male... Allora ho asciugato le lacrime dal mio volto, ho pulito dalla terra il mio cordpo ed ho tolto il sangue che sporcava i polsi. Ho tolto la terra anche dalla bocca ed ho sistemato i capelli per coprirne i seni. Poi sono rimasta lì a guardarmi quant'ero bella e non capivo perchè il mio corpo avesse scelto di uccidersi. Forse perchè ero io, anima, ad essere sporca. Allora mi sono guardata ed ero piena di lacrime e cicatrici. Mi sono posata di fianco al mio corpo e presto la pioggia mi ha portata alla terra ed il vento al cielo. Sono entrata dalla finestra dell'uomo che un giorno avevo sperato mi amasse e sono rimasta lì, dentro di lui, così che non mi mancasse mai più. Poi lì mi sono addormentata e mai più risvegliata. Shirin
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