Rasputin, chiamato anche il monaco maledetto, aveva una grande influenza a corte dello Zar, ma come poteva un contadino ignorante e provinciale essere accolto con tutti gli onori nella Capitale della Russia imperiale?
Alcuni episodi fanno pensare che Rasputin avesse appreso le tecniche di concentrazione degli sciamani orientali e che grazie a queste sue doti fosse in grado veramente di prendere su di se il dolore delle persone che guariva.
I Romanov , dopo ben quattro femmine avevano avuto finalmente un maschio con la nascita di Alexei: Ma il bambino, l’erede al trono (in russo: zarevic) aveva una grave malattia, tipica delle case regnanti in cui ci si sposava spesso tra consanguinei, e per la quale all’epoca non c’erano grandi rimedi: l’emofilia.
Caratteristica della malattia è una grande facilità alle emorragie anche spontanee che si arrestano con grande difficoltà a causa della mancanza di fattori coagulanti nel sangue.
Lo Zar Nicola II e la zarina Alessandra erano quindi angosciati dalla grave malattia dell’erede al trono ed erano disposti a qualunque cosa pur di vedere in salute il piccolo principe, purtroppo Alexei era un bambino molto vivace: erano quindi numerose le occasioni in cui cadendo si feriva, per un malato di emofilia anche una piccola escoriazione può diventare un problema.
E’ proprio quello che accadde alla fine di ottobre 1907: Alexei cadde e si ferì ad una gamba, le cure dei medici non servirono a nulla, l’Imperatrice decise allora di convocare quello strano monaco di cui tutta San Pietroburgo parlava e che le era stato presentato qualche tempo prima da una Granduchessa.
A mezzanotte Rasputin arrivò al Palazzo di Alessandro: quello che accade si verificherà anche altre volte negli anni seguenti: Il monaco allontanò i medici, fece sospendere la somministrazione di medicine, e sedendosi al capezzale dello zarevic iniziò a pregare senza mai neanche sfiorare il bambino, nel corso della notte le condizioni del malato migliorarono e dopo poco il pericolo passò, da questo episodio la fama di guaritore di Rasputin ne uscì ingigantita.
Negli anni a seguire alcuni episodi analoghi lo confermeranno agli occhi degli zar come un uomo guidato da Dio, l’unico in grado di salvare la vita al piccolo erede al trono.
La soluzione è dovuta al caso, i medici di corte tentavano di guarire l’emofilia di Alexei con della aspirina, ma la medicina se da un lato leniva i dolori articolari del ragazzo dall’altro acuiva le emorragie causate dall’emofilia, infatti oggi sappiamo che l’aspirina ritarda la coagulazione del sangue rendendo più lunghe le emorragie; Rasputin in fondo si limitava a chiedere alla coppia imperiale di rinunciare all’aspirina e di pregare di più.
C’è poi il fatto che, in più di un’occasione, Rasputin mostrò di poter vedere nel futuro , con predizioni che lasciarono di stucco i testimoni dell’epoca. La più clamorosa è quella in cui, alcuni mesi prima della sua morte, avvertì lo zar che se fosse morto per mano di nobili e non di volgari assassini, sarebbe stata la fine della dinastia dei Romanov entro due anni.
L’ascendente di Rasputin sulla famiglia imperiale e soprattutto sulla zarina Alessandra è un fatto indiscutibile. Ma Rasputin era un uomo molto discusso: se da un lato c’erano molte persone pronte a giurare sulla sua santità e sulle sue incredibili capacità di guaritore, molti altri guardavano con sospetto questo monaco dall’attività sessuale sfrenata, che passava intere notti a ballare ed a ubriacarsi e che, nonostante i rapporti di polizia, gli scandali e gli attacchi giornalistici continuava ad essere accolto a braccia aperte dalla famiglia imperiale, dove si muoveva , con molta libertà, negli appartamenti privati della coppia imperiale e dei figli. Le voci che la stessa zarina fosse da annoverare tra le tante amanti del carismatico santone non è mai stata esclusa del tutto.
Con lo scoppio della guerra la situazione si fece insostenibile: lo zar lontano, al fronte, e gli affari di governo controllati dalla zarina Alexandra, che si consigliava quotidianamente con Rasputin, ma non era amata e le sue origini tedesche non l’aiutavano. In quest' atmosfera, resa ancora più cupa dalla crisi politica e militare, con il popolo affamato , ci vuol poco perché si cominci a credere all’esistenza di un «Partito Tedesco» che lavorava, alle spalle dei russi e dei soldati al fronte, per rovinare la Russia; naturalmente chi poteva guidare questo partito... ovviamente si pensò a Rasputin.
Di Rasputin si parlava ovunque, bene e male: Nei salotti il tema di discussione più alla moda era «Siete a favore o contro Rasputin?». Alcuni caffè e ristoranti arrivarono ad esporre cartelli in cui si dichiarava che «In questo locale non si parla di Rasputin».
Negli ambienti imperiali, erano tutti contrari al monaco e si pensava all’allontanamento di Rasputin dalla corte.
Analoghi sentimenti erano diffusi in molte famiglie nobili. Tra cui gli Yussupov, imparentati con i Romanov, proprietari di un Palazzo tra i più belli di tutta S. Pietroburgo.
Nella notte tra il 16 e 17 dicembre 1916 , Yussupov e altri congiurati che si uniranno a lui , toglieranno di scena Rasputin con dei pasticcini avvelenati e sparandogli, perchè sembra che il veleno non gli facesse effetto.
Nessuno dei congiurati subì gravi conseguenze per aver eliminato Rasputin.
Secondo le leggi dell'Impero russo, i membri della famiglia dello Zar, potevano essere giudicati solo dall'Imperatore stesso.
Rasputin fu e resta una figura controversa, più ricca di ombre che di luci, che in lui ci fosse qualcosa di decisamente particolare lo dimostra almeno un fatto, cioè che predisse, molti mesi prima di morire, cosa sarebbe accaduto dopo la sua morte: il crollo della Russia Zarista e la fine della dinastia zarista.
(appunti presi dalla trasmissione "Voyager" del 22 gennaio)
Grazy