Forse perchè è uno dei miei sogni ricorrenti, di essere un'ebrea che
viene deportata, forse perchè rappresenta il terrore inconscio di ogni
essere umano, di essere improvvisamente strappato dalla sua vita, di
trovarsi in balia di altri, di rendersi conto di essere soltanto un
numero, che questa ricorrenza mi colpisce in maniera speciale.

Il mio maestro mi leggeva un libro che non sempre capivo, forse non
era un libro che io allora potevo capire, anche se comprendevo che
quanto accaduto era una tragedia enorme, era l'annullamento
sistematico di essere umani...ma la morte era l'ultimo passo forse
sperato e sognato, per porre fine a un annullamento mentale, al
calpestare la dignità umana.

Vorrei ricordare oggi...un uomo che per me rappresenta il simbolo e lo
è...per tutto il mondo credo, è tornato e proprio lui che era un
sopravvissuto, che conosceva il valore di vivere, proprio lui ha posto
fine alla sua vita:

Primo Levi muore suicida l'11 Aprile 1987, probabilmente lacerato
dalle strazianti esperienze vissute e dal quel sottile senso di colpa
che talvolta, assurdamente, si ingenera negli ebrei scampati
all'Olocausto: di essere cioè "colpevoli" di essere sopravvissuti.
Nel suo gesto io voglio leggere un messaggio che non è "non
dimenticatemi" ma è " NON DIMENTICATE "....

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case;
Voi che trovate tornando la sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce la pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì e per un no
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno:
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole:
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli:
O vi si sfaccia la casa,
La malattia ve lo impedisca,
I vostri cari torcano il viso da voi.
Primo Levi