Che n’è stato?Che n’è stato di quel campo di grano
Che ci vide correre mano nella mano?
La speranza di un mondo migliore
Ci faceva battere forte il cuore
La certezza di un grande ideale
Che a volte non distingueva il bene dal male
Ma sempre ci faceva sognare
Tutti insieme, uniti per lottare.
E quel ragazzo triste, come si chiamava?
Che Beatles e Rolling Stones tanto amava.
La sua chitarra mi volle regalare
Ma io rifiutai: non la sapevo suonare.
Se la portò con sé in estremo oriente
E da allora di lui non si seppe più niente
Sarà forse morto come tanti della sua età
Ricompensato con una medaglia e un po’ di pietà.
Che n’è stato di quel favoloso maggio
Che ci vide armati d’idee e tanto coraggio?
Di quei lunghi cortei e fiaccolate
Spezzati dall’urlo delle sirene e dal tonfo delle granate
L’immaginazione doveva essere al potere
Ma in agguato c’era una grossa presa per il sedere,
quella creata dalle nostre paure e timori
e dalle voci di chi, più forte di noi, ci diceva: non siete certo i migliori
avete giocato troppo, ormai sarete stanchi:
orsù fate i bravi e tornate nei ranghi.
Volevate distruggere una società:
ma siate seri, così non si fa!
Come siete ridotti, adesso guardate:
per le quotazioni in borsa v’entusiasmate
e se di società ancora parlate con emozione
e perché di sicuro ne possedete qualche azione.
Le vostre idee più rivoluzionarie
Adesso sono al più manovre finanziarie
Ed ai vostri figli cosa aveste lasciato di bello?
Ecco qui: calcio violento e “Grande Fratello”!
Che n’è stato di te giovane cantore,
di un mondo più giusto e forse migliore?
Risposta non c’è, o forse chi lo sa
Caduta nel vento sarà!