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Elena Fiorentini
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Inserito - 15/03/2004 : 09:35:13
...ieri a Torino allo Stadio delle Alpi mentre si disputava l'incontro Milan Juventus. *** Ho ascoltato i più importanti notiziari che si sono limitati a dare solamente le notizie della vittoria , ma non hanno detto nulla dei drammatici avvenimenti svoltisi durante la partita. *** La polizia chiamata a difendere e a fare un cordone di protezione, come era avvenuto quando c'erano i tifosi di Ancona, pochissimi e stanchi del lunghissimo viaggio nelle autostrade innevate,si è limitata a commentare: "Le brave persone il calcio lo vedono in televisione". La polizia era spaventata e impaurita. Voglio ricordare ciò che scrissi l'altra volta a proposito del gioco del calcio.I tifosi si compongono per la maggior parte di famiglie con bambini piccoli, ci sono perfino delle suore di Bologna che portano i ragazzini dell'oratorio con un fatiscente pulmino fino allo Stadio delle Alpi di Torino per le partite della Juventus. Non si può pensare di lasciare decine di migliaia di persone in balìa di scalmanati pieni di alcool e altro: li hanno mostrati alla partenza del treno a Bergamo in RAI TRE Telegiornale di Lombardia, che si passavano le bottiglie di vino. All'ingresso la polizia perquisisce tutti quelli che entrano: portano via monetine, portachiavi,un giorno requisirono persino la pece greca che serve a fare scivolare l'archetto del violino,è uno scatolino grande conme una monetina. Ieri hanno lasciato passare bombe, strumenti vari di offesa e per divelgere le sedie attaccate alle gradinate. I malcapitati che si trovavano nel settore sottostante quello dei tifosi del Milan sono stati colpiti con varie bombe. Una ha colpito un ragazzo che ha perso la mano. Hanno sfondato la rete e hanno picchiato, c'era sangue dappertutto. Fuggi fuggi generale, mentre le sedie dall'alto erano state divelte e cadevano di sotto, dove i ragazzini ridevano e al momento credevano che si trattasse di un gioco. Slogan nazisti sui manifesti e urlati dai tifosi del Milan completavano le loro attività. Non dimentichiamo che, salvo un piccolissima percentuale di persone, le tifoserie sono organizzate dalle stesse squadre. *** Gli utenti sono persone normali. Si tratta di parecchie decine di migliaia di persone che si trovano contemporneamente in uno spazio ristretto, fino a sessantamila persone. Non è un fenomeno da sottovalutare. Da qualche tempo alcuni studenti di sociologia stanno cercando di monitorare questo fenomeno di gigantesca aggregazione sociale, disgregante e pericoloso quando vengono lasciati viaggiare messaggi antisemiti, nazisti, violenti e comportamenti da codice penale. *** Mancando tutele e protezioni, per la propria integrità fisica,forse l'idea di veicolare gli spettatori alle partite ia pagamento in televisione, molti abbonati ieri sera hanno gettato via la tessera, ma la poltrona di casa non è la stessa cosa. Elena Fiorentini
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Paolo Talanca
Senatore
Italy
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Inserito - 15/03/2004 : 10:48:52
Indubbiamente hai ragione Elena. Io vivo in una realtà relativamente piccola come Pescara, città che ha una squadra di calcio che gioca il campionato di serie B e dunque richiama minor numero di pubblico allo stadio. L'intolleranza per qualunque cosa sia riconducibile alla squadra avversaria del giorno, però, è identica e assurda. Molto spesso mi è capitato di andare in curva Nord, settore dove si trovano qui a Pescara i tifosi più caldi, perché lì il biglietto costa meno. Vedere a pochi centimetri di distanza tutta questa follia gratuita posso assicurare che non è tra i più gratificanti spettacoli. Quando ho fatto il militare ho vissuto a Roma per tre mesi, così ho avuto anche modo di andare allo stadio Olimpico in occasione delle partite di Roma e Lazio. Posso dire che in qual caso il comportamento dei tifosi più caldi non era molto differente, con l'unica dissomiglianza nel numero, cosa che fa ancora più paura e, purtroppo, spinge un coscenzioso appassionato a buttare l'abbonamento nel cestino.Grazie a queste mie eserienze personali io penso che non serva a molto agire con azioni repressive. Così facendo, infatti, cresce solo l'odio verso le forze dell'ordine da parte di questi scalmanati e si arriva davvero alla guerriglia. Senza contare che inevitabilmente alcuni poliziotti meno ligi al dovere, arriverebbero a farsi una deprecabile giustizia sommaria, prendendo a manganellate gratuite anche chi sta tranquillamente vedendo la partita: ripeto che non parlo a vanvera. La mia è una testimonianza diretta e mi è capitato di vedere poliziotti aggredire a colpi di manganello miei amici che avevano avuto il torto di trovarsi al posto sbagliato e nel momento sbagliato. Posso ritenermi fortunato sotto questo punto di vista. Io spero molto negli studi sociologici di esperti addetti al settore ma davvero ho paura che il problema sia del tutto irrisolvibile. Gli stadi vuoti danno una smisurata tristezza a chi ama lo sport ed il calcio in particolare. ------------------------------- So che si può vivere non esistendo, emersi da una quinta, da un fondale, da un fuori che non c'è se mai nessuno l'ha veduto Edited by - PaoloTalanca on 15/03/2004 10:51:18 |
Renato Attolini
Senatore
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Inserito - 15/03/2004 : 22:32:20
Sono rimasto esterrefatto da quanto ha raccontato Elena. In effetti nessun notiziario ha riportato questi avvenimenti, se non in un caso, un brevissimo accenno che non dava assolutamente l’idea della gravità di quanto da lei raccontato. Il problema, in ogni modo, a mio avviso è molto più complesso e travalica i confini stessi del calcio. Il tifo è violento perché è nella sua natura o non è altro che lo specchio di quanto avviene fuori degli stadi? Credo che se volessimo abolire il calcio, questa violenza si riverserebbe da qualche altra parte, nelle discoteche, nei cinema in qualsiasi altro luogo pubblico. Basta girare per le nostre città per rendersene conto. Elena, che vive a Milano dove io lavoro, potrà testimoniare della violenza verbale, dell’astio e dell’animosità che serpeggiano nelle vie cittadine fra gli automobilisti inviperiti. Questo è solo un esempio, comune sicuramente ad altre città. Tornando al calcio io sono tifoso del Milan da più di quarant’anni ed ancora mi ricordo quando, bambino, andavo a San Siro a vedere la mia squadra. Allora non esistevano le curve, se non in senso logistico. Era il calcio diverso (senz’altro) o lo era anche la società? Io amo il calcio ma certe volte mi viene il voltastomaco (scusate l’espressione) quando sento slogan aberranti che inneggiano non solo al nazismo, ma alla tragedia di Bruxelles o a quelle personali che hanno colpito calciatori come Scirea o Fortunato. C’era il portiere di riserva dell’Inter, tanti anni fa, che prestava volontariato a favore di bambini down e quando sbagliava un intervento alcuni “ tifosi” della sua squadra gli urlavano di “tornare dai suoi mostri”. Il tema è così complesso e così dibattuto che potremo andare all’infinito. Ricette? Purtroppo io non ne ho, solo che quando sento queste cose mi viene tanta tristezza. A proposito di calcio, mi viene in mente un articolo che avevo mandato ad un quotidiano della mia zona quest’estate, quando alcune squadre vennero “ripescate” a tavolino e "promosse" ad una serie superiore. L’articolo non fu pubblicato ma qualche giorno dopo l’editoriale del direttore parlava di quest’argomento usando anche frasi mie, rivedute e corrette. Col vostro permesso ve lo ripropongo in questa sezione. |
Elena Fiorentini
Curatore
Italy
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Inserito - 16/03/2004 : 01:26:17
Molto interessanti i due contributi di Paolo e di Renato. La violenza, anche solo verbale, non è solo degli automobilisti, non appartiene solo alle tifoserie. Si comincia ad educarei i bambini in un certo modo. Ricordo che quando mio figlio aveva undici anni ed eravamo in vacanza in Cadore andava a giocare al calcio Balilla con un coetaneo. Se questo bambino diceva a suo padre di avere perso la partita, riceveva sberle sonore.La cultura del dover primeggiare a tutti i costi , anche in una innocua partita al bigliardino. Concerto di sogni è nato per contrastare le violenze che abbiamo subito, per avere scritto nè più nè meno di quel che leggete nel nostro sito. Lo stadio specchio della società? Certo, visto che il pubblico è formato da vari tipi di persone e tante ,ma tante davvero. Sono stata un paio di volte, non ho capito niente,ma mi sono divertita a guardarmi in giro. Non amo gran che il calcio,ma mi sono sempre meravigliata di come non ci si possa interessare di un fenomeno di massa così imponente. In raltà stanno nascendo studi al proposito. Una sera un amico di mio figlio ci ha fatto una interessante analisi delle tifoserie,di come possono influire sulla vita e sui costumi. Il rimedio per il calcio ci può essere con l'unica soluzione possibile: chiudere gli stadi per un bel pezzo, ma ci sono troppi interessi in gioco e questo non avverrà molto presto. Tristemente mio figlio assicura di avere terminato una fase della sua vita. Di calcio non vuole più sentire parlare dopo ieri. Elena Edited by - Elena Fiorentini on 16/03/2004 10:47:48 |
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