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Renato Attolini
Senatore
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Inserito - 16/03/2004 : 19:05:37
Come preannunciato (risposta ad Elena in "Drammatici esiti di una partita.."vi ripropongo quest'articolo scritto nell'estate dell'anno scorso, quando alcune squadre furono "ripescate" a tavolino nonostante la retrocessione.ONCE UPON TIME..... Once upon time....there was a play called football....eh si cari bambini,questa favola potrebbe cominciare proprio in questo modo: c'era una volta un gioco chiamato calcio che appassionava o faceva ammattire altri bambini come voi con la differenza che questi avevano fasce d'età assai diverse fra loro. Si facevano chiamare tifosi e alla domenica abbandonavano le loro case per recarsi in grandi arene dove squadre di moderni gladiatori si contendevano a pedate un oggetto denominato pallone che aveva il potere ogni volta che finiva in una grossa rete (il termine esatto é goal in Inglese, lingua alla quale abbiamo reso omaggio all'inizio della nostra storia) di provocare boati assordanti udibili a chilometri di distanza. Chi per una ragione o l'altra non poteva recarsi in questi luoghi ameni, per una specie di contatto telepatico con coloro che colà si trovavano entrava in trance e tramite apparecchi radiofonici ascoltava quello che succedeva ed incurante sia del posto (casa sua, un bar o semplicemente per strada) andava in escandescenze o si abbandonava a lugubri ululati di disperazione paragonabili a quelli di un licantropo a seconda che l'evento si stesse evolvendo in senso positivo o negativo. Erano tempi eroici quelli, in cui l'informazione era scarsa e per sapere l'andamento dell'evento bisognava aspettare, in trepidante attesa alla radio, un celebre spot in un cui un'altrettanta famosa marca di liquori introduceva la trasmissione più seguita dagli italiani. Suonava più o meno così: "La S....di Trieste famosa nel mondo per i suoi brandy v'invita all'ascolto di...(pausa ad effetto)...Tutto il calcio minuto per minuto" "Gentili radioascoltatori Buon Pomeriggio da Roberto Bortoluzziche vi parla dallo studio centrale . Ci colleghiamo con i campi di San Siro in Milano, Comunale di Torino, Dall'Ara di Bologna etc. Per il solo risultato del primo tempo a te Ameri!" Erano attimi di tensione indescrivibile, così forte da potersi tagliare con un coltello. Il silenzio irreale veniva rotto dai boati e ululati di cui sopra. Che emozione quando si udiva: "Scusa Ameri é Ciotti che interviene dall'Olimpico per segnalare che..." oppure l'ormai famosissimo "Clamoroso al Cibali!". Erano tempi eroici quelli in cui questi tifosi, sia pure divisi dall'amore per una squadra piuttosto che per un'altra, si recavano insieme in queste arene e sedevano vicini per assistere a questi moderni ludi, altrimenti detti partite. Capitava, come succede a tutti i bambini del mondo, che a volte bisticciassero fra loro e si picchiassero pure, ma alla fine un po' imbronciati facessero la pace e magari davanti a un buon bicchiere ci ridessero sopra per tornare poi dalle loro mogli e fidanzate che nel vederli pesti e ubriachi rincarassero la dose di botte. Erano tempi eroici quelli in cui questi gladiatori avevano nomi roboanti come Rivera, Mazzola, Sivori ed erano tutt'uno con la squadra d'appartenenza. Mai si sarebbe potuto immaginare che uno di questi finisse a giocare nella squadra avversaria ed il solo pensiero era un'eresia da passare al vaglio della Santa Inquisizione. Uno dei rarissimi casi in cui ciò avvenne, moltissimi anni fa, destò uno scalpore tremendo e si ricorda ancora l'episodio quando questo gladiatore (beh, adesso possiamo anche chiamarlo calciatore) segnò un goal alla sua ex squadra per poi piangere disperato. Si chiamava Meazza e gli intitolarono un'arena (o meglio uno stadio). Ma come ogni bel gioco durò poco o perlomeno arrivò alla fine. Si sapeva che questi giocatori, sia pure animati da una sincera passione e da altrettanto sincero amore per la propria squadra, fossero nondimeno ben retribuiti. Col passare del tempo il desiderio di maggiori guadagni, alimentato da personaggi sempre più numerosi che avevano intravisto in questo gioco un affare di colossali proporzioni, si fece sempre più forte a discapito della passione ed il nostro moderno gladiatore si trasformò in un vero e proprio professionista tale e quale a un qualsiasi manager aziendale. Come andò a finire, miei cari bambini, é storia d'oggi ripetuta fino alla nausea. L'attenzione dei giornali e soprattutto della televisione diventò asfissiante: se prima c'era solo quella trasmissione alla radio che cominciava col secondo tempo delle partite ed alla sera si poteva gustare alla TV uno spezzone dell'incontro "clou" della giornata, i collegamenti con i terreni di gioco diventarono sempre più frequenti anche qualche ora prima del fischio d'inizio e se non ci si é ancora sintonizzati con i netturbini che al mattino puliscono le tribune,ci manca davvero poco. Filmati di goal visti e rivisti, interviste lunghissime e noiosissime, trasmissioni sportive dove tutti parlano insieme ricoprendosi reciprocamente d'insulti e dove nessuno capisce niente di quello che si dice e poi ancora calciatori che cambiano maglia ogni anno, ingaggi astronomici, violenze ogni domenica provocate volontariamente da bambini cattivi e non innocui come quelli di cui si é raccontato prima. Per finire, la goccia che ha fatto traboccare e rompere definitivamente il vaso: il risultato acquisito sul campo può anche non contare più, le classifiche possono venire discusse e decise in altri campi, più piccoli e senz'erba ma con tante scrivanie alle quali siedono uomini potenti ed influenti. Ma non é di questo che vogliamo parlare perché già lo sapete. Quello che vi abbiamo voluto raccontare é l'epopea di questo gioco chiamato calcio, di quei lontani tempi eroici che noi,uomini di mezz'età, tramanderemo ai nostri nipoti, pargoletti come voi, come i nostri padri (col dovuto rispetto per i paragoni) ci hanno narrato la Resistenza ed i nostri nonni la "Grande Guerra" ed anche noi, come loro, sorrideremo alle giovanissime facce stupite di chi ci ascolta e come il bimbo della canzone di Francesco Guccini ci sentiremo dire "con voce sognante": "Mi piacciono le fiabe, raccontane altre!".
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Elena Fiorentini
Curatore
Italy
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Inserito - 17/03/2004 : 10:25:13
C'era una volta... ...il tifo..Nell'emozione della memoria riaffiora un episodio lontano. Nel salottino della zia la cuginetta si accingeva a farci sentire i suoi progressi al pianoforte e a deliziarci con le note soavi di "Prima carezza", il primo repertorio di una ragazzina di dieci anni. Eravamo in trepidante silenzio, pronte ad ammirare e a lodare. Io ero molto piccola, avevo sei anni e stavo iniziando a studiare musica, con scarso entusiasmo, ma ero molto incuriosita. Dopo le prime note si aprì dolcemente la porta ed il fratello mise dentro la testa. Anna si voltò di scatto ed esclamò: "... ha vinto il Milan", anzi lo disse in dialetto "... ha vinciù el Milan..." e riprese a suonare. ...e i loggionisti della Scala , che gettarono un mazzolino di rossi rapanelli alla grande Maria, confidando che li avrebbe raccolti, data la sua debolezza visiva. ...i loggionisti che volevano picchiarmi, ma non lo fecero...perchè applaudii di più la star Rudolf Nureyev che non l'ètoile in quel momento dominante, Vera Colombo eroi del balletto classico. Ho conosciuto il capo clacque dei loggionisti che è parimenti tifoso del calcio, non ci interessa sapere di quale squadra. Ciò che si è visto domenica non è tifoseria. Il sangue sugli spalti non esaltano un avvenimento sportivo, anzi un gioco, perciò passatempo, divertimento, evasione... Gli atti di teppismo continuarono nelle stazioni dei pulman a Torino e a Sesto S. Giovanni. Questo nei giorni di grave lutto a causa degli attacchi e ai al mondo occidentale. Elena Fiorentini Edited by - Elena Fiorentini on 18/03/2004 13:27:28
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