luigi luperto
Villeggiante
Italy
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Inserito - 05/04/2004 : 14:47:50
Nel mio mondo ostile,la pioggia non smette mai di cadere. Un incessante e monotona pioggia impura. Persino il terreno arido,bisognoso d'acqua,si rifiuta di assorbirla,consapevole che essa non è portatrice di fertilità. E la terra,dilaniata dal deserto che avanza sempre più,inizia a cantare una triste melodia,simile ad un lamento di un bambino. Ma le sue grida disperate,non verranno accolte da nessun Dio benevole,perchè in questo mondo,Dio ha smesso di soffiare la vita. Conosco a memoria questi canti di dolore,per questo il mio cuore è pregno di tristezza. Ma quando tendo troppo l'orecchio,il suono della pioggia inizia a cambiare ritmo e si modifica,per rafforzare la sua tortura. La pioggia ora emette un suono acuto,che penetra nelle mie orecchie,e come una lama inizia a tagliare. Il sangue cola copioso dalle mie orecchie,impedendomi di udire le parole di aiuto della natura. Intanto,al di sopra di queste spesse nubi,il sole si abbatte invano con i suoi raggi solari,nel tentativo di eliminare quel tetto insolente. Una guerra persa ancor prima di iniziare. Il mistero delle nubi è racchiuso nella mia mente. Pensieri malvagi si annidano per oscurare ogni proposito positivo,annichilendo ogni speranza di vittoria. Il buio,amico delle nubi,sorride maligno e attende la mia resa. Aspetta paziente,camuffato tra i rami degli alberi secchi,come un animale feroce pronto a scagliarsi su di me. Attende ed ascolta. Cerca il battito del mio cuore dolorante,per udire la frequenza cardiaca finale che porrà fine alla mia vita. Anch'io ascolto il cuore che batte nel mio petto ansimante,con la fronte che gronda sudore gelido. Noto con orrore le figure di quegli alberi morti,simili a cadaveri che oscillano sospinti da un vento mortale,illuminati da lampi blu. Radunati nel bosco tetro dinanzi a me,inizano a mormorare. Come un brusio di vespe velenose,le loro voci mi giungono chiare alla mente ed inizio a comprendere le loro parole: " Luigi!!Stiamo aspettando la tua MORTE!!Perchè non ti lasci andare!!Le nostre povere radici non aspettano altro che nutrirsi con il tuo corpo,per assaporare l'essenza del tuo DOLORE!!" Non voglio divenire linfa vitale per quei mostri. Tento di fuggire,notando una piccola strada di campagna,avvolta dal mantello nero della notte. Neanche due passi,che già le mie scarpe iniziano ad affondare nel fango viscoso,rallentando la mia corsa. Mi arrendo. Inutile lottare. L'unica via di salvezza dipende dal sole,ora prigioniero del male,del mio stesso male. Alzo lo sguardo al cielo,cercando di individuare uno squarcio tra quelle nubi spesse come l'acciaio. Noto poco più in là un flebile fascio di luce penetrare goffamente in quel cielo nero,lottando febbrilmente per non essere risucchiato nuovamente al suo interno. Può esserci ancora la speranza. Quel raggio di sole si è infilato in quella fenditura e seppur minuscola,potrebbe essere l'unico punto debole delle nubi. Raccolgo un sasso appuntito,semi sommerso nel fango e stretto nella mano destro,prendo la mira per lanciarlo. Accumulando le mie forze residue,sferro la pietra nel cielo e sorprendentemente,colpisco il punto designato. Un boato simile ad un tuono,interrompe il silenzio,seguito dal crepitare incessante delle nubi. Le nuvole iniziano a scomporsi,lese dai raggi solari che bombardano senza sosta la falla che si era venuta a creare. Per un attimo il cielo nero sembrò vacillare,in procinto di crollare rovinosamente al suolo. Neanche il tempo di allargare un sorriso con le labbra,quando rivedo le nubi riavvicinarsi e saldare con estrema facilità la ferita aperta. Per un solo attimo ho potuto saggiare la straordinaria bellezza di quel cielo azzurro,limpido come i miei desideri nascosti. Contro la mia stessa volontà,la mia anima torna ad essere bagnata dalla PIOGGIA DI DOLORE.Cerco il regno della serenità,perchè solo in quel luogo potrò ritrovare me stesso.
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