Sono stanca,
come i rami dell'antico pioppo
che sovrastano il coperchio
della mia dimora.
L'affanno del lavoro
che mi ruba
le fresche ore del mattino,
mi si mostra ora,
ora che i lucernai
traspirano l'oscurità
della mia disumana solitudine.
Ora, non vedo più quel pioppo,
che nella luce
della fatica universale,
mi si mostra in nudità
senza pudori,
ora, sono cieca,
eppure, le sue scarne fronde
le sento poggiate
alla fragilità della mia schiena
e ne odo il secco fruscio
mosso dalla ventosa notte
che agita a disperante
e tempestosa vita
il cuore mio.