Ogni tanto butto giù qualche riga di risposta, devo recuperare l'umiltà del lettore, e restano tutte aggrovigliate tra loro nel libriccino che mi porto sempre dietro in borsa, tra le decine di cose che non ho avuto coraggio di dire al mio cuore straziato ed a chi lo straziava, tra i piccoli ricordi e le lettere che nascono quando sono troppo distante da un computer

E mi piace immaginare un arco di luce, che da questo mio esilio padano scavalca colli o monti, e congiunge le nostre reciproche città, a grandi passi, come il gatto con gli stivali, o come i tralicci dell’alta tensione che sembrano tanti bambini che si tengono per mano accanto alle autostrade, e superano casette, ponticelli, colline, fiumiciattoli, e uniscono stretti stretti tanti luoghi altrimenti distanti

Ed è assurdo, lo so, ma all’improvviso c’è una folata di vento, ed io mi volto, e incrocio uno sguardo, in questo istante immenso sopra il rumore della gente, e vi riconosco