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luisa camponesco
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Inserito - 11/05/2004 :  13:39:17  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Amare New York è stato facile, l’avevo sognata da sempre, a volte chiudevo gli occhi e immaginavo di passeggiare sulla Quinta strada fra quei grattaceli visti in tanti films.
Il mio sogno si realizzò nella primavera del 1988, lo ricordo bene era il periodo pasquale e alcune compagnie aeree facevano promozioni in merito, cinque giorni e sei notti allo Sheraton Center viaggio incluso, una ghiotta occasione e dopo vari consulti decisi di partire con alcune colleghe. Pasqua a New York non riuscivo ancora a crederlo, almeno fino a quando non salii su quell’aereo della Pan Am.
Dall’aeroporto Kennedy, dopo un controllo accurato dei nostri documenti, all’epoca era necessario il visto d’ingresso, con un taxi ci dirigemmo verso la Grande Mela.
Occhi sgranati per non perdere nulla e l’emozione nel vedere i grattacieli apparire come d’incanto, bocca aperta e naso all’insù. Lo Sheraton Center Hotel situato tra la 7th avenue e la 52nd street, è in una zona molto centrale, infatti dopo un paio di “blocks”si è già sulla Quinta strada. La prima volta che si visita N.Y. bisogna un po’ arrangiarsi con le mappe, un po’ di taxi, noi avevamo le idee chiare su cosa vedere. E’ impossibile perdersi, le strade sono tutte perpendicolari dalla First Avenue alla Eleventh Avenue e poi si incomincia dalla East 2nd street fino ad arrivare nell’ Uptown, l’unica strada che si distingue è la Broadway che taglia trasversalmente tutta Manhattan. Sei giorni vissuti intensamente, passeggiando nella Quinta strada da Central Park fino all’Empire State Bulding, visite di rito ai vari musei, il Metropolitan Museum, il Museum of Modern Art, l’American Museum of Natural History. La maggior parte di essi si affacciano su Central Park.

La domenica di Pasqua, io e una collega ci informammo sugli orari delle sante messe, infatti, alle 10 nella cattedrale di Saint Patrick’s, stile neogotico, si celebrava la prima messa della giornata. Impossibile entrare era necessario uno speciale invito, c’erano tutti i personaggi più in vista compreso l’allora sindaco Cuomo. Ci dissero di tornare per quella di mezzogiorno, così preso un taxi facemmo un giro in Central Park, l’autista ci raccomandò di non addentrarci nei sentieri interni che data l’ora era frequentato da gente poco raccomandabile, ubbidimmo naturalmente e fu così che scoprii lo splendido Museo di Storia Naturale.
New York è un mondo in miniatura tutto racchiuso nell’isola, messicani, cinesi, italiani ecc. ciascuno con un proprio quartiere. Little Italy è ormai invasa dai cinesi, infatti, tutti gli emigrati italiani hanno lasciato da tempo il quartiere per trasferirsi a Brooklyn, i pochi locali aperti sono solo a scopo turistico e Chinatown si espande sempre più.

Merita una visita anche South Street Seaport con il caratteristico Fulton Market e dove si può ammirare il famoso ponte di Brooklyn un’isola pedonale davvero graziosa. Da New York si possono scegliere diverse mete, la più gettonata è senz’altro quella delle Cascate del Niagara, il periodo in cui andammo, non era certo dei più favorevoli ma il fascino intatto, infatti sul fiume galleggiavano ancora blocchi di ghiaccio ricordo dell’inverno appena trascorso. Dal Pier 83 parte la Circle Line, un battello che circumnaviga tutta l’isola. La navigazione dura parecchie ore ma ne vale la pena. Purtroppo i sei giorni volarono e con un po’ di tristezza ci imbarcammo per l’Italia portando con noi un bellissimo ricordo.

Allora non lo sapevo ma a New York ci sono tornata per ben quattro volte, ho imparato a muovermi con disinvoltura, usando gli Apple Tours, rivisitato tutti i musei e anche quelli che per motivi di tempo non avevo potuto vedere in quella prima volta, come il Guggenheim, chiuso per restauri, ma ho intenzione di tornare nuovamente per gettare un fiore e recitare una preghiera in quello che un tempo è stato il WORD TRADE CENTER.

Edited by - luisa on 11/05/2004 14:29:08

   
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