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rosvita
Villeggiante


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Inserito - 12/05/2004 :  12:27:40  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a rosvita
Hai ricominciato a scrivere? Mi chiede fabio mentre camminiamo lungo la spiaggia vuota, che tira vento. Non rispondo e sorrido. Non saprei rispondere. E’ “ricominciare a scrivere” buttare giù pochi pensieri, principalmente cose personali, risposte che non ho avuto il coraggio di dare, o che gli interlocutori non hanno avuto interesse ad ascoltare? No, non credo che sia scrivere quello, credo sia solo non perdere il contatto con se stessi.
Fabio continua a camminare, ed io lo seguo, verso il mare scuro nel riflettere i nuvoloni neri, e penso che siamo belli per chi ci sta guardando dal lungomare deserto, lui gigante e sicuro pochi passi avanti, padrone dello spazio e del luogo circostante, ed io piccolina dietro, con il mio spolverino nero che svolazza, e i capelli dello stesso colore della sabbia bagnata che guardo a terra e continuo a venerarlo. Penso che sembriamo sicuramente una coppia, in chi ci guarda. Forse una coppia di fratelli.
Ci avviciniamo al bagnasciuga, guardo il modo in cui le mie scarpe da ginnastica spostano i granelli quasi avvolgendo il mio piede. Fabio insiste sul fatto che dovrei ricominciare a scrivere. Io penso che ho un freddo incredibile, e che se fossimo davvero fratelli lo abbraccerei per scaldarmi. E lui si lascerebbe abbracciare probabilmente, come tutte le volte che mi ha stretto lui, quando sentiva che stavo per scivolare, quando leggeva sul mio viso l’espressione di smarrimento di chi sta per perdere la bussola, e il controllo. Ma oggi no, oggi ce la voglio fare da sola, a sopportare il freddo, a saltare il rigagnolo di acqua piovana che ci taglia la strada, ad affrontare il fatto che, no, non ho ricominciato a scrivere. Perché? Insiste. Se fosse chiunque altro si prenderebbe una delle mie risposte secche ed acide, di quelle che hanno zittito ed esasperato amici benevoli e pazienti ed allontanato per sempre innamorati e conoscenze superficiali. Ma fabio no. Fabio lo fa per un motivo, anche se forse a me non interessa.
Mi da fastidio quando fabio intuisce cosa penso. Cioè no, mi fa piacere, ma mi lascia indifesa. Niente bugie con lui, niente paure. Quegli occhi sottili in quella faccia da bambinone, quello sguardo che diventa una lancia nel momento in cui viene provocato, diventa una lastra di metallo, che riflette ed impedisce qualunque tentativo di com-passione, di intenerimento. Ecco, quello è il lato di fabio che mi spaventa, quel saper davvero leggere dentro le mie bugie, dentro le mie psicosi giustificative, dentro i reali motivi delle mie fughe, e in quegli istanti quello sguardo che diventa cinico mi lascia smarrita. Non mentire con me, mi dice talvolta. E lo dice serio, quasi cattivo. Non è una madre comprensiva, quando lo dice. E’ un padre severo, ed è in arrivo una punizione. Solo che non sarà fabio a darmela, sarò io stessa. Nel momento in cui mi accorgerò di aver mentito ancora, soprattutto a me stessa, la sensazione di fallimento sarà tanta e tale da lasciarmi stanca e demotivata. Ma questo è quello che lui vuole. Vuole che io non mi nasconda più.
Di fronte a noi, stranamente terse nonostante i nuvoloni di pioggia, intravedo le montagne. E’ un’immagine stupenda, dico. La sabbia, il mare, le montagne.
Solo da qui puoi vederle, aggiunge lui, se ti sposti di poche decine di metri, non le vedi più. Sai che montagna è?
No che non lo so, ma provo comunque. Il Gran Sasso.
Fabio ride. Scema, il Gran Sasso è di là, ed indica la sua destra, in un gesto ampio.
Si, mi confermo, qui è tutto suo. Nel senso che questi colori lividi, questo vento freddo eppure gradevole, questo rumore di mare non assordante, tutte queste cose sono Fabio, lo descrivono più di qualunque fotografia, più di qualunque mio racconto…
E’ la Maiella, continua.
Ah, dico io, e vorrei aggiungere qualcosa di simpatico, ma non mi viene, e allora preferisco tacere. Vuol dire che la piccola Rosvi in questo momento non ha nulla da dire.
Perché non scrivi più?
Ci sto provando.
Mi fai sapere quando ci riesci?
(silenzio)
Non voglio più scrivere per gli altri.
Va bene.
Va bene.
Torniamo indietro? Fa freddo.
Qualche goccia mi cade addosso. Ecco, mi dico, addio messa in piega. Fabio mi legge nel pensiero.
E tu ti saresti persa questo spettacolo solo per via della messa in piega?
Noooo, rispondo apertamente. Ma mi sarei portata dietro l’ombrello, penso tra me e me.


   
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