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 CNQUE SPINE E TRE PETALI
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Ohara
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Inserito - 15/06/2004 :  22:06:02  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Ohara Invia un Messaggio Privato a Ohara

UN ALTRO CAPITOLO DELLA SAGA DI ROSSARIA

Il sole era appena tramontato e dal castello giungevano voci concitate.
Tra meno di due giorni il Principe Innav sarebbe giunto con il suo seguito a fare visita al Re Eppeb . Il Principe figlio del Grande Re Ocram era stato inviato per conoscere la Principessa Rossaria e chiederla in sposa. I due grandi Re volevano stringere un patto di alleanza, di pace dopo le numerose guerre che avevano intrapreso per il possesso di nuove terre.

I cuochi del castello stavano preparando leccornie prelibate per la grande cena che si sarebbe tenuta al castello durante la Fiera del Grano in concomitanza con l’arrivo del figlio del monarca.

Rossaria, come era sua abitudine, era nelle cucine. La Principessa amava cucinare e non appena aveva un momento libero dalle sue incombenze scappava in mezzo ai cuochi e sguattere. Indossava la sua veste piu’ semplice, metteva una cuffietta di lino e aiutava a preparare il pane o quelle focacce per cui il Castello era rinomato. La sua vecchia nutrice sapeva sempre dove trovarla. Quando Rossaria spariva bastava andare nelle cucine ed ecco che lei era li’ con il viso bianco di farina e le mani immerse nella pasta.

Quella sera stava imperversando un tremendo temporale; i lampi scuarciavano il cielo; i tuoni si susseguivano uno dopo l’altro, il rumore rimbombava nelle cucine, e la pioggia cadeva interrottamente da ore. Anche se Rossaria aveva dato ordine di accendere tutte le candele disponibili per poter lavorare meglio, la penombra non dava la possibilita’ di poter compiere i propri compiti nella dovuta maniera.

Nel frastuono generale ad un certo momento in sottofondo si senti’ un battito alla porta che dall’esterno conduceva alle cucine. Aras la piccola sguattera che si occupava della pulitura dei grandi pentoloni apri’ la porta e subito getto’ un urlo scappando a nascondersi dietro al grande camino che troneggiava nella cucina principale. Rossaria si precipito’ coraggiosamente verso la porta per vedere cosa aveva spaventato la piccola Aras. Subito innorridi’ e di scatto fece qualche passo addietro.
Sulla porta stava un essere immondo, un vecchio uomo ricoperto di stracci, ricurvo su se’ stesso con la faccia completamente bagnata ed un ghigno malefico stampato su di essa.
Con voce flebile e arrocchita chiese di poter entrare per ripararsi dalla pioggia e avere un tozzo di pane per calmare la sua fame. Rossaria dopo il primo gesto di repulsione per quell’essere cos’ repellente si fece forza e con la sua solita bonta’ d’animo accolse il mendicante e lo fece accomodare vicino al grande fuoco che stava ardendo nel camino. ‘’Ecco sedetevi qui al calduccio’’ disse la bionda principessa ‘’Riscaldatevi mentre prepariamo una minestra calda per alleviare la vostra fame’’ aggiunse poi, ‘’E ci sara’ anche un giaciglio pronto per voi a breve cosi’ potrete passare la notte in un luogo caldo ed asciutto’’

Il vecchio senza parlare comincio’ a mangiare mentre Rossaria torno’ alle sue incombenze in cucina e prosegui’ nella preparazione del pane.

La sera si fece notte fonda e Rossaria dette ordine di fermarmi e di riposare qualche ora perche’ l’alba sarebbe arrivata molto presto con nuove incombenze e nuovi lavori. La sua fedele nutrice le aveva gia’ preparato un bagno caldo e il letto era stato riscaldato con i mattoni ardenti quindi la principessa si ritiro’ nelle sue stanze

Il giorno dopo Rossaria, svegliatasi come sempre molto presto, si precipito nelle cucine per controllare che al vecchio mendicante fosse data una sostanziosa colazione prima di proseguire il suo viaggio ma nel giaciglio creato per lui non c’era nessuno, il vecchio mendicante se ne era gia’ andato e solamente una rosa gialla era stata lasciata, come ringraziamento per l’ospitalita’ di una grande principessa verso un povero derelito. Rossarie prese la rosa in mano; questa era un po’ particolare. Non aveva spine ed inoltre mancavano anche alcuni petali; era stato lasciato solo il bocciolo interno

Arrivo’ il grande giorno . Il principe Innav stava arrivando. Il ponte levatoio fu calato. Il grande portone d’ingresso del castello fu aperto e il Principe con tutto il suo seguito entro’ mentre il Re lo accolse con grandi onori che si attribuivano ai nobili. Il Principe impettito sul suo cavallo bianco era vestito da viaggio, un paio di pantaloni aderenti, un giustacuore di velluto ed un grande mantello nero. Il suo viso era scoperto, i capelli erano neri come la notte, sul viso brillavano due occhi color smeraldo che si aprirono al sorriso nel vedere la splendida Principessa Rossaria ferma vicino al padre. Rossaria si meraviglio’ di quel sorriso che chiaramente era rivolto verso di lei. Non aveva mai visto e conosciuto il Principe Innav anche se fu piacevolmente sorpresa del suo aspetto. ‘’Spero solamente che sia anche una persona giusta e di valore’’ penso’ ‘’Abbiamo bisogno di un uomo che sappia trattare con mano ferma e giusta i nostri sudditi, e faccia prosperare con umilta’ questo regno che diventera’ mio quando il mio caro padre il Re Eppeb non ci sara’ piu’’’

Il corteo reale entro’ nel castello e tutti vennero fatti sedere nel salone principale dove era stato approntato il banchetto. Numerose portate si susseguirono ed il Principe Innav gusto’ tutto con piacere ammirando la pulizia del luogo e la semplicita’ regale delle persone sedute vicino a lui.

Ad un certo punto il Re si alzo’ e facendo un brindisi declamo’ ad alta voce che la sua amata figlia Rossaria sarebbe andata in sposa al Principe Innav per il congiungimento dei due regni e la pace che ne sarebbe susseguita. Subito Rossaria si irrigidi’. Non sapeva di questa decisione del padre,pensava che avrebbe avuto un po’ di tempo per conoscere il Principe e di poter decidere se volerlo sposare e soprattutto non sapeva che tipo di marito sarebbe stato Innav. Il principe invece con un sorriso sulle labbra si rivolse alla dolce principessa, con una mano prese la mano di Rossaria ed apri’ l’altra mano che aveva tenuta chiusa, depositando sul suo palmo cinque spine di una rosa e tre petali gialli


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