Ti salverò dalla fretta
che ogni dettaglio rigetta.
Ti offrirò il mio tempo,
per me prezioso raro,
sfuggente come lampo,
senza esserne più avaro.
Sarà poderosa la mia attenzione,
senza farsi per te costrizione.Ti capirò, perché la tua fragilità è la mia,
il tuo sentiero passa per la mia via,
e dove ieri pretendevo perfezione
esperimento ora compassione,
un'indulgente comprensione:
maestra è stata la mia umiliazione.
Le mie orecchie, avvocate alla tua voce
difenderanno il tuo dire al cospetto del mio cuore,
strapperanno a lui audizione
vinceranno quotazione,
riscuoteranno colore, unicità, stupore,
troveranno casa, riceveranno amore.
Mai più indifferente
non più denso di pretese
ma mite e paziente,
le mie mani vedrai tese
perché in te vedrò me stesso,
non domani, ma già adesso.
Troppo a lungo è stato un muro
il tempo in cui l’orgoglio scuro
dominava i sentimenti,
e proibiva cambiamenti.
Dall’alto crolla l’ambizione
trasparente diventa la visione:
un pezzo di carta era la mia imbarcazione,
un granello di polvere era il mio castello,
e finalmente ti sento fratello.
E per ieri ti chiedo assoluzione,
per ogni incuria, per quell’abbandono:
senza il tuo non avrò il mio perdono.
Pregiato è quanto ti do in pegno:
le chiavi ora inutili del mio spezzato regno
e un cuore che per notti
rinchiuso in se stesso
vagava solitario
in un timore sommesso,
e solo ora sbocciando vede che il cielo
ancora ha quel riflesso
di azzurro, luminoso abisso
che si osserva anche dal basso...
colibrì