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LADRI DI SOGNI
(da New York a Beslan, passando per Madrid)
La terra accoglie inerme i corpi pallidi
con gli occhi vitrei fissati invano
sui sogni rubati e calpestati.
Arida terra secca per la corrosiva arsura
della follia indifferente alle lacrime
degli inermi.
Lacrime incapaci a fermare il delirio
dei martiri nel nome di un dio
[quello assassino]
che coi suoi preti benedice
l’oscena femminilità di lucubri vedove
[possano le loro anime dimorare
per sempre in pelli di porco].
Lacrime inutili, perse e inascoltate
nel vociare confuso di un occidente imbelle
dove i professionisti del turno elettorale
si danno battaglia sul giudizio di merito
anziché sul rimedio del male mentre
dai loro blindati tavoli dell’opulenza
sputano sentenze e di correità le accuse
che nessun sogno potranno ridare
a quegli occhi vuoti persi per sempre.
Intanto
l’uomo [tradito] non può che aspettare
il prossimo telegiornale fatto di Torri Gemelle
di stazioni Atocha e scuole d’Ossezia.
yama