marco vedrietti.
Villeggiante
Italy
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Inserito - 14/09/2004 : 19:28:23
Il giglio per lui significava poco di diretto: non aveva grande passione per i fiori, li aveva regalati poche volte, e quasi sempre a caso, spesso rose rosse o bianche trovate in giardino, a volte rubati nelle aiuole (unica patrola italiana a contenere tutte le vocali) o dalle siepi che sporgevano dalle ringhiere dei giardini. Non li rubava per non spendere, ma per godersi una forma di delinquenza minore e per mostrare alla destinataria che su di lui si ponteva contare più per la fantasia che per il vil denaro. Ma il giglio era entrato nella sua testa: simbolo di purezza e bontà, bianco fiore per bambini e vergini di spirito ed altra paccottiglia sparsa, poi era bello, proprio un bel fiore, anche da sfiorito. Conquistato ormai dal valore simbolico del vegetale, gli capitò di innamorarsi, perché l'amore capita, lo sappiamo tutti. Capita spesso che non sia corrisposto, ma il suo, per un certo periodo di tempo, lo fu, e lui, per quel certo periodo di tempo, fu felice come non mai. Ed ecco il giglio, la purezza, il candore che lo titillavano e lo trascinavano con sè in una danza in atomosfera fresca e profumata. E poi, le cose cambiano, si sa, e mentre lui si sentva fragile, senza un amico qualunque per bere un caffè, incamminato da solo sulla vecchia pista da elefanti, l'altra parte della coppia si godeva, felice, la più giusta delle libertà. Per lei aveva immaginato mille miliardi di gigli, ma i gigli sono caduchi, e lui infatti li aveva saggiamente immaginati eterni, di porcellana, sottratti al rapido decomporsi della materia vegetrale ed all'elasticità delle coscienze umane. Si trovò con i suoi mille migliardi di gigli ancora belli, col desiderio di ridurli in polvere, ottima per il cemento per le case per la gente felice, ideale per il finto lo zucchero sulle torte di gesso per gli sposi di sale, solo che anche se bagnata di lacrime non la si poteva più modellare come prima, a forma di fiore, ma forse poteva trovare dei bambini che si sarebbero divertiti a farci castelli. Prese il martello, si mise una mascherina da imbianchino e quando ebbe finito aveva i capelli bianchi di polvere, ma una certa gioia guerriera che lo consolava.
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