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 CINETECA: Placido Rizzotto -
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Elena Fiorentini
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Inserito - 16/09/2004 :  10:24:43  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
Aggiornamento
In questi giorni il corpo di Placido Rizzotto avrà finalmente un funerale e un luogo dove essere degnamente sepolto.Ne hanno parlato i giornali e le tv.Mi sembra giusto riproporre a chi non c'era in piazza Mercanti,la vicenda della sua vita e della sua tragica fine.

Placido Rizzotto.

Desideriamo in questa recensione ricordare la figura di Placido Rizzotto, sindacalista ucciso per mano della mafia nel 1948. giustizia.
La sua vita è raccontata in un film uscito nel 2000 e presentato al festival di Venezia insieme a “I cento passi” che racconta la storia di Peppino Impastato.
Non è stato facile ricostruire la vita di Placido Rizzotto, nato a Corleone il 2 gennaio 1914 perché le notizie della sua vita sono scarse e apprese attraverso le locandine e le pagine dei giornali locali Al racconto della vita di Placido il regista decide perciò di creare una moderna ballata. cantastorie.

E' per questo motivo, per non creare un personaggio inventato e falso, il regista decide di dare al racconto biografico un taglio da racconto popolare, dai contorni sfumati. Il film diventa una sorta di ballata raccontata da moderni cantastorie.

I cantastorie diffondevano le notizie spostandosi da rione a rione, da paese a paese, da città a città.
Per rendere più comprensibile e interessante i loro racconti, tratti alla cronaca nera, davano le notizie in versi che recitavano o cantavano. Le parti più salienti erano raffigurate con disegni dai colori vivaci dipinti su un lenzuolo che veniva steso prima di iniziare a raccontare davanti agli occhi stupefatti del pubblico. Il film inizia infatti con il cantastorie che stende il lenzuolo e inizia a raccontare davanti agli occhi stupiti del pubblico. Poesia , informazione , evocazioni suggestive come il passaggio nel sentiero tra i campi accompagnato dal flauto degli Agricantus, contribuiscono a tramandare la memoria diffondendo la voce del cantastorie oltre la contrada per mezzo del cinema e della televisione.

La trama
Dopo avere assistito, impotente, all’arresto del padre, durante la guerra assiste nuovamente ad una barbarie, cioè all’impiccagione di alcuni compagni da parte dei tedeschi, alla quale riesce a sfuggire. Sconvolto cercherà di fare nella sua vita solo del bene.

Il decreto legge del ministro dell'agricoltura Gullo prevedeva la distribuzione di terreni incolti di proprietà dei grandi latifondisti che reagirono con varie forme di illegalità tra cui l'omicidio.

I grandi latifondisti si oppongono, iniziano così le lotte sindacali sostenute e organizzate da Placido Rizzotto. La mafia mina alle fondamenta i sindacati e cerca di entrare nell'affare rivendicando le terre degli uomini uccisi per vendetta. Rizzotto organizza i lavoratori a resistere e li convince ad occupare le terre, fantastica la scena dei contadini che salgono sulla collina, sfidando la volontà dei poteri locali.

Amore contrastato
Rizzotto si innamora di Lia, il film si colora di forti tinte, diventando una vera tragedia shakespeariana. La famiglia di Lia si oppone all'unione con Placido e decide di distruggerla. Lia prega Placido di salvarsi e di lasciare la città. Placido si oppone, la ragazza viene stuprata in modo feroce e brutale. Ho trovato forse eccessiva questa scena, ma il regista probabilmente voleva evidenziare ancora di più il clima di terrore e di intimidazione instaurato.
La ragazza fu costretta a fuggire, Placido scomparve.

L'agguato e la morte
Il 10 marzo del 1948 Placido venne affiancato da alcuni uomini in aperta campagna, ucciso e gettato in una foiba a Rocca Busandra presso Corleone. Il pastorello Giuseppe Letizia che aveva assistito di nascosto all'omicidio e aveva visto gli assassini, fu ucciso con una iniezione letale dal dottor Navarra, personaggio di rilievo nel film.
Il corpo di Placido non venne mai recuperato.

Le indagini

La sera del 10 marzo 1948 scompare misteriosamente Placido Rizzotto, Segretario della Camera del Lavoro di Corleone: impegnato a sostenere i contadini nella lotta per l’occupazione delle terre, era nel mirino di mafia e padroni. Le indagini, condotte dal capitano dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa porteranno all’arresto di Luciano Liggio ed al ritrovamento dei miseri resti del sindacalista, una scarpa,un pezzo di vestito.
Nel 1968 i testimoni Liggio, Collura e Crescione rei confessi , ritrattarono e furono assolti per mancanza di prove.
Pio La Torre, anch’egli destinato ad essere ucciso, nell’82,in un feroce attentato, sostuirà Placido Rizzotto nelle battaglie per la giustizia.


Il nome di Placido Rizzotto non è dimenticato.
Come in una leggenda il nome di Placido si tramanda anche nel XXI secolo. Una cooperativa, Libera terra, produce vino su terre confiscate alla mafia, ha chiamato i suoi vini "Placido Rizzotto rosso" e "Placido Rizzotto" bianco, tramandando il ricordo del sacrificio
Elena Fiorentini



Scheda

Fotografia: Pasquale Mari (AIC)
Musica: Agricantus
Interpreti: Marcello Mazzarella, Vincenzo Albanese, Carmelo Di Mazzarelli, Gioia Spaziani
Montaggio: Babak Karimi (AMC)
Produzione: Arbash Film in collaborazione con Rai Cinema per Caviar Produzioni istribuzione internazionale: Adriana Chiesa Enterprises srl, via Barnaba Oriani 24/A, 00197 Roma
Anno: 2000.
Durata: 110’



http://www.youtube.com/watch?v=GH7d89E9Nvw
Edited by - Elena Fiorentini on 20/09/2004 15:52:30
Elena Fiorentini
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Inserito - 01/05/2010 :  23:12:48  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
In occasione della ricorrenza del Primo maggio vorrei ricordare alcune persone generose che scontarono con la vita il loro impegno al servizio della giustizia.
Peppino Impastato, ricordato nel film "I cento passi" che ne racconta la storia e di Placido Rizzotto, personaggio più lontano nel tempo,sindacalista che chiedava niente di più e niente di meno che di applicare una legge e morto nel 1948

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Elena Fiorentini
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Inserito - 11/05/2010 :  09:04:50  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini

Domenica scorsa, 9 maggio, i familiari di Peppino Impastato chiedevano ad alcuni amici milanesi di testimoniare le vicende di violenza mafiosa per non dimenticare e per mandare un messaggio di speranza in occasione del 32esimo anniversario della morte del fratello e figlio.
Il 9 gennaio venne consegnata la casa dei "Cento passi" confiscata dallo stato a Giovanni Impastato per dare una sede alla fondazione che porta il nome del giornalista scomparso.

Sotto la pioggia battente, con molto pubblico anche in transito, come quello dei ciclisti e il passaggio dei ragazzi del "flash mob" per l'associazione dei "nasi rossi", dopo alcune testimonianze, Rosita Macrì, lesse questo testo, che avevo postato in concertodisogni ben sei anni fa.
Aveva iniziato a piovere con raffiche di vento, molti erano fuggiti sotto la loggia, altri sotto le grondaie del palazzo dei giureconsulti. La pioggia scioglieva l'inchiostro, il vento sovrapponeva la pagine, ma la lettura fu scorrevole e interessante. Arrivarono ( inaspettati, date le condizioni in cui si svolgeva l'evento) gli applausi.
Dopo l'intervento della giovanissima Rosita, parlò Pierluigi e al termine la 18enne Roberta, molto matura per la sua età.

L'organizzazione era quella del Popolo Viola. Al termine delle due ore dedicate agli interventi la struttura per trasmettere il film "I Cento passi" venne posizionata all'asciutto sotto la loggia dei Mercanti, anche se l'aria era molto umida. Io fuggii a casa, ma arrivò altro pubblico.

Era stato raccolto molto materiale interessante, ma non tutto è stato letto. Il presidio raccolse molti consensi, così come il racconto sulle drammatioche vicende di questo sconosciuto sindacalista che combatteva la mafia.

Elena Fiorentini
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