Sono operai
che fabbricano lamenti
li chiamano poeti
appendono parole
al sottile filo
del destino
impastano dolori
per un pane amaro
a una società
che ha sete di potereSono vele al vento
che hanno perso il mare
e si impigliano
nelle ombre dell'anima
Li chiamano poeti
per una gara
a sputar dolori
più distanti
soavi
con meno rumori
Li chiamano poeti
custodi
e cantori
degli archivi dei vomiti
pieni di cuori
che si fermarono
per le fatiche
dell'inseguire
un'accoppiamento
fatto passare
per abbellire
le bestialità
.....per amore....
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dal volume:Silenzi che hanno parlato al vento
note:linguaggio sperimentale-veloce
michael santhers