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 The village
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Roberto Mahlab
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Inserito - 04/11/2004 :  23:10:17  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
La prima volta che dovetti affrontare le mie paure, mi misi a piangere. Ero piccolo e i miei mi avevano portato a vedere un film intitolato :"I due volti", non so perche', ma dalla prima scena, che ricordo come la vedessi adesso, mi terrorizzai e mi dovettero riportare a casa.

Un giorno mi gettarono in piscina e annaspai finche' dovetti imparare a nuotare e un inverno mi misero gli sci ai piedi e mi spinsero giu' da una pista nera e, non essendoci appigli per fermarmi, arrivai giu' che avevo piu' o meno appreso a sciare.
Una estate mia sorella mi impose di salire su un otto volante, in California, quando scesi avevo il volto terreo e i capelli ritti dal terrore e per due giorni non parlai. I miei famigliari sono sempre stati convinti che dopo le imprese a cui mi sottoponevano io non parlassi per due giorni perche' non mi ero impressionato e non avevo nulla da dire, ma invece non parlavo perche' anche le mie corde vocali si erano gelate dalla paura.

Ecco perche' cerco sempre di evitare di andare a vedere film del terrore, senza riuscire nell'intento perche' chi mi attornia e' misteriosamente convinto che io debba affrontare le mie paure. Cosi' ieri la mia segretaria e braccio destro e sinistro e mente pensante mi ha ingiunto di andare a vedere il film "The village" e io ho resistito per due ore, ma poi ho dovuto capitolare all'insistenza e all'allusione che non avessi coraggio e che di conseguenza avrei privato la rubrica cinematografica di concerto di sogni di una recensione.

Gia' i trailer del film sono inquietanti, si tratta di una pellicola del famoso regista M. Night Shyamalan, autore di "Il sesto senso" e "Signs", disperato, ho cosi' comprato due pacchetti di pasticcini e mi sono seduto nell'ultima poltrona della sala e ho visto con sollievo che c'erano molti spettatori, qualcuno di essi avrebbe avuto pieta' e mi avrebbe riportato a casa se fossi svenuto.

Ma, con mia sorpresa, non e' stato un film del terrore, la pubblicita' e', forse appositamente, ingannevole, e' invece una bellissima e profondissima favola, l'intreccio e' quello di un giallo, ma la trama e' cosi' interessante che viene voglia di parlarne e di invitare ad andarlo a vedere.

Ne ho discusso virtualmente con l'ormai noto collega Faridul Anwar Farinordin, critico cinematografico del New Strait Times di Kuala Lumpur, in Malesia, che ha titolato la pagina degli spettacoli del 14 agosto scorso con :"un thriller dal tipico intreccio in stile Shyamalan".

Roberto : Buona sera Faridul, da un regista come Shyamalan ci si attendono film scioccanti con finali inattesi, che talvolta fanno chiudere gli occhi per lunghi momenti nelle scene piu' forti, che cosa ha di diverso questo avvincente mescolamento tra thriller e favola?
Faridul : in effetti anche io ho notato qualche cosa di diverso dal solito, una maestria, un'arte di accompagnarci in rivelazioni successive cosi' appassionanti da tenerci con il fiato sospeso, ma con gli occhi bene aperti dalla curiosita'.

Roberto : quando ho deciso di scriverne la recensione per concerto, mi sono reso conto che il film mi ha riaperto antichi ricordi, come se avesse scavato in me, possibile che l'abilita' di Shyamalan sia risvegliare le paure dentro lo spettatore anziche' concentrare la sua attenzione sulla suspence dello schermo?
Faridul : ho avuto la stessa tua consapevolezza, e' un film che lascia un'impronta nella coscienza dello spettatore e credo che chiunque lo vada a vedere poi senta la necessita' di dibatterne intellettualmente, a me e' capitato di passare nottate a parlarne con gli amici.

Roberto : secondo me la trama evoca paure e interrogativi su convinzioni e ideologie...
Faridul : diciamo subito pero' che "The village" e' prima di tutto una bella storia, Shyamalan spaventa gli spettatori non con immagini terrificanti, le creature denominate "gli innominabili" sono solo riprese da lontano, gli ingredienti del racconto sono la paura, il coraggio, l'amore, il senso di appartenenza e la perdita dell'innocenza e il suo ritrovamento.

Roberto : il luogo e' un villaggio attorniato da un bosco, gli abitanti sono convinti di non poter allontanarsi perche' delle orride creature non vogliono che si contaminino con le nefandezze della societa' moderna, sono illuminanti le scene che mostrano come nascono le superstizioni e le credenze che divengono barriere.
Faridul : la proposta del film e' discutere sulla questione se sia meglio allontanarsi dalla societa' reale per costruirsi paradisi che alla lunga coltivano in se' stessi l'autodistruzione oppure se e' piu' conveniente non astrarsi e tentare di migliorare la societa' di cui facciamo parte.

Roberto : Shyamalan non fa mai mancare un grande cast alle sue pellicole...
Faridul : e' uno dei punti di forza del film, William Hurt, Joacquin Phoenix, Sigurney Weaver e la straordinaria Bryce Dallas Howard, attrice di teatro di fama e si vede, la sua interpretazione e' sensazionale, e' capace di rattristare oppure di rasserenare lo spettatore con la sola espressione del volto, la sua parte della ragazza cieca che diviene il motore di tutta la filosofia del film e' una grande prova di bravura.

Roberto : vorrei aggiungere che gli effetti sonori sono utilizzati magistralmente, le paure inconsce dello spettatore vengono portate alla luce non da scene volutamente raccapriccianti, ma solo da toni musicali piu' o meno elevati a seconda della scena.
Faridul : sono d'accordo, non c'e' un attore, una scena, una nota che non sia un perfetto mescolamento per rapire la nostra mente e per rimanerci.

E che sia corretta l'analisi del mio amico Faridul, lo prova l'irresistibile desiderio di iniziare questa recensione con la confessione di miei momenti e situazioni di paura.

E voi, lettori della nostra rubrica cinematografica?
Un abile regista ci dimostra che la paura non e' nelle immagini di uno schermo, ma e' in noi, non trovate che abbia ragione?
E allora non avrete certo timore adesso di voltarvi e di scoprire che quell'ombra che avete appena percepito alle vostre spalle in questa serata di avanzato autunno, le finestre chiuse e voi siete soli in casa, non e' uno dei mostri innominabili vestiti come capuccetto rosso e dalle mani a zanne, e' solo una vostra percezione interiore... coraggio, giratevi piano piano e affrontate la vostra paura... ne riderete, dopo, se davvero non erano veri mostri affamati che sono entrati a casa vostra quando eravate fuori nel pomeriggio...

Dove c'e' il grande cinema, concerto c'e'

Morgana
Curatore



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Inserito - 05/11/2004 :  10:19:37  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Morgana
Mi sono ritrovata nelle paure degli anziani del villaggio: anch'io sono attanagliata e spesso paralizzata dalla paura che in ogni momento possa succedere qualcosa di spiacevole che sconvolga la mia esistenza, dovuto alla vita in questa società.Spesso penso che un giorno, quando forse sarò madre,rischierò di soffocare e fare del male ai miei figli nel tentativo di difenderli e tenerli lontano dai pericoli e i dolori del mondo.
Ci penso, mi fermo ma poi vado avanti comunque.

Roberto, come al solito sei un grande.
Complimenti.
Morg.

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