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spazioscuola
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Inserito - 11/11/2004 : 11:54:23
La mia esperienza in RomaniaNon è stato semplice pensare a cosa avrei potuto dire, o almeno lo sarebbe stato se avessi pensato di scrivere solo quello che abbiamo fatto materialmente, e invece no, vorrei tentare di comunicarvi come è stata a livello morale, per me. Sono stata in Romania per la prima volta nell’estate 2003, ero partita euforica, la motivazione primaria o comunque quella che mi a spinto è stata la voglia di vedere un luogo nuovo, una cultura diversa, una situazione diversa; e l’altra motivazione è stata quella di voler passare un’estate diversa dagli standard di oggi, mare riposo e divertimento. Frontiera, siamo in Romania, lunghi tratti delle strade che percorriamo sono sterrati, le auto che incontriamo non sono molte. La città dove starò per una decina di giorni è Sighet, confinante con l’Ucraina, guardavo fuori dal finestrino del pullman, vedevo le persone camminare, le case, le strade, ed era come se mi si chiudesse il respiro. Mi sembrava di vedere una di quelle città dilaniate dalla guerra che fanno vedere in TV, ma è diverso vederle qui rispetto che su uno schermo; qui ci sono dentro. Guerra povertà, una povertà che porta ai bambini di strada, alla delinquenza, alla prostituzione, alle droghe e all’alcool; qui ci sono proprio tutti. Penso che non mi scorderò mai di una cosa successa una delle prime sere; ci hanno portato in centro città, siamo stati accompagnati da alcuni ragazzi del posto che conoscevamo, arrivati in una strada del centro abbiamo visto sbucar fuori da ogni angolo bambini. Tutti ci dicevano “italiani, italiani” come se avessimo avuto un’etichetta attaccata al collo; c’era un bimbo tra questi con un maglione legato in vita, lo teneva e se lo stringeva a se, con avidità, mi si avvicina una delle nostre “guide”, aveva visto che stavo guardando quel bambino, e come se avesse capito la domanda che gli avrei fatto precedendomi mi dice “è l’unica cosa che avrà per coprirsi quest’inverno”. La temperatura arriva a toccare i –30 là d’inverno! Una felpa! Vuoto e impotenza, era quello che mi sentivo dentro, ma sono riuscita a trarne una strana forza, che mi a fatto, e mi fa, continuare a credere in quello che ho fatto per due anni e che spero di poter fare ancora. Mi hanno dato più questi bambini, la visione di questi luoghi, di quanto io posso aver dato loro; mi hanno donato la felicità di accontentarmi di ciò che ho, il valore della generosità, dell’uguaglianza, dell’ascolto, dell’aiuto reciproco. Grazie a tutti, ai bambini, a chi mi ha dato la possibilità di fare quest’esperienza e chi la ha vissuta con me, GRAZIE. Francesca 3^ A
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Isabella
Senatore
Italy
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Inserito - 14/11/2004 : 00:33:24
Salve a tutti! anche se con con un pò di ritardo, vorrei rispondere al toccante racconto di Francesca e al fiducioso messaggio di Marcello. Mi sento molto vicina a loro, soprattutto perchè posso affermare tranquillamente di rivivere i loro pensieri negli occhi di mia mamma, ogni giorno. Il fatto di essere per metà romena, di aver assimilato la mentalità romena, di essere entrata in contatto diretto con essa, vivendo con mia mamma ed inoltre intraprendendo un viaggio in Romania all'età di dieci anni ha concorso a creare in me una forte convinzione, un concetto molto alto di cultura romena, ricca, armoniosa, frutto dell'incontro tra Europa occidentale ed orientale (basti pensare alla lingua). Ciò oggi è passato evidentemente in secondo piano, le splendide località turistiche montane e balneari si son trasformate in stridenti scenari di malavita, prostituzione, e, più orrendo fra tutto, del dramma dei bambini, che costretti dalla fame si rannicchiano nei tombini di notte e di giorno campano come possono, frugano nella spazzatura, stringono fra i denti le giovani ed ossute dita, piangono l'ingiustizia di questo mondo, fredda, orrenda. Il Comunismo in Romania, come nella maggior parte dei paesi dell'est europeo, ha spazzato via ciò che di più bello quest'intraprendente, dinamico, ospitale popolo possedeva, tentando di ridurre al ridicolo la tradizione, la religione, l'orgoglio e la dignità umana. Per rendersi conto di quanto semplici e generosi siano i romeni basterebbe recarsi non troppo lontano da Bucarest, e precisamente nella cittadina di Fetesti. L'ambiente familiare, quei sorrisi così spontani, aperti, gioiosi m'hanno colpito subito, la loro insaziabile necessità di donarsi agli altri mi ha incantata. Romania: Paese dai mille volti, dai mille paesaggi, dai mille colorati monasteri, dai mille tenebrosi ed affiscinanti castelli. Romania delle danze, delle radicate tradizioni, dell'innata gioia di vivere, degli zingari delle montagne, che spesso si sorprendono accanto ai loro pittoreschi carri, mentre rendono omaggio alla natura coi loro balli e canti festosi, improvvisati assieme ai loro animali. Ciò m'è rimasto del viaggio in Romania, anche se molto altro sarebbe da raccontare, a partire dalla corruzione morale di alcuni, che di fronte di quanto ho scritto sopra, non meriterebbero nemmeno d'esser chiamati romeni. Ringrazio la mia famiglia, in particolare mia mamma e la pazienza di mio padre: l'idea di un viaggio esculusivamente in auto mi ha permesso di percepire direttamente su me stessa la realtà dell'est europeo, e non dimenticherò mai le infinite distese dorate in Ungheria ed il distributore, dove, durante il viaggio di ritorno, credemmo quasi di assistere all'agonia della nostra fedelissima Citroen. un abbraccio Isa |
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