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 Due cuori spezzati
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Luciana
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Inserito - 24/07/2003 :  11:30:22  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Luciana

Due cuori spezzati

- Francesco, oggi devo tradurre le poesie per l'esame di inglese, non è che verresti da me per darmi una mano...?
- Ma certo Claudia, sarò da te alle quattro, oggi pomeriggio. Vuol dire che io studierò dopo. E poi si tratta di storia, una materia in cui sono già abbastanza preparato. Ciao, ci vediamo.
Claudia era una mia compagna di università e non solo, visto che eravamo stati insieme nella stessa classe, fin dalle medie. La nostra amicizia si era lentamente trasformata nel tempo in un tenero e romantico amore che durava oramai già da tre anni. Nessuno se ne meravigliò, era la naturale e logica conseguenza di una così bella amicizia. I miei amici e la mia famiglia ne erano veramente contenti; solo la famiglia di Claudia non si pronunciava e non esprimeva alcun giudizio, insomma non si capiva bene cosa ne pensasse. Erano persone piuttosto chiuse, poco portate al sorriso e alla comunicabilità, insomma era una famiglia benestante che definirei, tutto sommato...poco socievole.
- Ma noi ci amavamo, questo solo importava e quindi non davo peso alla poca disponibilità dei suoi nei miei confronti.

Alle quattro esatte suonavo alla sua porta.
- Ciao Claudia
- Ciao Franci!
Così dicendo mi mise le braccia al collo e mi diede un tenero bacio a fior di labbra.
Sul fondo dell'ampio ingresso vidi fermarsi nella penombra una figura: era sua madre che ci guardava con un'espressione non di certo soddisfatta
- Potreste almeno moderarvi un po' - disse con un tono un po' seccato che sembrava di rimprovero e fastidio insieme - Vedete di studiare piuttosto!
- Buon giorno signora, ha ragione, adesso iniziamo subito a studiare - mi affrettai a risponderle un po' a disagio, ma senza ombra di risentimento.
Oramai la conoscevo e l'atmosfera di fastidio nei miei confronti quando entravo in quella casa era per me palpabile, me la sentivo addosso, quindi non mi faceva più nessuna meraviglia.
Presi Claudia per mano e andammo a studiare nella sua stanza.

Continuammo a vederci, ad amarci e a studiare ancora per un paio di anni. Tutto procedeva nel migliore dei modi, si avvicinava la presentazione della tesi e avremmo finito insieme. Ancora una volta la nostra vita scorreva su binari paralleli, tutto avveniva con semplicità come sempre succede quando è l'amore a guidare le nostre azioni.
Fu allora che ricevetti una telefonata da Claudia. Era tesa e allarmata, aveva litigato con i suoi e mi voleva vedere per spiegarmene il perché.
- Troviamoci al nostro bar - mi disse sottovoce - tra circa mezz'ora.
Appena entrai la vidi subito, era seduta al tavolino con i gomiti appoggiati e la testa reclinata sulle mani. Non l'avevo mai vista così, mi commosse subito e mi intenerì fino a farmi male.
- Ciao tesoro
- Ciao...- mi rispose con voce tremolante, guardandomi con affetto
Le presi la mano e guardandola fisso negli occhi le dissi:
- Cosa è successo?
- Oggi mia madre mi ha fatto uno strano discorso. Mi ha detto che oramai sono prossima alla laurea, che devo pensare al mio futuro. Poi guardandomi con un'espressione strana, tra il serio e l'ironico ha aggiunto: -...e nel tuo futuro non penserai che possa esserci Francesco, vero? -
- Spiegati meglio - dissi meravigliato e dispiaciuto, non volendo credere a quello che avevo già capito.
- Voleva dire che io mi devo mettere con qualcuno che sia al mio stesso livello sociale, che possa anche aiutarmi nel lavoro, un uomo importante insomma, quale tu non sei e ...non potrai mai essere. Insomma, in poche parole voleva dirmi - ok, finora hai scherzato, ti sei divertita, eri ancora una bambina. Adesso basta, si comincia a fare sul serio e stop, non devi più vedere Francesco. Cosa possiamo fare, io non posso stare senza di te, ti amo...
- Anch'io Claudia, e sono proprio abbattuto per questa cosa. Anzi ne sono disperato, ma non voglio perderti. Dobbiamo fare di tutto per salvare il nostro amore e forse la cosa migliore è di non fare colpi di testa, di stare tranquilli, di vederci e sentirci un po' di meno, fino a quando i tuoi capiranno che cerchiamo in qualche modo di accontentarli... non so cosa dire... per lo meno dobbiamo provarci e comunque il nostro amore sarà più forte di tutto. Di una cosa sono certo, non sono disposto a perderti, sono solo disposto a provare di vederti di meno; anche se non so neanch'io a cosa potrà servire, e poi...
- Cosa vuoi aggiungere?
- Beh, volevo dire che dopotutto cosa ne sanno loro se diventerò o meno una persona affermata e importante, sono piuttosto giovane e non avranno certo il dono di vedere nel futuro!
- Abbracciami Francesco, ho tanta paura!
L'abbracciai con tenerezza stringendola forte a me
- Ce la faremo, Claudia, sii forte e ce la faremo.

Il tempo passava e la situazione diventava sempre più difficile. Occasioni di vedere Claudia non se ne presentavano, ogni tanto la sentivo e al telefono mi sembrava sempre più abbattuta, senza entusiasmo, senza voglia di lottare.
La intravidi all'Università in occasione della laurea. Era dimagrita, lo sguardo spento, mi guardava come attraverso un vetro, c'era qualcosa in lei di diverso. Non era più la mia sorridente, dolcissima Claudia, sempre pronta allo scherzo e a un'allegra risata. Sembrava addirittura quasi infastidita di vedermi e non avemmo occasione di stare soli per parlare e spiegarci, anzi molto probabilmente a entrambi mancava la volontà di farlo, eravamo stanchi di questa situazione, stanchi di complicazioni e problemi. Forse avevamo perso la nostra battaglia.
Deluso, con la morte nel cuore, mi imposi di non cercarla più, pensando in questo modo di fare solo il suo bene: avrebbe più facilmente trovato "l'uomo giusto" come volevano i suoi e io dovevo solo cercare di dimenticare.
Fu per questo che mi buttai con frenesia nel lavoro, era l'unico modo per reagire, per tirare avanti e non pensare a lei, alle ore meravigliose vissute insieme, alle nostre ore di studio, ai nostri abbracci.
Fui assunto in una casa editrice come praticante di giornalismo e mi appassionai molto al nuovo lavoro. Mi piaceva moltissimo l'ambiente della redazione, il disordine e il movimento che vi regnavano e non mi risparmiavo certo, i miei superiori avevano capito che ero disponibile ventiquattr'ore su ventiquattro e cominciavano ad avere fiducia in me, ad apprezzare i miei lavori e a stimarmi.
In poco tempo mi ritrovai a girare mezzo mondo, i miei reportage erano sempre puntuali e impeccabili, la mia firma cominciava ad affermarsi sui giornali più importanti, insomma mi sentivo veramente soddisfatto e realizzato anche perché ne ricavavo un ottimo guadagno.
Come spesso succede, volli anche cimentarmi a scrivere libri. Mi appassionavano i personaggi famosi del tempo passato di cui studiavo attentamente la vita per poi riproporla ai lettori in modo appassionante e leggermente romanzato.
Anche in questo settore ebbi sempre più successo, fui chiamato in diverse trasmissioni televisive, sapevo di essere oramai un uomo affermato e di successo.
Ogni tanto pensavo ancora alla mia piccola Claudia, me la vedevo sposata a un uomo ricco e importante, magari già con un bimbetto accanto e, me lo auguravo con tutto il cuore, finalmente felice.
Una sera, una delle mie tante sere da single, seduto davanti al televisore con il mio vassoio di cibo già pronto, sentii squillare il telefono di casa. Spesso alla sera, quando ero molto stanco e particolarmente stressato, neanche rispondevo proprio per "staccare" completamente e godermi la serata in tutta tranquillità. Ma quella sera fui più tollerante del solito e dopo parecchi squilli decisi di alzarmi
- Pronto?
- Lei è il dottor Solimeni Francesco? - disse una voce femminile con tono distaccato e appena percettibile
- Sì, chi parla?
- ...Sono la mamma di Claudia Fraschini, non so se si ricorda...
Rimasi inchiodato e immobile, folgorato dalla comunicazione; il cuore cominciava a battere furiosamente e la voce stentava ad uscire.
- ...Beh, certo che mi ricordo
- Mi scusi se la disturbo di sera a casa, ho cercato il suo nome sulla guida telefonica, non sapevo come fare a rintracciarla...
Ero maledettamente sorpreso e anche curioso. Il tono della voce, anche se formale e distaccato, era stranamente gentile, come mai mi ricordavo di averlo sentito. Cosa poteva essere successo? E cosa voleva dirmi?
- Non si preoccupi, signora, mi dica
- Telefonavo per Claudia...
- Le è successo qualcosa, come sta?
- Eh, volevo dirle che Claudia purtroppo non sta molto bene. Le dirò che non sappiamo più cosa fare, abbiamo cercato di tutto, ma niente, non possiamo fare più niente per lei...
- Ma cosa le è successo, cosa mi vuole dire?
- Claudia è anoressica, è già da qualche anno che trascina questa malattia; abbiamo cercato di curarla, è stata ricoverata più volte, ma non c'è stato nulla da fare. Continua a non voler mangiare e a dimagrire, oramai non supera i trenta chili, siamo disperati sembra che non voglia più vivere, che lentamente desideri solo spegnersi...con noi non vuole parlare, è come se si fosse chiusa in una gabbia da sola, isolandosi da tutto e da tutti.
Per questo mi sono decisa a telefonarle, anche se mi è costato parecchio,...so di avere delle colpe nei suoi confronti...
- Soprattutto nei confronti di Claudia...si ricorderà bene quanto ci amavamo e Claudia è una
- ragazza tenera, troppo buona per questo mondo, incapace di difendersi e combattere soprattutto quando i suoi "nemici" sono le persone a lei più care...
- Per questo le chiedo gentilmente di volerci aiutare...per il bene di Claudia. Può darsi che lei possa fare qualcosa.
- Non posso certo rifiutarmi, ma mai avrei voluto ricevere questa telefonata, pensavo Claudia fosse felice e invece...
Rimasi sconvolto da questa notizia inattesa e crudele. La mia piccola Claudia! Mi sembrava ieri quando stavamo insieme, ancora felici; nel mio ricordo avevo cancellato l'ultima volta che l'avevo vista preoccupata e triste, dentro di me lei sopravviveva con il suo entusiasmo, la sua bellezza e il suo amore.

Fu così che mi ritrovai dopo anni a suonare il campanello della solita porta, a varcare quella soglia in cui anni prima entravo con l'entusiasmo e la gioia della gioventù, di quando hai ancora tutto un futuro da realizzare e quello che alimenta la tua giornata sono le speranze e la voglia di riuscire, la voglia di coronare il tuo amore, di dargli tutto quello che merita e che desideri.
In quale altro stato d'animo mi trovavo adesso! Certo ero ancora giovane, ma mi sentivo "vecchio" dentro, i miei entusiasmi si erano spenti, si erano rivolti al lavoro e all'affermazione personale e adesso che li avevo non sapevo più cosa farmene, li avrei buttati via pur di recuperare la gioia di un tempo e soprattutto l'amore di un tempo.
Volevano un uomo affermato per Claudia? Beh, adesso c'era, ma oramai era troppo tardi: Claudia mi era stata tolta, erano riusciti ad allontanarla da me con l'unico risultato di avere spezzato due cuori e forse anche una vita. Per non parlare della mia che mai come in quel momento mi sembrava inutile e distrutta. Come avrei ritrovato la mia Claudia? Che aspetto avrebbe mai potuto avere con quella terribile malattia? Si era ancora in tempo per fare qualcosa per lei?
Sua madre venne ad aprirmi
- Non so come ringraziarla, Francesco. Si accomodi, l'accompagno da Claudia. Non l'ho avvisata della sua visita, ho pensato fosse meglio così.
Ci avvicinammo alla stanza di Claudia e la mamma bussò alla sua porta.
- Claudia, scusa se ti disturbo, ma c'è qui una persona per te che ti vuole salutare.
- Non voglio vedere nessuno, dì di andare via
- Ma Claudia, penso che non ti dispiacerà vederla dopo tanti anni, si tratta di Francesco...
Il silenzio che seguì questa frase mi procurò ansia ed emozione. La porta si socchiuse e nell'esiguo spazio intravidi una testa bionda che cercava di nascondersi lasciando tuttavia lo spazio per farmi entrare.
Una volta dentro la guardai: il viso emaciato e scarno sembrava avvizzito precocemente, le occhiaie profonde e bluastre sottolineavano gli occhi azzurri in cui ancora brillava la luce di una volta, anche se velata di tristezza e soprattutto di stanchezza. I capelli biondi, i suoi bei capelli lucidi, lunghi e morbidamente ondulati si erano tremendamente diradati, erano cortissimi e spenti. Un brivido mi percorse mentre le dicevo:
- Claudia, ciao sono felice di rivederti!
- Non guardarmi, so di fare impressione...
- Claudia, tu sai che io ti "vedo dentro": sei bellissima come sempre e adesso hai solo bisogno di tirarti su, io sono qui per questo, perché mai ho smesso di pensare a te e sapevo che nel momento del bisogno sarei stato pronto a darti una mano, come del resto sapevo avresti fatto tu
- Di questo puoi esserne certo... - mi rispose con voce tremante che nascondeva una forte emozione
Cercai di abbracciarla, ma si ritrasse quasi con rabbia
- Non mi toccare, faccio schifo anche a me stessa
- Non dire così, voglio che ritorniamo ad essere amici, se vuoi verrò a trovarti tutti i giorni, dopo il lavoro, mi piacerebbe farti leggere i miei libri, tengo molto al tuo parere, sai che senza la tua approvazione non riuscivo a fare nulla...
Un leggero sorriso le increspò le labbra
- E' vero, me lo ricordo benissimo...comunque cosa te ne fai ormai del mio giudizio, quando sei già famoso e i tuoi libri hanno successo..
- Sai benissimo che del giudizio degli altri me ne sono sempre fregato, che solo il tuo mi interessa adesso come prima ed è proprio questo che ti vengo a cercare, come facevo una volta
- Se non lo fai solo per compassione mi va bene, altrimenti mi faresti solo del male e comincerei ad odiarti, come non ho mai odiato nessuno. Ricordati che io non ho ti ho mai dimenticato, ci ho provato, ma non ci sono riuscita e questo mi ha fatto ammalare, è una malattia che non perdona questa, Francesco, e presto forse mi toglierà di nuovo a te...
- Claudia te lo giuro su quanto ho di più caro. Ci tengo veramente a vederti, ad avere il tuo giudizio sui miei lavori e sai che non ti ho mai mentito e non posso certo cominciare adesso
- E' vero, Francesco, grazie. Ti voglio bene.

Cominciò così un nuovo capitolo della mia vita. Le visite a Claudia erano la cosa più attesa e desiderata della mia giornata, i momenti passati con lei erano pieni di tenerezza e giorno dopo giorno si ricreava tra noi l'affiatamento e la complicità di una volta, quando nulla al mondo poteva separarci e bastava guardarci negli occhi per capirci al volo.
Mi accorsi molto presto di come fosse preparata e informata nella sua materia, della profonda cultura che aveva accumulato nelle lunghe giornate passate sui libri per dimenticarmi: tutto quell'impegno non servì però a cancellare il suo amore che aveva radici così forti e profonde. A quel punto cominciò a rinunciare a tutto, i suoi interessi si spensero, nessun motivo era più sufficiente per continuare a vivere. Tanto valeva lasciarsi morire.
Tutto ciò lo compresi durante i lunghi colloqui con lei; mentre parlava Claudia si animava e coloriva, sembrava che "tirar fuori" tutto il dolore che aveva accumulato nel tempo fosse la medicina migliore per fare rifiorire in lei la voglia di vivere, l'entusiasmo e la gioia persi da tempo.
Inutile aggiungere che la sua salute cominciò a migliorare ogni giorno, che il suo aspetto diventò sempre più sano e radioso fino a ritornare la Claudia di una volta.

Oggi sono un uomo felice. La mia Claudia è completamente guarita e mentre la osservo avvicinarsi a me nel suo splendido abito bianco, con i biondi luminosi capelli che incorniciano un viso splendente non posso far altro che pensare di essere l'uomo più fortunato del mondo. Sì perché oggi mi sposo e non posso fare a meno di pensare alle stranezze del destino: sembra quasi che abbia voluto metterci alla prova, per vedere la resistenza del nostro amore prima di permetterci di goderlo veramente. E non vi sembra che... alla fine abbiamo anche esaudito il desiderio dei suoi genitori: "Claudia sposerà un uomo ricco e famoso"!

   
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