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Roberto Mahlab
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Inserito - 10/05/2004 :  16:46:14  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

Il cielo era screziato di neri e grigi a rilievi successivi, come segmenti dipinti dal pennello di un pittore.
L'autobus si arresto' al capolinea e l'autista osservo' salire sul mezzo un uomo carico di una borsa che appariva pesante e che appoggiava su ogni singolo scalino per riprendere fiato. Lo vide cercare nel portafoglio un biglietto, l'uomo lo timbro' nella macchinetta e poi si sedette nel posto proprio dietro al guidatore, tolse dalla borsa un libro con un titolo di vicenda gialla, dalla copertina disegnata in tre colori luminescenti e si immerse nella lettura :
"Era il quarto delitto registrato durante la settimana, Anna era stanca quella sera, la brigata criminale le faceva fretta per ottenere i risultati delle analisi sui corpi, lei voleva tornare dal marito e non riusciva a concentrarsi, non si accorse della finestra che sbatteva..."

Il vento sospingeva veloci le nuvole pomeridiane gonfie di pioggia, le porte automatiche dell'autobus si chiusero tranciando il mulinello delle foglie che si era sollevato tra la strada e il marciapiede. Le prime grosse gocce che si abbatterono sul grande vetro anteriore costrinsero l'autista a strizzare gli occhi per abituarli al buio imminente e a premere il tasto che metteva in funzione i tergicristalli.
Il silenzio ovattato della burrascosa giornata fu rotto da due passeggeri che salirono alla prima fermata, la ragazza aveva gli auricolari e cantava a squarciagola mentre il ragazzo batteva le mani a ritmo :"wow, che giornata con te! wow!", non timbrarono il biglietto e si appoggiarono al vetro in fondo al mezzo, ossessivamente ripiegati sulla loro musica e inconsapevoli del mondo attorno. Imperturbabile e perso in un proprio universo rimaneva anche l'uomo che leggeva il libro, per neppure un secondo di curiosita' per quanto gli avveniva attorno aveva alzato gli occhi dalle pagine, evidentemente avvincenti :
"...il poliziotto si piego' in due premendosi il fianco dolorante con la mano destra, non aveva piu' l'eta' per gli inseguimenti, scivolo' sull'asfalto bagnato e si ritrovo' in un istante con la schiena spinta con violenza contro il cancello..."

"Cristian, ti prego, no, non dirlo...", il cielo era divenuto di un grigio uniforme, opprimente e senza piu' profondita', gli scrosci di pioggia avevano ridotto ad un groviglio pesante i lunghi capelli biondi della ragazza in camicetta e pantaloni blu che sali' sull'autobus, il viso che pareva voler entrare nel cellulare che premeva sull'orecchio fino a farlo diventare rosso, ma non se ne accorgeva, il volto in lacrime, si teneva al corrimano alto e la sua voce rotta e emozionata si mescolava alle grida dei ragazzi in fondo che a quanto pareva ritenevano davvero che il loro fosse un cantare, "...ieri sera mi avevi promesso che saresti venuto a prendermi alla stazione, io ci saro' tra dieci minuti, ti prego..."
L'uomo che leggeva sollevo' lo sguardo, la ragazza era bella, sospiro' e si riconcentro' sulle pagine del giallo :"
"... il colpo di pistola e' partito da quella finestra, il commissario indicava una direzione che si perdeva in fondo alle case popolari di quel quartiere della periferia sud di Parigi..."

Il traffico dell'ora di punta, aggiunto al maltempo, rallentava la velocita' dell'autobus, l'autista improvviso' un ardito slalom tra un camioncino carico di fiori che si era accostato a destra e una autovettura di grossa cilindrata ferma in mezzo alla strada perche' non riusciva a girare a sinistra benche' non fosse consentito. Dovette arrestarsi pochi metri dopo la fermata per non contribuire alla paralisi della via e non pote' trattenere un sorriso al volto raggiante di una donna ancora giovane e magra che saliva, vestiva un cappotto liso e beige, le mani guantate unite a preghiera, gli si rivolse con accento dell'est europeo :"buona sera signore, lei mi puo' dire per favore dove io posso prendere l'autobus numero sessantasei?".
"Cristian, solo ieri sera mi avevi detto che... se veramente vuoi che sia finita.. cosi', per telofono... io saro' alla stazione tra poco, avevi detto che saresti venuto a prendermi... Cristian...", la ragazza bionda perse il controllo e si mise a singhiozzare implorando il nome di lui, si sedette con forza rassegnata e spense il telefonino, appoggio' il volto al vetro e chiuse gli occhi.

"Grazie signore!", la donna con l'accento straniero scese alla fermata successiva lanciando uno sguardo di puro amore all'autista, sugli scalini si senti' urtata dal braccio di una donna minuta e dai capelli candidi, borbottava a voce del tutto udibile :"aspetto da venticinque minuti, sotto la pioggia, ma non passate piu' in orario?". L'autista mormoro' di rimando :"ma io sono passato, il collega del mezzo precedente forse era diretto al deposito, non e' colpa mia".
I due ragazzi che cantavano erano scesi dalla porta posteriore riservata alla salita e l'uomo che leggeva sollevo' lo sguardo, si accorse che alla prossima fermata sarebbe arrivato, ripose il libro nella borsa con un sospiro, si alzo' aggrappandosi al corrimano mentre l'autobus ripartiva e con la coda degli occhi osservo' la ragazza bionda del telefonino il cui viso bello e triste si rispecchiava nel vetro rigato dalla pioggia.
Premette il bottone di richiesta di arresto e, quando le porte automatiche si aprirono, vide che gli spazi tra la strada e il marciapiede erano ridotti ad un'unica pozzanghera, rabbrividi', ma non pote' evitare di entrarci con tutte e due le scarpe.

L'autista riprese il percorso, altre persone provenienti dalle vie piu' diverse salirono sull'autobus e altre persone scesero e proseguirono le loro strade separate, segmenti di vite, vicine nel viaggio per lo spazio di attimi.

Roberto


   
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