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 Progetto Pandora
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luisa camponesco
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Inserito - 13/09/2004 :  15:37:08  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Progetto Pandora

La grotta si apriva sul lato est del monte Cloud ad una altezza di circa 2000mt. Nelle belle giornate, quando il cielo era sereno si poteva vedere in distanza la città di Sheridan, nello splendido stato del Wyoming era l’autunno del 1961, i big horn saltellavano sulle rocce, a Washington c’era Kennedy presidente e la sua dottrina della “Nuova Frontiera”, in Europa si era in piena guerra fredda.
Ma quella mattina sulla montagna di udiva solo il grido dell’aquila e un gruppetto di escursionisti arrancava per un erto sentiero fino a raggiungere l’ingresso della grotta.
- Siamo arrivati – l’uomo che appariva come la guida dei cinque uomini si fermò
- E’ stata una bella arrampicata – esclamò il primo della fila
- Non siete allenati, troppo abituati alle comode poltrone dei vostri uffici – replicò la guida
- Devo ammettere che il luogo è selvaggio e isolato – soggiunse un altro arrampicatore
- Sempre meglio dell’Area 51, qui almeno il panorama è migliore – la battuta suscitò alcuni sorrisi
- Siamo troppo stanchi per ridere, penso che ora sarebbe meglio entrare siete d’accordo? – tutti fecero un cenno d’assenso
- Bene allora seguitemi.
L’interno della grotta era fresco, la penombra riposante e l’apparente gruppo di scalatori si liberò degli zaini, corde e macchine fotografiche. Nella grotta si aprivano diversi corridoi e sulle pareti apparivano dipinti rappresentanti scene di caccia. Uno del gruppo si attardò nell’osservarli
- La prego dottor Morris ci segua è facile perdersi se non si conosce il percorso.
- Oh ! chiedo scusa, sono da voi subito.
Il gruppo imboccò un tunnel tortuoso, si udiva lo scrosciare dell’acqua.
- Una sorgente- spiegò la guida
Nessuno fece commenti e tutti in fila indiana proseguirono. Il tunnel terminò con una scala che scendeva quasi in verticale, i gradini erano intagliati nella roccia.
- State attenti sono scivolosi. – in effetti la cautela era d’obbligo.
In fondo alle scale si apriva un’ampia sala illuminata da faretti e dal soffitto scendevano bellissime stalattiti.
- Devo ammettere che nessuno penserebbe mai… - Morris venne subito zittito dalla guida
In apparenza non si vedevano aperture ma solo roccia compatta, la guida si avvicinò ad una rientranza e dopo aver digitato un codice, con un rumore sordo una parte della parete si sollevò lasciando scoperta una porta.
- Prego dopo di voi.
I cinque uomini, esitando, varcarono la soglia per entrare nel cuore del Progetto Pandora.

- Questo è il dottor Gustav Whitemore, responsabile del progetto – Michel Sanders, la guida nonché, agente di una sezione speciale della CIA, presentò i cinque scienziati all’uomo, basso e occhialuto che nel frattempo era venuto loro incontro.
- Il piacere è mio – rispose Whitemore
- Le confesso che sono molto curioso – disse Roger Morris - anzi siamo tutti molto curiosi di sapere nel dettaglio in cosa consiste il Progetto. Ci è stato detto che la sua realizzazione cambierebbe la storia del mondo.
- Già anche se il nome Pandora non è dei più felici – replicò Bruce Allen un altro dei cinque.
Withemore sorrise
- Volete seguirmi? – e fece un gesto della mano, poi proseguì
- Rammentate l’Esperimento Filadelfia? Abbiamo raccolto tutta la documentazione e studiata con cura.
- Allora è questo che state facendo! Volete ritentare!
- Non esattamente, lo abbiamo perfezionato e di molto. Il Progetto si basa essenzialmente sulla teoria dei campi unificati di Einstein con la realizzazione dell’antigravità che renderebbe possibile i viaggi spaziali e il primo obiettivo è la luna.
- Le confesso che mi vengono i brividi – Allen era turbato – ci sono limiti che sarebbe meglio non valicare. Ricordo bene cosa successe a Filadelfia nell’ottobre del 1943, c’ero anch’io.
- Lo sapevamo ed è per questo che lei è qui ora. – Whitemore si raddrizzò cercando di apparire più alto di statura.
- Il cacciatorpediniere Eldridge con tutto il suo equipaggio scomparve dal molo di Filadelfia e riapparve nella zona di Portsmouth, per ritornare nuovamente a Filadelfia e nel frattempo l’equipaggio impazzì e non è tutto...
- Conosciamo i fatti dottor Allen, - lo interruppe Whitemore - ma ora abbiamo fatto notevoli passi avanti, mi creda vedrà lei stesso…
- Forse ma sta dimenticando cos’è successo all’Esperia. – replicò Allen
Wthemore lo ignorò.
- Cos’è accaduto all’Esperia? – Morris si era incuriosito
- L’esperimento venne ripetuto qualche tempo dopo, appunto con la nave Esperia che fu dapprima avvolta in una nebbia verdognola, poi sparì del tutto con un lampo blu e non riapparve in nessun luogo. – il volto di Bruce Allen si oscurò a causa di quei ricordi.
- Vedete – continuò Whitemore, fingendo di non aver sentito – il principio è basato sulla creazione, mediante generatori magnetici ad alta potenza della rifrazione della luce, questo potrebbe rendere invisibile qualsiasi oggetto, anche di grandi dimensioni, come appunto una nave o un aereo alle strumentazioni.
- Se ho ben capito – intervenne Morris – state attuando un progetto che potrebbe rendere navi o aerei non intercettabili anche dal radar.
- Esattamente.
- E l’antigravità? Come verrebbe attuata?- chiese Payne, un altro del gruppo
- Mi creda le due cose sono collegate, ma adesso sarete stanchi vi conduco nei vostri alloggi, avremo tempo per le spiegazioni più tardi.
La comitiva di scienziati, dopo un breve riposo, si ritrovò nella camera di Allen.
- Se c’è qualcosa che dovremmo sapere è meglio che tu parli subito – intimò Morris
Allen muoveva nervosamente le mani
- Non so che dire, ho solo un presentimento
- Bene allora diccelo.
- E’ qualcosa del passato che mi turba e pensavo di aver rimosso.
- Tu eri sull’Eldridge, non è vero?. - Il silenzio che seguì fu molto eloquente – d’accordo Bruce abbiamo capito, ma ci devi comunque delle spiegazioni, aspetteremo ma non per molto - Se ne andarono uno alla volta, rispettosi del dramma interiore che l’amico stava vivendo.
- Non so cosa voi pensiate – sbottò ad un tratto Morris – ma io condivido le stesse preoccupazioni di Bruce
- Però devi ammettere Morris che trovare il modo di rendere invisibili o smaterializzare gli oggetti ci darebbe la supremazia in campo militare e … - L’apparire di Withemore, accompagnato da due uomini con la divisa dell’aviazione militare, interruppe le loro riflessioni.
- Vi presento il colonnello Mac Gillis e il tenente Marc Sloan, fanno parte del nostro progetto.
- Quale parte? - chiese Payne
- Ogni cosa a suo tempo, a suo tempo - ripetè allontanandosi
- Ogni istante che passa me lo rende più antipatico – pensò ad alta voce Roger Morris.

Qualche ora dopo, gli scienziati, si trovarono nel laboratorio sperimentale. Uno spesso vetro divideva gli spettatori dalle apparecchiature che si trovavano in un ambiente completamente isolato e sigillato. Posato nel centro, un modellino di galeone spagnolo.

- Ora vi daremo una dimostrazione pratica delle potenzialità della nostra scoperta, mettetevi, per favore, questi occhiali protettivi, il lampo di luce potrebbe danneggiare il nervo ottico. - Tutti si sedettero nelle apposite poltroncine in attesa dell’evento.
Withemore con un cenno del capo ad un collaboratore dette inizio all’esperimento. Dapprima un rumore lieve, poi sempre più forte, tanto da creare un certo fastidio ai timpani. Un lampo di luce verde e il galeone sparì.
- Ma dove diav…ma dove è finito? – Morris si tolse di scatto gli occhiali
- Non è sparito – rispose Withemore - è semplicemente smaterializzato – calcò sul termine “semplicemente” e questo infastidì ulteriormente Roger
- Ora venite da quest’altra parte – continuò.
Si trasferirono tutti nel locale adiacente
- Rimettetevi gli occhiali -
Con la medesima procedura seguita dal lampo verde, il galeone riapparve.
- Cosa ne dite?
- Incredibile ! Incredibile! - continuava a ripetere Payne, mentre Roger rifletteva
- Comunque si è trattato di una breve distanza. Cosa accadrebbe su distanze maggiori?
- Ci stiamo lavorando dottor Morris, questo è solo l’inizio
Roger si avvicinò al vetro per osservare meglio il piccolo galeone, provava una sensazione di disagio. Quel galeone aveva qualcosa di diverso, non sapeva cosa…
Lo stavano chiamando e preferì, almeno per il momento, non dire nulla, era convinto che il modellino ricomparso non fosse più lo stesso, quel galeone, in qualche modo era stato modificato, se al suo posto ci fosse stato un uomo? Scacciò il pensiero con forza.
Venne offerto un rinfresco, in una sala spaziosa su di un lungo tavolo c’erano vari tipi di cibi e bevande.
- Prego signori servitevi pure!
Tutti commentavano l’avvenimento, alcuni brindavano al successo, Roger Morris si avvicinò ad Allen, che continuava a rimanere silenzioso.
- Come va amico?
Bruce si ricosse dal torpore
- Sto bene grazie
- Non hai l’aspetto di uno che sta bene – continuò Roger – non vorrei risvegliare in te un brutto ricordo, ma ho bisogno di sapere… - all’improvviso Bruce Allen impallidì mentre facevano il loro ingresso nella sala, il colonnello Mac Gillis accompagnato da Marc Sloan
- Li conosci? – chiese Roger
- Mai visti prima. – fece per andare, ma Morris lo trattenne per un braccio e lo condusse lontano dagli altri.
- Ora ti farò una domanda Bruce e vorrei una risposta chiara. – Bruce annuì
- Quando ti trovavi sull’Eldridge durante l’esperimento, in quei pochi istanti in cui siete scomparsi, tu hai visto qualcosa, hai visto cosa ci accadrebbe se il Progetto diventasse operativo. Non è vero?
Allen si prese la testa fra le mani e un grido soffocato gli uscì dalla bocca.
- Calmati ora, va tutto bene, ho capito Bruce, ho capito – gli mise una mano sulla spalla e si allontanò dalla sala.

WASHINGTON – CASA BIANCA 29 novembre 1961 - Ore 4 p.m. Studio Ovale

- Signor Presidente le consegno la relazione sul Progetto Pandora con le mie personali considerazioni
- La ringrazio dottor Morris, esaminerò i suoi dati con la massima attenzione, ma la prego mi anticipi le sue impressioni.
- Signor Presidente, il Progetto deve essere sospeso subito.
- Lo ritiene pericoloso?
- Molto pericoloso, non siamo in grado di valutare le conseguenze di questa scoperta. Se finisse nelle mani sbagliate sarebbe una catastrofe, ma penso lo sarebbe in ogni caso perché viola ogni legge fisica conosciuta.
- Bene dottor Morris, lei ha fatto un ottimo lavoro, farò ciò che è giusto e spero anche saggio – il Presidente si alzò tendendogli la mano in segno di commiato.

Il Progetto Pandora fu sospeso e il laboratorio del monte Cloud chiuso. Di Gustav Withemore si persero le tracce e con lui anche gran parte dei documenti segreti.


   
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