5 febbraio: Sant'Agata - 3 giorni incredibili
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Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: detective Hayes
Oggetto:
5 febbraio: Sant'Agata - 3 giorni incredibili Anche se i festeggiamenti in onore di Sant'Agata, patrona di Catania, iniziano fin dai primi giorni di gennaio, è nei tre giorni che vanno dal 3 al 5 febbraio che si ha il suo momento centrale. Ecco il programma... e la cronaca
Inserito il:
04/02/2005 19:09:28
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La prima giornata, il 3, si sviluppa in tre momenti, il primo dei quali è la lunga e solenne processione del mezzogiorno per l'Offerta della cera, a cui partecipano le più alte autorità cittadine civili, religiose e militari con i gonfaloni del Comune, della Provincia e dell'Università. Dalla Chiesa di Sant'Agata alla Fornace (nota anche come Chiesa di San Biagio a piazza Stesicoro) alla Basilica Cattedrale (a piazza Duomo) la processione percorre la via Etnea tagliando in due la folla di fedeli. Chiudono le undici candelore, espressioni delle corporazioni dei mestieri cittadine, e le due carrozze del Senato catanese, una berlina settecentesca, seguita da una più piccola, ospita gli amministratori comunali, il "Senato" di una volta, formato dal patrizio (il sindaco) e dai giurati (assessori).
Il secondo momento di questa giornata di festeggiamenti è costituito con il trofeo podistico internazionale Sant'Agata con i campioni del cross mondiale tra strade antiche e moderne del centro, con partenza alle 15.
Ed infine, l'ultimo momento di questa intensa giornata si ha la sera, dopo le 20, con il grandioso spettacolo di fuochi artificiali in piazza Duomo.
Catania e i catanesi si svegliano presto in questo giorno speciale. Alle 6 c'è la messa dell'Aurora, celebrata dall’Arcivescovo della città. Migliaia sono i cittadini che affollano la Basilica Cattedrale per il primo incontro con la Santa. L'atmosfera è fortemente emotiva. I devoti portano il busto reliquiario di Sant'Agata prima sull'altare centrale della Basilica e poi sulla "vara", il fercolo. Il busto, ricoperto di gioielli donati da re ed imperatori e tra i quali si trova anche una croce offerta da Vincenzo Bellini, viene fatto ondeggiare sopra le teste dei fedeli, procedendo come una barca in un mare mosso, tra il battito di mani e lo sventolio di fazzoletti bianchi che lo accompagnano come il volo dei gabbiani. Una scenografia che nessun regista saprebbe ripetere, nè, tanto meno, inventare. Un momento di alta devozione, che nessuno è in grado di immaginare se, almeno una volta nella vita, non l'ha vissuta.
Dopodichè il fercolo con il busto reliquario di Sant'Agata e lo scrigno argenteo, di fine oreficeria, con le rimanenti reliquie, inizia il giro esterno (dei "viddani") attraversando Porta Uzeda (sino a qualche decennio fa si assisteva a un pittoresco lancio di larghe strisce, la nota "strisciata", che vestivano tutti i platani di vivaci colori), via Dusmet con i caratteristici archi che sorreggono la ferrovia (noti col nome di Archi della Marina) e sotto cui, una volta, si increspava il mare, vicino alla via Biscari dove pare sia nata la nobile Agata.
La processione si snoda fino a piazza Giovanni XXIII (passando davanti alla stazione ferroviaria) per continuare lungo viale Libertà fino a Piazza Jolanda. Da qui, il fercolo viene immesso in via Umberto e procede fino a via Grotte Bianche per raggiungere intorno alle 14 (ma la puntualità è spesso un miraggio) Piazza Carlo Alberto per una sosta all'interno del santuario S.S. Annunziata (meglio conosciuto come chiesa del Carmine).
La processione riprende fino a raggiungere Piazza Stesicoro dove l'Arcivescovo recita un'omelia. Mezz'ora di discorso nel quale sull'intera piazza straripante di gente scende un silenzio quasi irreale. Un silenzio di profonda devozione.
Parte poi la salita dei Cappuccini, affrontata di corsa, per poi giungere alla Chiesa di S.Agata La Vetere, in piazza San Domenico dove le reliquie sosteranno fino alle 18.
Dopo la sosta nella chiesa di Sant'Agata La Vetere e i Vespri Solenni, la processione riprende per via Plebiscito, via Vittorio Emanuele, piazza Risorgimento, via Aurora, via Palermo, piazza Palestro (conosciuta col il nome de "Il Fortino", dove l'arcivescovo saluterà ancora i devoti), via Garibaldi, di nuovo in via Plebiscito, via Dusmet, con rientro in Duomo da Porta Uzeda, rientro previsto secondo i calendari ufficiali intorno alle due di notte, ma la voglia dei devoti di stare insieme alla loro/nostra Santuzza fa di gran lunga ritardare il suo rientro.
Neppure il tempo di riposare di qualche ora e la festa entra di nuovo nel vivo. Alle ore 8 è prevista liturgia eucaristica nella Chiesa del Santo Carcere e alle ore 9 l'esposizione delle Reliquie in Cattedrale. Alle ore 10:30 partirà il corteo dall'Arcivescovado alla Basilica Cattedrale dell’Arcivescovo Metropolita , degli Arcivescovi e Vescovi di Sicilia, dei canonici e parroci della città, per la solenne concelebrazione eucaristica. Successivamente la Cappella Musicale del Duomo, diretta dal maestro mons. Nunzio Schilirò, eseguirà la "Missa in honorem SS Martyrum Siculorum", per coro, assemblea, organo, archi e fiati di Paolo Cipolla (NdR: si chiama così, che posso farci?).
Alle 16:30 è prevista la messa con omelia celebrata da S. E Mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, e animata dalla Corale Parrocchiale della Cattedrale. Al tramonto ha inizio la seconda parte del giro della Patrona per il centro della città, il cosiddetto giro interno. Le undici candelore parate a festa aprono la processione. Davanti al cordone almeno settecento devoti inneggianti ("Cittadini, cittadini. Tutti devoti tutti." e con conseguente risposta "Certo, certo, viva Sant'Agata") tirano la "vara". Suona la campana del Comune per annunziare l'omaggio del Sindaco alla padrona. Poi il fiume del corteo interminabile si muove lungo la via Etnea, fino alla Villa Bellini per proseguire lungo la via Caronda fino a piazza Cavour (nota anche col nome di piazza Borgo). Una breve sosta salutata dai fuochi "du Buggu" (Cfr i fuochi del Borgo) per poi riprendere la via Etnea, questa volta in senso inverso, diretti verso Piazza Stesicoro e Piazza Duomo. Ai Quattro Canti, punto di intersezione (scusate, m'è scappato!!!) tra la via Etnea e via di San Giuliano, il fercolo affronta la salita di San Giuliano, appunto. Salita che viene affrontata di corsa, con grande sforzo e con il cuore piendo di passione per Sant'Agata. È un pezzo della festa riservato ai giovani perchè ci vogliono forti braccia e gambe salde per tirare le tonnellate e tonnellate della "vara". Ma e' un segno d'amore e di devozione che non puo' mancare. E come una volta, farla in un'unica tirata, significa trarne dei buoni auspici per l'anno. Una breve sosta in via Crociferi, davanti alla chiesa di S. Benedetto per assistere al omaggio delle Monache di clausura che salutano Sant'Agata con il loro canto. Questo è uno dei momenti più toccanti dell'intera processione, in quando il vociare dei devori si interrompe quasi per magia per dare spazio al canto delle monache di S.Benedetto.
Il giro riprende per piazza San Francesco, via Garibaldi, in discesa verso piazza Duomo per un rientro alle prime luci dell'alba, quando i fedeli salutano, a malincuore, Sant'Agata. Non vorrebbero farla rientrare. Vorrebbero che restasse sempre con loro. Sempre con noi. Ma non è un addio. È solo un arrivederci. A tra una settimana, quando, per l'ottava, il busto reliquiario tornerà fuori per un altro intenso bagno di folla.
Questa è la festa di Sant'Agata. Ma a parole non si può esprimere cosa si prova nel profondo del cuore. È qualcosa di indescrivibile.
Con amore e devozione...
Tiziana Leone
per il progetto CONOSCERE ED AMARE CATANIA - STORIA E CULTURA
Edited by - detective Hayes on 05/02/2005 23:19:21
Replies:
Topic author: detective Hayes
Replied on: 05/02/2005 23:49:47
Messaggio:
Ecco alcune splendide immagini dei principali momenti della festa di Sant'Agata
I fuochi d'artificio a Piazza Duomo
Un colpo d'occhio della Piazza Duomo, all'uscita del Busto Reliquiario
Primo piano del fercolo.
Un sorriso, Titty
Edited by - detective Hayes on 06/02/2005 00:10:20
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