Acqua e Fuoco
Stampato
da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=131
Stampato il:
23/12/2024
Tema:
Autore Tema: Roberto Mahlab
Oggetto:
Acqua e Fuoco Acqua - questa settimana Il mio kayak e io osservavamo attoniti dalla riva la tromba d'aria che spazzava il laghetto, all'improvviso il cielo, l'acqua e le montagne intorno erano diventati dello stesso colore grigio nero, solo il mio kayak risaltava nel suo colore rosso mentre dal largo fuggivamo con un turbinio del remo all'onda che ci inseguiva. Trovammo rifugio sotto un grande albero e aspettammo che il vento si calmasse. Fuoco - la settimana precedente Uno dei movimenti piu' caratteristici del flamenco e' l'offerta della rosa, i danzatori e le danzatrici paiono cogliere con una rotazione del polso un fiore dal parquet e poi con la rotazione inversa lo offrono...: "ehi ragazzi! " tra la musica si udi' la voce dell'insegnante :"ma perche' mai i danzatori uomini stanno cercando di raccogliere e offrire il fiore allo stesso modo delle danzatrici?". Ci fermammo incuriositi e l'insegnante riprese: "Il gesto della donna pare solo essere una raccolta e poi una offerta, in realta', se osservate con attenzione, e' come se la danzatrice attendesse come offerta il fiore colto....ora osservate come invece compiono lo stesso gesto i danzatori.....il polso ruota ma il movimento e' piu' solido, deciso, come se il danzatore non attendesse l'offerta, ma offrisse il fiore...vedete...uno stesso movimento....ma nel flamenco la donna e' donna e l'uomo e' uomo.....non cercate di essere chi non siete....e' vero che il flamenco si balla da soli, ma e' apparenza, ci si deve sincronizzare con tutti gli altri e si deve fare attenzione a non perdere le proprie singolarita', questa danza solitaria e' parte della danza di un insieme e diviene uno spettacolo corale per gli spettatori e soprattutto nel vostro cuore". Agua La grandine parve smettere per un attimo, rimisi lo scafo in acqua e tornammo al largo. E come se fosse un gioco a rincorrersi le onde scure si alzarono nuovamente e ci inseguirono finche' non ci riparammo per la seconda volta a riva, la barca resse lo sforzo di torsione e io esclamai ammirato : "oy, que kayak!" Fuego Ci dissero che il teatro sarebbe stato gremito e per tre volte il pomeriggio che precedeva lo spettacolo salimmo sul palcoscenico, venti tra danzatori e danzatrici di flamenco, per la prova generale, era meglio provare sul palcoscenico che ritrovarsi angosciati a ricordare nei corridoi i passi che avevamo il terrore di dimenticare, il panico da palcoscenico esiste solo fuori da esso. Quel mattino avevo comprato una rosa rossa, il gambo cortissimo e riposto in un fazzoletto di carta imbevuto d'acqua e poi avvolto in due carte stagnole, il fioraio mi aveva assicurato che cosi' il fiore avrebbe resistito fino a notte inoltrata. Agua Ormai era tempesta e gli unici esseri viventi su quel lago eravamo io e il mio kayak rosso, anatre dal collo verde smeraldo, cigni, farfalle dalle ali color giallo pastello e aironi erano spariti, al riparo e nell'attesa del primo raggio di sole. La barca era pesante, piena di pioggia, io avevo fame e freddo. Fuego I tredici passi parvero durare pochi istanti, dal palcosenico il pubblico pareva lontano, una realta' che non doveva distrarci, e cinque volte per tredici movimenti i nostri passi crearono la melodia insieme al chitarrista e perduti nel nostro mondo facemmo fatica ad accorgerci che avevamo finito e che il teatro era un solo applauso. Agua Quando si sfugge alla nube nera che ci inseguiva e poi ci si volta a guardarla, essa pare raccogliere il nostro sguardo come sfida e lanciare un soffio di vento oscuro che intimidisce, a ricordare che comunque la natura scorre al di la' della nostra vita, come una risposta all'amore, reggevo il suo sguardo tendendo il nostro tenue filo, per renderle rispetto e quel forte soffio di vento sibilo' sulla mia guancia sinistra portando con se' un rivolo di acqua che scorse lungo la pelle e brucio' e ne assaggiai il sapore. Fuego Trecento spettatori e cento danzatori e danzatrici riempivano di allegre voci il salone prima dell'uscita dal teatro e la mia mano destra raccolse con il movimento rotatorio del polso la rosa e la offri' a chi voleva. Lo sguardo di reazione fu di fulmine ma la mano non si scosto' finche' la rosa rossa fu accettata con furia. E poi il suo ramo spinoso colpi' la mia guancia e si apri' una ferita e brucio' e il rivolo di sangue scorse sulla pelle e ne assaggiai il sapore. E la mia voce emise un ammirato :"Oy, que mujer!". Acqua e Fuoco Vagare sul lungo lago sotto la pioggia dopo la tempesta, vagare per locali a notte fonda dopo lo spettacolo di flamenco, con la guancia che brucia e sorridere alla sensazione di un caldo :"oy, que hombre!" Adios
Inserito il:
06/01/2002 15:01:22
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