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Ho bisogno del tuo aiuto

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Stampato il: 22/12/2024

Tema:


Autore Tema: Gabriella Cuscinà
Oggetto: Ho bisogno del tuo aiuto
Inserito il: 21/12/2005 15:23:26
Messaggio:

Ho bisogno del tuo aiuto

“Sai amore, ho bisogno del tuo aiuto,” aveva detto Dario con voce tirata,
“non ci crederai, ma mi sono messo nei guai, senza volerlo e senza accorgermene.” Così dicendo aveva abbassato gli occhi e aveva il volto teso.
“Ch’è successo! Dario, non farmi preoccupare, si tratta della tua salute? C’è qualcosa che non va?” aveva esclamato la moglie Barbara,
preoccupata.
“No, no, la salute per fortuna non c’entra; è qualcosa che riguarda il mio lavoro d’avvocato e nello stesso tempo riguarda noi due.”
“Noi due? E che c’entro io col tuo lavoro, scusa?”
“Ho conosciuto una collega avvocato, sì un’avvocatessa, una donna.”
“Ah! Una donna! E allora? Ne hai conosciute molte di avvocatesse. Dunque cos’ha questa di diverso?”
“Ha di diverso che s’è messa in testa di rovinare la nostra famiglia.”
“Cosa!? Rovinare la nostra famiglia? E in che modo? Dario, chi è costei di preciso?”
“E’ una che ho frequentato durante il processo Barnabei. Eravamo entrambi difensori, e lei, quando m’ha visto, s’è ricordata dei tempi dell’università e che i nostri genitori erano amici. Insomma, la consideravo una collaboratrice capace, oltre che collega e amica. Invece s’era messa in testa strane idee e mi abbindolava senza che io me ne rendessi conto. Mi lodava e imbrodava, mi gratificava facendomi sentire un avvocato geniale, insostituibile. Io, come un cretino, ci credevo e pensavo che apprezzasse veramente il mio modo di gestire la causa. Invece la farabutta mirava ad altro.”
“Ma guarda un po’ la sgualdrinella! E che t’ha detto? Tu in qualche modo le avrai prestato il fianco.”
Barbara aveva drizzato le orecchie, ma non s’era scomposta, sicura del fatto suo.
“Io non l’ho illusa, se è questo che intendi dire. Ma ultimamente ha cominciato a dirmi che dovevamo andare a vivere insieme e che avrei dovuto lasciare la famiglia. Allora le ho fatto una risata in faccia e lei ha ribadito che non stava scherzando. Quando ho asserito che non ci pensavo lontanamente e che amo mia moglie, ha esclamato che l’avevo illusa e di stare attento perché avrebbe parlato con te e ti avrebbe detto che eravamo amanti, il che non è assolutamente vero.”
Barbara aveva avuto un’espressione di disgusto, poi aveva soggiunto: “Sono sicura che non è vero. Le persone come lei, sono disoneste, bugiarde e senza scrupoli. Ma tu cosa hai risposto?”
“Le ho detto che te ne avevo già parlato io, che sapevi tutto di lei e non avevi problemi. Per questo adesso, ho bisogno del tuo aiuto.”
“Bravo! Che idea geniale! I lestofanti vanno battuti con le loro stesse armi. E lei com’è rimasta?”
“Dapprima è sembrata interdetta ed era evidente che non se l’aspettava. Poi ha cominciato a dire che non era vero, che avevo inventato tutto e che tu non sapevi niente. Ha cominciato a gridare come una isterica.”
“Che tipetto! Davvero un bel tipetto!”
“Le ho consigliato allora di dirti quel che voleva e che io comunque rinunciavo alla causa per non vederla più. Dopo di che, mi sto premurando di avvisarti. Ma ti ripeto amore, ho bisogno del tuo aiuto.”
“Non ti preoccupare, vedrò d’incontrarla in tribunale. Sarai tu a presentarci e voglio farle un discorsetto a solo. Però Dario, d’ora in poi, cerca di essere più cauto nei rapporti con le donne, colleghe o meno che siano.”
“Va bene, ma sta attenta perché è molto aggressiva.”
Qualche giorno dopo, Barbara finse di trovarsi per caso in tribunale e Dario le presentò la famosa avvocatessa, quindi si eclissò simulando una chiamata importante al cellulare.
Barbara osservò la tipa e la trovò assolutamente insignificante. Bassa e segaligna, senza seno e con un vago accenno di strabismo. I capelli erano corti, ricci e color della paglia. S’avvicinò come per parlarle in confidenza.
“Mi dispiace avvocato. So che lei è l’ennesima donna che mio marito ha illuso e preso in giro.”
L’altra s’irrigidì e sgranò gli occhi, volle parlare, ma Barbara continuò:
“Vede, è come se si divertisse ad irretire le povere malcapitate, fa credere mari e monti e poi, all’atto pratico, si tira indietro. L’ha gia fatto con una decina di signore e non mi pare giusto. Quel che è peggio è che ogni volta viene a raccontarmelo, ridendo giulivo, come se stesse facendo uno scherzo innocuo e bonario.”
Il viso dell’avvocatessa aveva assunto tutti i colori dell’arcobaleno, poi aveva gridato: “ Ma come! Sembrava tanto sincero! Ho capito, non era sincero, era solo uno ******o!”
“Gli ho detto tante volte di smetterla e di fare la persona seria, ma sa, lui si diverte in questo modo. Lo scusi avvocato e non ci pensi più.”
Quella non voleva demordere e continuò con la palese intenzione di ferire Barbara: “Siamo stati amanti e mi ha portato a letto dicendo che non ne poteva più della famiglia e che voleva vivere con me!”
“Sì capisco, mio marito è uno stallone focoso, non per niente abbiamo quattro figli. Ma sa, io gli perdono tutte le sue avventure, tanto so che per lui non contano nulla. Piuttosto lei, la prossima volta che incontrerà un uomo, veda di non fare la scema tanto facilmente.”
Barbara girò sui tacchi e s’allontanò dal tribunale.


Gabriella Cuscinà


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