^^^Mauthausen^^^
Stampato
da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=13217
Stampato il:
22/12/2024
Tema:
Autore Tema: Shirin
Oggetto:
^^^Mauthausen^^^ Quando entri nel campo di sterminio di Mauthausen il silenzio è così gelido che il freddo non lo percepisci come un fatto oggettivo, ma come un’entità che lenta ti segue e ti costringe e stare muto. L’odore l’avevo già conosciuto al campo di smistamento di Trieste e mi era rimasto così impresso da non dimenticarlo mai. Non sono una da lacrime e chi mi conosce lo sa bene. Le emozioni tendo a metabolizzarle, ma a Mauthausen ho pianto. Non è quella che senti quando sei solo in casa e guardi il televisore come fosse un interlocutore, né quello che si prova a letto di notte, quando tutto è più silenzioso e la coscienza sale a farti compagnia. E’ quel senso di rassicurante e di schifosa impotenza che scorre nelle vene quando vedi e non puoi dir nulla. Shirin
Inserito il:
29/12/2005 02:33:20
Messaggio:
Forse avevo voglia di urlare di fronte a quella piazza di raccolta, ma il mio “Freddo” mi impedì di farlo.
E come una bambina mi sono posta la prima domanda che uno si pone quando viene al mondo “Perché?”
E come un’adulta mi sono posta la seconda domanda che uno si pone quando capisce l’orrore “Io che avrei fatto?”
Ho camminato ancora stringendo la sigaretta più forte di quanto non l’avessi mai fatto e l’ho spenta nel cestino. Mi sono accorta che nel cestino non c’erano altro che sigarette e una chewing-gum e mi è balenato in testa che in molti altri posti non avrei avuto la sensibilità di spegnerla lì se non con il pensiero di farlo.
Forse è un esempio stupido, ma credo sia abbastanza per far capire il rispetto che il campo di Mauthausen esige senza dirtelo.
Forse le anime di quel posto vengono ancora di tanto in tanto a far coraggio a chi vede e tace. Perché per quanto chiunque possa pensare che io sia una pazza che si è fatta suggestionare, non erano solo le mie gambe che camminavano, non era solo il mio cervello che mi dava l’impulso di non scappare e non era solo il freddo a penetrare nel silenzio.
Le baracche erano semivuote e l’accatastamento dei letti lo potevo solo immaginare.
Tutte le baracche erano semivuote.
Non era vuoto il museo.
Enorme e con un percorso indicato da frecce.
Le immagini si susseguivano in un accrescere di tristezza e senza aver capito bene il perché ci si ritrovava ai forni crematori con vicino le bacheche dei morti italiani.
Era la prima volta che vedevo dal vivo i forni, ma non furono tanto quelli a turbarmi. Fu la camera dopo in cui non riuscii ad entrare.
Nonostante tutte le scritte fossero in tedesco si capiva bene che era la camera destinata all’accatastamento dei corpi da cremare, anzi, voglio dire bruciare.
Non so per chi, non so se fosse per le vittime o per me o per chi c’era e non ha detto niente, o per chi ha ucciso e si è ucciso l’anima, ma per me era tutto troppo forte.
Come un bambino che ha visto troppo sono scappata nella piazza e sono rimasta in silenzio.
Il vuoto di Mauthausen è così straripante che ti senti avvolto da un raro senso di solitudine.
Concerto di Sogni : https://www.concertodisogni.it/mpcom/
© 2001-2024 Concerto di Sogni - B.A. & R.M