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Il Bosco

Stampato da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=136
Stampato il: 23/12/2024

Tema:


Autore Tema: JackFrost
Oggetto: Il Bosco
Inserito il: 06/01/2002 23:09:13
Messaggio:

Era primavera, lo si sentiva subito se si entrava nel bosco. L'aria era cambiata: più calda, più profumata e pulita, dopo un silenzio durato tutto l'inverno. Il sole, caldo e splendete come non mai, portava via gli ultimi rimasugli di quel che era stato uno dei periodi più freddi del Bosco. Tutti lo chiamavano semplicemente così: Il Bosco. E non era "un bosco", ma proprio "Il Bosco". Forse i contadini del posto lo chiamavano così in quanto nessuno si era mai arrischiato ad entrare e magari scoprire qualche cosa di particolare a cui assegnare un nome.
Il Bosco era un intrico di rami e sterpaglia varia che ostruivano l'entrata a tutti. E nessuno, infatti, sentiva il bisogno di entrare. Era semplicemente un entità ferma a lato di quel piccolo villaggio di contadini.
Ma Il Bosco non era come appariva dal fuori. Lui era vivo: dentro di se, vivevano incontaminate le creature più belle, i fiori più profumati e tutto viveva in armonia con se stesso. Nessuno aveva mai scosso questa pace. L'anima del bosco era sempre attiva per non far mancare niente a nessun abitante. Produceva sempre ogni tipo di esigenza sentita.
Era l'autodifesa del Bosco mettere confini che non potevano essere oltrepassati al di fuori di lui. Sapeva quello che succedeva agli altri boschi. E lui non lo avrebbe permesso. Mai.

Venne un giorno in cui al villaggio arrivarono i parenti di una famigliola. Questi, avevano un figlio. E la curisiotà, si sa, è un vizio dei ragazzi. Infatti questo partì subito alla volta delle esplorazioni. Dopo aver corso verso uno scintillante ruscello, la vista gli caddde inevocabilmente sul bosco. Da lì, appariva molto scuro e cupo. Una coltre di nuvole oscurava il cielo. Il ragazzo non se ne accorse neanche. Continuò a contemplare il bosco, come ipnotizzato. E poi corse verso di esso... la curiosità era troppa!
La collina era ripida. Non si accorse neanche della fatica, fino a quando, arrivato nei pressi del Bosco, sentì una fittà al fianco. Come ben si sapeva, tutto era chiuso da rovi, alberi caduti e massi. Ma proprio lì, c'era una piccola apertura tra un tronco e un masso. Arrivò un colpo di vento proveniente dal bosco. Il ragazzo fu travolto da un onda di odori deliziosi... la resina degli alberi, il muschio sulle roccie, i fiori e tutti gli odori del bosco. Rabbrividì girandosi subito verso la casa dei suoi nonni, così, istintivamente.
Poteva entrare facilmente, era magro e piccolino e non gli sarebbe di certo venuto difficile. Ma qualcosa lo trattenne. Non poteva entrare. Non ne aveva il diritto. Ma perchè?
Tolse questi pensieri dalla testa e si inginocchiò nell'erba. Camminò a carponi dentro l'apertura. L'antro era fresco e odoroso di muschio. Riuscì poco dopo. Era finalmente dentro il bosco.
Credo che per il ragazzo sia stato qualcosa di singolare trovarsi la dentro. Tutto era tenuto con cura, come se qualcuno o qualcosa si prendesse cura del bosco. Gli alberi avevano appena rifiorito e, quasi magicamente, raggi di sole filtravano dalle alte chiome degli alberi, malgrado il tempo plumbeo che il ragazzo aveva incontrato poco prima. Ma il bosco non era silenzioso come pareva dal fuori. Anzi, era più rumoroso che mai. Una varietà infinita di uccelli gli vorticava sopra la testa.
Non osava muoversi. Aveva come paura di spezzare qualcosa. Si ritrasse, spaventato.
Ricorse dentro al buco e scappò fuori. Appena fuori si rialzò di corsa, non accorgendosi che ormai aveva cominciato a piovere. Corse velocissimo, alla cieca senza una meta. Fino a che cadde a terra esausto. E solo allora si accorse che pioveva. Rimase ancora più sbaordito. Nel Bosco, il sole risplendeva!
Quello che aveva visto lo aveva sconvolto. Era tutto perfetto. Era tutto troppo perfetto! Non poteva stare lui la dentro. Non si sentiva all'altezza.
Si rialzò grondante, dal verde prato del villaggio. Riguardò il bosco. Era vivo. E lui lo aveva capito.
- Ma non può resistere. Farà la fine degli altri- disse il ragazzo. Si voltò a guardare i camion adibiti al disboscamento. E allora pianse. Perchè poi? Non era altro che un bosco come tutti. Questo era quello che la gente credeva.
Ma lui no. Lui era l'unico... l'unico a sapere. L'unico ad averlo capito.

Ecco la mia prima storia su questo forum
Ciao

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