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Evviva l'amicizia

Stampato da : Concerto di Sogni
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Stampato il: 18/01/2025

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Autore Tema: ophelja
Oggetto: Evviva l'amicizia
Inserito il: 21/09/2006 18:24:38
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Il mercoledì , giorno libero di Cristina, professoressa di lettere, era da sempre dedicato alle grandi pulizie della bella casa che, insieme a suo marito Umberto, aveva acquistato alcuni anni prima.

La casa, una graziosa villetta adagiata sulla collina prospiciente il mare, si sviluppava su tre piani e richiedeva, oltre agli sforzi della proprietaria, anche l’aiuto di una colf che da qualche tempo veniva impiegata per i lavori più pesanti.

Un mercoledì di maggio, Agnes, la paciosa colf di colore, si trovava alle prese delle tapparelle della camera da letto del secondo piano quando qualcuno suonò al cancello.
Cristina, bardata con guanti di gomma gialli, foulard salva-messa-in-piega, e di bidone aspiratutto in mano, si trovava vicino alla porta d’ingresso e, senza pensarci un minuto, si affacciò a vedere chi fosse.

Un uomo distinto, con un’aria stranamente familiare, chiese educatamente: “Buon giorno. Sono un amico di Umberto Sideri. E’ in casa?”

“Con tutti i perditempo, gli imbroglioni, i malandrini in circolazione, chi sarà mai questo?” pensava Cristina, ma si limitò a dire soltanto:
“No”.

“Mi scusi” continuò l’uomo, “ è molto importante per me vedere il sig. Sideri; potrei aspettarlo? ” “Sono un suo vecchio amico “, e continuò: “Mi chiamo Paolo Damario.”

“Ecco l’aria familiare” si disse Cristina.
Infatti, suo marito nominava spesso questo amico, il cui ricordo si mescolava al disappunto per i tanti scherzi subiti, essendo – come diceva – pieno di verve e con una faccia tosta invidiabile.
Conservava ancora alcune vecchie istantanee che li ritraevano insieme, e che di tanto in tanto guardava insieme alla moglie.

Cristina sorrise fra sé e si ascoltò rispondere:
“signore Umberto nun c’è.. Si tu vuoi aspettare, arriva subito. Posso chiamare Lui a tilefuno.”

“Grazie, sarei molto felice di aspettarlo.” disse l'uomo e si avviò ad entrare.
“Scusi, il signor Umberto è sposato. Non c’è nemmeno la signora? “

“No.
Si.
Lei c’è ma non come non esserci qui. Sempre impignata, sempre co' nervi e io sempre pulire, cusinare, lavare…..
Io badante signore ….”

“Non dica così” disse Paolo, “ lei si prende troppe confidenze.
Non vorrà farmi credere che al signor Umberto fa la badante giorno e notte? “ e sottolineò “notte” con un sorrisetto malizioso.

Cristina non sapeva proprio come smettere quella recitazione…. ma
ormai c’era e tanto valeva completare quello scherzo che avrebbe ripagato Umberto di tutti quelli subiti in gioventù.

“No, io no troppa confidenza; io solo veramente verità.
Io bado Signore Umberto anche notte.”

Paolo guardò con attenzione la donna .
”Però”, pensava fra sé “ è un donnino niente male, la badante giorno-notte. Si tratta bene signor Umberto…”
“..e scusi” domandò invece ad alta voce, sorridendo, “ La paga bene?”

“Pagare me?”
e qui Cristina sgranò gli occhi già grandi che aveva, “Lui pagare me ? IO pagare lui. Ogni mese IO dare lui duemille euri….”

“Mi sta prendendo in giro….” si diceva Paolo quando entrò nella stanza Agnes, con una sottoveste di seta nera in mano.
“Signore Umberto dice che tu lasci sempre tuoi vestiti su suo letto.... “.

Paolo era frastornato, ma l’antica verve ebbe il sopravvento: “Scusi, per solo mille euri , non vorrebbe cambiare badato ? ”

In fondo l’amicizia è fatta di piccoli gesti. Come questo.

Ophelja


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