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CANTO DI AUTUNNO

Stampato da : Concerto di Sogni
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Stampato il: 22/12/2024

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Autore Tema: Domenico De Ferraro
Oggetto: CANTO DI AUTUNNO
Inserito il: 22/10/2006 09:04:53
Messaggio:

CANTO DI AUTUNNO


Gemendo in un alito di vento le foglie in quest’autunno
mite vengono portate via al suono d’una meditabonda melodia.
Scolorano gli alberi si tingono di rosso
avvolgono ogni cosa nei loro soavi colori
colline calanti nel mare tra i boschi marini
sui monti primitivi per valli ombrose
le donne s’aggirano per le strade vestite di faticosi pensieri
trascinando seco la vita nei pressi della verna.
Io vidi dalle solitudini mistiche staccarsi una tortora
e volare distesa verso le valli immensamente aperte.
Il passaggio cristiano segnato di croci inchinate dal vento
ne fù vivificato misteriosamente.
Volarono via sul dorso delle foglie i ribelli pensieri.
Lontano dispersi al confine d’un mondo ove i sogni
maturano sugli alberi ove le fate sono amiche dei fanciulli
ove il tempo non è cattivo quanto sembra di voler far credere .
Concerti di topi campagnoli improvvisati in piazza
di nascosto ai gatti dai lunghi baffi
e dai tanti interrogativi in testa.
Le nonne sedute fuori l’uscio a far la lunga maglia
che coprirà nel rigido inverno l’ignudo seno della città.
Radunati in assemblea i colombi sotto le grondaie
impettiti a discutere sui quotidiani problemi del traffico
metropolitano ,delle macchine che non rispettano le regole
del villano che ha rubato l’ uovo dal loro nido .
Autunno, notte errando per la città
la morte giunge dietro alle spalle brandendo la sua falce.
Scuotendo il corpo orfico, la voce dell’oracolo evoca
le gesta dell’eroe nel sedurre le muse
nel giardino dell’ esperidi.
I fumi delle fabbriche , gli operai sporchi di fuliggine
di ritorno da lavoro, in groppa alle biciclette pedalando
con vivacità s’alzano in volo passano sopra le città,
paesi ,nazioni , vanno verso le loro piccole case.
Guardie e ladri ,amici di vecchia data
giocano a briscola nel bar della stazione
sorseggiando un buon quartino si giocano
passati momenti della loro esistenza.
Amore e odio ,sogni colorati, variopinte idee
rincorse tra i prati , sui monti , fin giù nelle valli
canore ove l’eco risuona e t’avvolge nel vento del nord.
Sulle stoppie interminabili sempre più alte si alzano
le torri naturali di roccia che regge la casetta conventuale
rilucente di dardi di luce nei vetri lavorati d’ abili artigiani.
In agguato l’ ingrato destino i tanti errori
pesanti come macigni nella coscienza inquieta
l’immagine fuggita dalle mani del suo maestro
un disegno, una figura uno scarabocchio
figlio d’una penna d’inchiostro.
Una campana dalla chiesetta francescana tintinna
nella tristezza del chiostro e par il giorno dall’ombra ,
il giorno piagner che si muore.
La maga del villaggio sghignazza
sulla sua turbo scopa a spasso per il cielo correndo.
Un triste clown dai capelli tinti esiliato dal circo
in viaggio verso nuove mete in compagnia
d’un cane e d’un papera dal cappellino rosa.
Autunno, lungo un sogno
per i boschi intorno all’averno
raccogliendo castagne caste e pure.
Mentre vaga per contrade polverose
il chierico chiedendo offerte per i piccoli orfani
porgendo le mani dispensa parole di conforto
lungo la strada diretta al solitario convento
arroccato sul monte delle pie beatitudini.


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