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La scura aria d'autunno

Stampato da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=16053
Stampato il: 22/12/2024

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Autore Tema: Domenico De Ferraro
Oggetto: La scura aria d'autunno
Inserito il: 20/10/2007 09:33:29
Messaggio:

LA SCURA ARIA D’AUTUNNO

Le streghe a sera nell’orto
d’ottobre ballano una danza senza tregua
nervose , isteriche , scivolano, s’accoppiano
cantano la loro vita ,la loro follia.
Nel silenzio dei giorni grigi ogni cosa muta
si piegano i concetti nell’ ore del meriggio
a meditazioni funeste come il vento piega i rami degli alberi
al richiamo di chi disperso per boschi di cemento
vaga alla ricerca di felicità passate.
Solitario, ignudo il sinistro satiro fuma
le foglie morte di questo autunno
mentre bruciano i ricordi tra i fatui fuochi sui monti
le madri dai lunghi ricci rossi ricorrono nuovi spettri.
La natura muta le membra dell’idee
maturano e cadono una dopo l’altra le magnifiche castagne.
Le voci dei giovani ignari e soli
sempre in coppia pronti a trafugare memorie perdute
ed il pensiero lasso scolora nel disperso sogno
nei giorni illogici, nel tedio, s’attende l’arrivo del freddo inverno.
Lode del mattino, canto mediterraneo del volgare gallo
solo in mezzo ai tanti grattacieli tristi e silenti
gracchiante una lugubre lirica.
Canzona ,sola rimandi a pianger meco dove serbo il dolore
né fra la gente d’andare chiedendo pietade abbi vaghezza
che l’alto mio martirio conforti e sprezza.
Ma , se doglia compiangi e meno si sente
sdegna ch’ancor tu resti a pianger seco
l’afflitto cuore ,che disperato vuole
che l’aspre pene sue non si sentano più sole.
Mi guardo in giro son tutte diverse rotelle
d’un meccanismo laico lubrificato con cura
da un folle custode d’incubi metropolitani.
M’ aiuta a passare la via mi dice la vecchina dal naso uncino
con un bastone tra le mani pronto a diventare un serpente.
Prego venga, gli porgo il braccio
passiamo così dalla luce alle tenebre
si destano così l’anime morte
si destano i ricordi e sovviene nel sonno
del malandrino il tintinnio dei talleri rubati.
Metto qui la macchina ?
Non vi preoccupate qui sta benissimo
ingenuo seguo il consiglio
sciogliendo i lacci alla fortuna
per rimanere a piedi a fine giornata sottratto d’una ruota ,
gabbato infine da un gangster parcheggiatore
misero con un grappolo alla gola rimango.
Ma il sole asciuga le misere lacrime
riscalda l’andare il perdersi in mille infausti sortilegi.
Or lungi per la scura aria d’autunno
vado, i rami senza fronda paiono braccia protese ad imprecare
l’ira funesta dei giorni grigi della femminina ragione.



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