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Anna e l'ombrello giallo.

Stampato da : Concerto di Sogni
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Stampato il: 22/12/2024

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Autore Tema: Luisa Brambilla
Oggetto: Anna e l'ombrello giallo.
Inserito il: 15/05/2008 14:14:08
Messaggio:

Anna aveva 6 anni, frequentava la prima elementare in un paesino ridente e colorato affacciato sul mare della costa orientale della Sardegna.
Anna era una brava scolara, teneva in ordine le sue matite colorate e non faceva le orecchie a quaderni e libri. I suoi disegni erano animati da un elemento costante: dei parapioggia posssibilmente di colore giallo.
Due o tre volte alla settimana, andava a pranzo e passava il pomeriggio a casa della nonna materna, perchè i genitori erano al lavoro il fratellino all'asilo e lei era troppo piccolina per lasciarla da sola in casa, una specie di doposcuola con intermezzi di torte e passeggiate con la sua adorata nonna.
Quando capitava che piovesse la nonna che si chiamava Giovanna, prendeva dal suo armadio il parapioggia giallo con grande contentezza della bambina, ecco spiegato il ricorrere dell'oggetto nei disegni.
Anna era attratta da quel parapioggia come se celasse grandi segreti e desse accesso a mondi fantastici mai esplorati.
Un giorno mentre la nonna comprava un giornale le aveva permesso di reggerlo quanto era stata contenta di avere quell'onore.
In uno di questi pomeriggi tranquilli chiese alla nonna se poteva avere anche lei un ombrello uguale.
La nonna la guardò stupita per una simile richiesta sembrava strano che una bambina così piccola si interessasse a quell'oggetto che non era un giocattolo.
Anna notò la faccia stupita e chiese: perchè mi stai guardando così?
Nonna Giovanna sorrise e rispose: tua mamma detestava ogni tipo di ombrello ne ha buttati non so più quanti nel fiume che scorre qui vicino prova a chiederglielo forse a te dirà il perchè.
La bambina rispose: ok proverò, ma dimmi li ha buttati proprio tutti?
La nonna era sempre più stupita e le disse: e tu come fai a saperlo?
Anna disse: boh lo so e basta adesso devo finire il mio compito; e chiuse il discorso lasciando la nonna a meditare.
Più tardi la mamma andò a riprenderla per tornare a casa per cena dove le attendevano il padre e il fratellino.
Anna doveva iniziare la sua indagine e non perse tempo, erano tutti seduti a cena e lei esordì: mamma me lo dici perchè buttavi tutti gli ombrelli di nonna nel fiume cosa ti avevano fatto?
Cecilia così si chiamava la mamma si fece rossa in viso come un peperone e il padre di Anna che si chiamava Giovanni iniziò a ridere sotto i baffi..................
La moglie gli allungò un calcio sotto il tavolo e iniziò a parlare: tua nonna ha sempre la lingua troppo lunga, devi sapere che mia mamma ha una passione per i parapioggia e li regala a tutti per ogni occasione possibile. Un anno per Natale ne regalò uno a zia Peppina quella che abita nella fattoria in montagna, dato che le passeggiate di zia Peppina le fa in mezzo ai suoi animali per dargli da mangiare il parapioggia invece di tenerlo in casa lo aveva messo nell'ovile con le pecore quindi questo parapioggia puzzava come le pecore e di più.
Ma a Natale zia Peppina e zio Gonario vengono sempre per il pranzo e l'ombrello pecora arrivò a casa di mia mamma e andò a scolare insieme a tutti gli altri. Risultato: l'ombrello di zia tornò in campagna ma la puzza rimase per sempre in casa.
Io non sopportavo quella puzza quindi pensai di andare al fiume e lavare gli ombrelli con il sapone uno per uno ma la corrente era troppo forte e l'acqua se li portò via e siccome mi vergognavo a dire la verità ho lasciato che tutti pensassero che odiavo i parapioggia senza un perchè preciso, sei contenta adesso brutta strega di figlia che sei?
Giovanni rideva come un pazzo e il piccolo Robertino dalla sua sedietta strillava: Poppina puzza puh.
Cecilia si girò verso il marito e gli disse: vuoi andare in montagna tu?
E lui sempre ridendo le disse: no in montangna da Peppina no ti prego hai ragione.
Anna disse con molta semplicità: ma scusa mamma non potevi dirlo alla nonna invece di vergognarti?
Cecilia rispose: ci ho provato ma la nonna mi ha detto che ero io fissata con le puzze e le sentivo solo io, però un giorno l'ho spiata e stava lavando l'ombrello giallo con il sapone.
La bambina disse: domani ci parlo io con nonna.
Era tardi e tutta la famiglia andò a dormire.
Il giorno dopo era domenica ed erano tutti a pranzo a casa della nonna dove Anna iniziò subito la sua indagine sugli "ombrelli puzza"; odorando ovunque in cerca dell'odore colpevole ma non vi era traccia alcuna tutto profumava come sempre di sapone e fiori di lavanda.
Quando erano tutti seduti a pranzo Anna disse: ascoltatemi tutti vi devo raccontare una cosa.
Va bene parla dissero tutti senza neanche lontanamente immaginare dove volesse andare a parare.
Adesso lo so iniziò la bambina perchè mia mamma andava al fiume con gli ombrelli di nonna.
Perchè li voleva lavare perchè puzzavano troppo.
Nonna Giovanna insorse: ancora con questa storia della puzza?
Si mamma replicò Cecilia allora spiegami perchè li lavavi con tanta foga con il sapone di Marsiglia?
La nonna rimase spiazzata: Mmmm mah erano sporchi.......
Sporchi di pioggia ammettilo erano puzzolenti continuò Cecilia
Dai Giovanna lo sai che ha ragione intervenne nonno Antonio quando Peppina venne a Natale non portò solo il fagiano da fare arrosto ma anche un pezzo di ovile e lo sai.........
E' vero ammise con lo sguardo basso la nonna, ma Cecilia è sempre stata fissata con questa storia delle puzze però questa volta aveva ragione ma speravo la smettesse di essere così assolutamente schizzinosa invece sono solo riuscita a farle detestare tutti i parapioggia del mondo, hai mai notato che anche se diluvia lei preferisce bagnarsi da testa a piedi meglio di prendere il malefico oggetto.
Bene disse infine nonno Antonio grazie alla curiosità della mia piccola nipote curiosona è stato svelato un mistero però Giovanna ti prego quando torna Peppina se per caso sta piovendo il suo parapioggia lascialo da solo in terrazzo.
Poppina puzza puh strillò Robertino.


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