Come fare sopravvivere un balcone milanese
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Stampato il:
26/12/2024
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Autore Tema: Elena Fiorentini
Oggetto:
Come fare sopravvivere un balcone milanese
Inserito il:
16/07/2008 13:22:30
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Al ritorno delle vacanze osservo sgomenta che l'economia è peggiorata: lo segnalano anche i vivaisti che lamentano il calo di vendita dei gerani.
Nel mio caso non c'entra nulla l'economia, ma una certa stizza nei riguardi dei gerani.
Anch'io ho acquistato solo una pianta di geranio, una è sopravvissuta alla strage di quelle dello scorso anno e ora ne ho solo due. Se quelle dello scorso anno fossero sopravvissute, e ne acquistai molte, ne avrei acquistate delle nuove. In compenso ho mangiato i miei pomodori e le mie prugne che, a parte quelle cadute per i temporali, sono state numerose e dolcissime. Sul balcone ho anche due gelsomini che hanno superato l'inverno, quelli bianchi o falsi gelsomini, che mi hanno regalato fiori profumato fino a fine giugno.
Ho anche un oleandro da una talea raccolta in cortile, che ho da vari anni; ho pure una serie di stupende orchidee che non abbisognano di un grandi cure e che si stanno propagando, e, anche queste mi sono state regalate.
Sono riuscita a fare due talee di caprifoglio, che ho raccolto da terra, abbandonate dopo la potatura del rampicante e ho tre di viti del Canada.
Mi piacerebbe acquistare o meglio fare altre talee di qualche arbusto selvatico, resistente al vento e alle intemperie, per il balcone esposto dove muore tutto. Pensavo al bambù, ma non so dove acquistarlo e penso che costi molto. Forse potrebbe andare bene il maggiociondolo dai bei grappoli gialli, che abbellisce i boschi delle nostre prealpi: ne ho visti moltissimi nei boschi della Valle Imagna.
Naturalmente non può mancare una grande ciotola di prezzemolo, un grande vaso con menta di montagna, di un tipo particolare, che mi è stato regalato da un'abitante di Anfo, il paesino sul lago d'Idro, la salvia, il rosmarino, e un paio di bellissimi nespoli che svettando in mezzo alla macchia verde, conferiscono eleganza all'insieme e gli eterni sempreverdi, che sono in piena fioritura. Sono penose invece le mie povere surfinie e le orecchie d'orso che, dopo la seconda fioritura, sono intristite e acquistate in vivaio.
Il fatto è che ci si stizzisce a dovere ricominciare con altre piante, ce la faranno? Non sono solo i soldi, ma non mi piace vedere soffrire, ingiallirsi e morire i poveri stupendi gerani, cresciuti forzatamente, che dopo il trionfo, sono spompati e non ce la fanno più nemmeno a sopravvivere. Il miracolo potrebbero farlo solo i vivaisti, io non sono in grado di mantenerle, perciò rinuncio ad acquistare piante per vederle morire.
L'unico geranio soppravvissuto è stato un geranio edera, di quelli che vengono in montagna, anche se in inverno con la neve vengono messi al riparo. Lo dimenticai in un angolo del balcone e sopravvisse spavaldamente al clima bizzarro che abbiamo avuto quest'anno a Milano e ora è più bello che mai.
Si tratta perciò di evitare di spendere soldi per piante che non siamo in grado di conservare e naturalmente è indispensabile avere una persona di fiducia per il mantenimento del nostro balcone quando andiamo in vacanza.
Elena Fiorentini
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Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 17/07/2008 21:41:17
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