Duplex
Stampato
da : Concerto di Sogni
URL Tema: https://www.concertodisogni.it/mpcom/link.asp?ID ARGOMENTO=18026
Stampato il:
24/12/2024
Tema:
Autore Tema: luisa camponesco
Oggetto:
Duplex
Inserito il:
19/01/2010 11:12:24
Messaggio:
- Buon giorno dottor Gilmore.
- Ci sono tutti?
- Si, sono in “sala riunioni”, scusi dottore, c’è un messaggio per lei.
La busta odorava di rosa, il profumo di July sua moglie. La mise in tasca timoroso di conoscerne il contenuto. I loro rapporti non erano idilliaci, non lo erano più da molto tempo. July non condivideva il tipo di ricerche che stava conducendo, le riteneva pericolose e soprattutto inutili.
Si diresse verso l’ascensore che portava nei sotterranei, digitò la pass. La porta si aprì su di una stanza con un’unica porta.
- Patrick Gilmore – disse ad alta voce.
- Impronta vocale identificata. –
Pensava a quella fastidiosa voce metallica mentre una parete scorrevole si apriva su di un ampio ingresso. Un uomo con una divisa nera lo attendeva.
- Dottor Gilmore prego! - Lo condusse davanti ad una nuova porta, Patrick mise il palmo della mano su di una superficie verde e la porta s’aprì. Forse eccessive tutte quelle precauzioni ma era una decisione del capo della sicurezza visto il tipo di ricerche che si conducevano nei laboratori della Introstark Corporation.
Qualora avesse ottenuto il consenso a proseguire l’esperimento avrebbe potuto aspirare ad una posizione di controllo all’interno della società oltre a migliorare quella economica. July sarebbe stata fiera di lui e del suo lavoro, sarebbe diventato famoso e chissà …..forse anche un Nobel.
Parlottavano fra loro, sommessamente, quando fece il suo ingresso nella sala.
- Bene dottor Gilmore siamo tutti ansiosi di ascoltarla.
Steve Camerum presidente della corporazione, e non solo, lo invitò a prendere posto.
- Il dottor Gilmore illustrerà il progetto di una ricerca di cui sono personalmente informato e che a mio avviso, se avesse successo e, con il vostro consenso al proseguo della ricerca stessa, potremmo veramente cambiare il futuro. Come tutti voi sapete la Introstark è sempre stata all’avanguardia nel campo della sperimentazione scientifica, ne sono prova le ultime innovazione tecnologiche che spaziano in ogni campo da quello della medicina a quello spaziale. Pensate solamente alla scoperta dell’oxigel che permette ai sommozzatori di rimanere immersi anche a grande profondità senza l’ingombro delle bombole e per un lungo periodo, per non parlare delle termotute per astronauti. Certo, voi direte che la ricerca costa, ma gli utili conseguiti in questi ultimi anni ci hanno abbondantemente ripagato con dividendi che mai ci saremmo sognati di realizzare. Questo grazie al lavoro costante dei nostri collaboratori e all’impegno di uomini come il dottore Patrick Gilmore a cui ora lascio la parola.
Tremavano le mani a Gilmore mentre inseriva la chiavetta nel notebook. Digitò la password e su di uno schermo apparvero una serie di simboli matematici e un flow-chart. Con un segnal-led iniziò ad illustrare i vari passaggi.
- Facendo filtrare raggi Delta attraverso il prisma di Hosborne le particelle sub-atomiche si caricherebbero di positività e tenderebbero a scindersi in modo esponenziale sino a aggrupparsi specularmente rispetto alle particelle madri…..
- Scusi dottor Gilmore – lo interruppe l’amministratore delegato di una associata - Potrebbe parlare più semplicemente?
Gilmore prese fiato-
- Certamente signor Cole. Sto parlando di duplicazione, duplicazione di qualsiasi oggetto sia inorganico che organico.
- Si tratta di clonazione? – chiese il texano socio di maggioranza.
- Il mio processo non ha nulla a che fare con la clonazione. La clonazione presume l’esistenza di una cellula somatica e un ovocita denucleato, la duplicazione percorre un’altra strada. Se mi date la possibilità di proseguire nel lavoro sarò pronto per una dimostrazione pratica fra circa sei mesi.
- Sei mesi nel mondo della finanza sono un’eternità - Proseguì il texano.
- Non m’intendo di finanza ma una cosa la so bene – Replicò Gilmore .- Sono certo che la mia scoperta funzioni e la ricaduta in termini economici potrete valutarla solo voi. In fondo vi chiedo solo un po’ di tempo e vi garantisco che i risultati ci saranno.
- A questo punto sarebbe opportuna una pausa – Intervenne Steve Camerum vedendo che gli animi si stavano riscaldando – Il bar è aperto
Un mormorio di approvazione si levò dalla sala.
- Cercherò di convincerli. – bisbigliò Camerum all’orecchio di Patrick – Ma se non porta risultati concreti con noi lei ha chiuso. – Si allontanò distribuendo sorrisi e strette di mano ai presenti.
Patrick raccolse i documenti e presa la valigetta lasciò l’edificio. Salì in macchina pervaso da un senso di amarezza e solo allora ricordò il biglietto di July. Poche parole scritte in fretta, era in partenza per il Messico e non sapeva quando sarebbe tornata. Matrimonio agli sgoccioli, ma perché non capiva l’importanza del suo lavoro, una volta completato avrebbero fatto una lunga, lunghissima vacanza ai Carabi. Doveva accelerare il lavoro con o senza il consenso della Introstarck.
Nell’interrato di casa, una cantinetta appoggiata ad una parete celava l’ingresso ad una camera segreta.
Patrick sollevò il collo di una bottiglia e la parete si spostò, le luci si accesero.
Un autentico laboratorio dotato di moderne strumentazioni. Tempo e tanta pazienza per potersi procurare il necessario senza destare sospetti. Aveva sottratto un po’ per volta pezzi alla Introstarck che poi aveva assemblato nel suo laboratorio personale, li avrebbe restituiti a lavoro concluso..
Ora era una questione di principio, dimostrare a se stesso la validità della sua teoria.
Accese il portatile inserì la password per accedere al programma, apparvero sequenze numeriche, serie, limiti, formule, rifece i calcoli, corresse alcuni parametri poi prese a respirare profondamente appoggiandosi allo schienale della poltroncina. Doveva provare, in caso di fallimento lo avrebbe saputo solamente lui.
Due mini cupole erano sistemate alle estremità del laboratorio e nel centro, ad una equidistanza calcolata con precisione infinitesimale, troneggiava il prisma di Hosborne.
Era giunto il momento della verità.
Sotto la copula denominata Alfauno collocò un ferma-libri con la testa di cavallo. Una serie di cavetti variamente colorati scendevano da Alfauno strisciavano attorcigliati sul pavimento, attraversavano la stanza per inserirsi nella cupola Alfadue.
Il generatore d’energia ruggiva, Patrick spinse la leva al massimo. Buio totale.
Uno sfrigolio, lampi azzurrognoli, Alfauno si illuminò, si riempì di una nebbia fluorescente, Patrick si mise gli occhiali protettivi e poco dopo una scarica d’energia colpì il prisma di Hosborne che iniziò a ruotare su se stesso prima di trasferire il fascio luminoso ad Alfadue.
Attimi, minuti, quanti? Una luce fioca ed intermittente disegnò ombre sulle pareti del laboratorio, fino a tornare del tutto normale, un odore strano, simile a quello di terra umida, tipico di un dopo temporale, solleticò il naso di Patrick. Le cupole spente, un filo di fumo usciva dal prisma, ma qualcosa aveva preso forma in Alfadue.
La testa del cavallo materializzata in modo parziale, ma riconoscibile. Un successo, anche se necessitava ancora di perfezionamento.
Sentì il bisogno di uscire, di prendere aria, di calmarsi e riflettere. Sapeva d’essere sulla strada giusta, appena completato il processo nessuno avrebbe potuto dubitare di lui e della sua invenzione.
Non gli interessavano i benefici economici conseguenti a questa scoperta, per lo meno non nell’immediato futuro, ma le sue applicazioni pratiche. Il poter duplicare qualsiasi oggetto, avrebbe portato ad un risparmio di risorse nonché una indubbia diminuzione dell’inquinamento ambientale.
Tornò in laboratorio e si chiese come mai la testa del cavallo fosse incompleta. Forse mancava potenza, forse la distanza non era ben calcolata, forse….
C’erano troppi forse nella sua sperimentazione, riprese tutto dall’inizio.
Non si rese conto dello scorrere del tempo, giorno? Notte? Che importava? Impossibile fermarsi.
Un nuovo fascio di ioni positivi era pronto ad essere lanciato, il fermalibri posizionato in Alfauno.
L’esplosione luminosa fu d’intensità tale da provocare una sensazione dolorosa e nonostante gli occhiali protettivi gli ci volle parecchio tempo prima di riacquistare la vista.
In Alfadue il fermalibri si era ricomposto, ma privo di orecchie e di parte del basamento. Molto meglio di prima, non ancora completo, prima di effettuare un terzo tentativo si accorse di avere fame quindi salì in casa.
Il led rosso delle segreteria telefonica lampeggiava, avviò il nastro mentre si preparava un panino.
“Patrick sono Camerum; ho indetto una riunione del Consiglio di Amministrazione per la prossima settimana. Mi auguro che porti risultati concreti, in caso contrario il finanziamento andrà alla ricerca di Alec Forsyte sul combustibile sintetico. Le ricordo che io per lei mi sono esposto quindi mi aspetto una maggior considerazione da parte sua”
Quell’idiota di Forsyte che non sapeva distinguere un’ordinata da un’ ascissa si faceva bello col lavoro dei suoi collaboratori, ma il padre era l’azionista di maggioranza e gli copriva le spalle. Patrick era convinto che la laurea in nano-tecnologia l’avesse comperata.
“Patrick” la voce di July gli fece posare il tramezzino che stava mangiando per farsi più attento. “Patrick, ho bisogno di fare chiarezza su tante cose, mi serve tranquillità, quindi prolungherò la permanenza sull’isola e al mio ritorno prenderemo delle decisioni. Convieni anche tu che è necessario un cambiamento. Non voglio essere un peso o un ostacolo alla tua professione, so quanto conti per te. Se hai necessità di contattarmi, sono al Caiman Hotel 0335-777947. Ciao stammi bene”
Doveva muoversi in fretta o avrebbe perduto sia il lavoro e che July
In laboratorio ricontrollò, per l’ennesima volta, i calcoli, ma stavolta volle potenziare la fascia ionica con particelle Theta
Alfauno si accese come un faro in una notte di nebbia, il fascio luminoso che partiva dalla cupola divenne rosso prima di colpire Alfadue, il laboratorio parve dissolversi per un secondo poi tutto tornò normale. Gli tremavano le mani quando si tolse il casco protettivo, ma in Alfadue il fermalibri con la testa di cavallo si era ricomposto in ogni minimo particolare. L’emozione gli fece mancare il fiato, si stropicciò gli occhi nel timore d’essersi sbagliato.
Il duplicato era perfetto, forse la differenze stava nel peso leggermente inferiore. Un tentativo non bastava così provò con un mazzo di chiavi, con un libro, poi passò ad una pianta ad un ortaggio poi ad un frutto, analizzò la composizione al microscopio, identica e lo assaggiò. Sapore leggermente acidulo ma gradevole al palato. Rimase interdetto, quasi inebetito, avrebbe dovuto urlare di gioia e invece rimase seduto tenendo fra le mani la mela duplicata.
Non gli bastava, ora doveva spingersi oltre, se avesse potuto…..se avesse osato…..
Salì nella stanza da bagno e smontò il box doccia, corse nel garage, prese una scaffalatura e la rivestì di materiale plastico resistente, poi rimontò tutto in laboratorio.
Dopo aver collegato alle rispettive cupole le due gabbie improvvisate, incominciò a riflettere. No, non doveva pensare troppo altrimenti gli sarebbe mancato il coraggio. I nuovi calcoli dovevano essere calibrati in base al suo peso e alla sua altezza, sorrise pensando che uno scrittore di fantascienza avrebbe potuto costruire una storia, ma forse era già stata scritta, nello specifico l’originalità stava nel fatto che lui metteva in pratica la sua invenzione.
Tenne sotto controllo le copia duplicate, impostò il cronometro e rimase in attesa.
Cinque ore, dopo di che le copie iniziavano a scomporsi fino a scomparire. Aveva previsto qualcosa del genere, prolungare il tempo era cosa che richiedeva laboratori attrezzati come quelli della Introstark , con i suoi mezzi dieci ore era il massimo che poteva ottenere, ma per i suoi scopi sarebbero bastate.
Patrick entrò nel box-uno con la sensazione di buttarsi in un precipizio. La respirazione affannosa , il cuore martellante, vertigini e poi il vuoto totale.
Quando riprese conoscenza pensò non fosse accaduto nulla. Uscì dal box barcollando, si appoggiò al tavolo e….era come vedersi allo specchio. La sua copia lo stava osservando stupita. Entrambi si tastarono increduli.
- Come??…..cosa??…..
Patrick-due balbettava.
- Non posso crederci, ci sono riuscito. Tu sei la mia copia, il mio duplicato.
- Sei sicuro? Potresti essere tu il duplicato. – rispose l’altro.
Questione di ore poi la copia si sarebbe dissolta, ma si trattava di una esperienza interessante; parlare con se stesso.
- Dal momento che tu sei la mia copia, dovresti possedere tutte le mie conoscenze scientifiche.
- Se è per questo ne posseggo anche di altro genere.
Superato l’attimo di imbarazzo Patrick pensò a come sfruttare al meglio la situazione.
- E’ chiaro che il processo di duplicazione ha dei limiti, ma se lavorassimo insieme …..
- Potremmo miglioralo. – concluse Patrick -due
Lavorarono all’unisono.
- Le particelle Theta, sono elementi che in parte inibiscono il fascio ionico, per questo il risultato è solo temporaneo.
- D’accordo, ma usando le potenzialità della Introstark……
- No, no non tratta di strumentazioni, il problema è tutto nel dosaggio….
I due Patrick discussero, si accapigliarono, muro contro muro e non poteva essere altrimenti, ma qualche progresso lo avevano fatto, ora si era passati a dodici ore.
Rimasto solo Patrick sentì il bisogno di bere uno scotch. Il liquido gli bruciò la gola ma rinfrescò le idee, aveva aperto una strada e molte incognite forse pericolose. Si concesse qualche istante di riflessione morale, ma prima o poi qualcun altro avrebbe realizzato un progetto simile, almeno lui avrebbe potuto tenerlo sotto controllo. Studiò l’inserimento di codici di sicurezza e dopo averli sperimentati si concesse un sonno ristoratore.
Arrivò anche il giorno tanto temuto, il C di A della Introstark era fissato per le 11 a.m ; mise a punto gli ultimi dettagli, criptò i file e stampò la relazione da sottoporre agli azionisti.
Il progetto Duplex suscitò enorme interesse, lo stesso Steve Camerum applaudì al lavoro del dottor Patrick Gilmore, l’intera assemblea si unì al coro degli elogi, ma…. in quello stesso istante, all’altro capo della città, da un telefono pubblico dell’aeroporto una curiosa telefonata:
" Ciao July, sono Patrick, aspettami, sto venendo da te! Ti amo"
Luisa Camponesco
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